Purè, pollo e un divorzio che non è mai avvenuto

Roma. Una sera d’autunno. Vento umido, occhi stanchi e un cuore ancora più affaticato. Elisa rientrò a casa dopo dieci ore passate in un supermercato affollato. Una sola idea le martellava la mente:

*Magari Danilo avesse almeno preparato un po’ di purè…*

L’appartamento la accolse con un profumo invitante. Elisa si tolse il cappotto, scivolò via dalle scarpe ed entrò in cucina. Sul tavolo, piatti fumanti di purè e pollo arrosto. Accanto, posate, sale, pane, e la teiera. Danilo annuì verso la sedia senza parlare:

«Siediti.»

«Mamma mia, che festa è oggi?» Elisa sorrise a fatica. «Una novità?»

«Cibo normale.» Lui scrollò le spalle. «Ma devo parlarti.»

Mangiarono in silenzio. Il pollo era tenero, il purè perfettamente salato. Elisa preparò il tè alla menta e si sedette di fronte al marito.

«Allora, dimmi. Vedo che qualcosa ti rode.»

Danilo fissò a lungo la finestra. Poi guardò sua moglie.

«Mio nonno e mia nonna festeggiano le nozze d’oro sabato. Siamo invitati.»

«Ah, quelli che ci hanno regalato cinquantamila euro per il nostro matrimonio? E come ci andiamo? Dovevamo divorziare.»

«Andiamoci. Solo per loro. Sono anziani, sarà una gioia. Siamo ancora sposati, no?»

Elisa lo scrutò, dubbiosa. Non aveva la forza. Né per litigare, né per fare pace.

«Va bene. Forse sarà l’ultima volta che usciamo insieme.»

Viaggiarono sull’auto di suo padre. Lui davanti con il genitore, Elisa dietro con la suocera. Silenzio.

«Vi siete litigati?» sussurrò la suocera.

«No.» La risposta di Elisa fu accompagnata da un sorriso rigido.

«Guarda che anelli abbiamo comprato per loro. D’oro, bellissimi.»

«Bellissimi.» Annuì lei.

«Vivete in armonia. Fra cinquant’anni saranno i vostri figli a regalarvi gli stessi.»

Elisa abbassò lo sguardo. Cinquant’anni? Un’eternità…

La festa fu allegra: giovani, adulti, anziani. Cibo a volontà, risate, brindisi. Ma Elisa stava lontana dal marito. Le donne della famiglia di Danilo la coinvolsero nei preparativi. Avevano la sua stessa età, poco più di trent’anni. Si prendevano in giro, litigavano con i mariti, ma… si vedeva l’amore.

Elisa si chiese:

*Lo amo ancora? E lui ama me?*

Forse una volta. Ma ora… la casa era fredda. I soldi scarseggiavano. Non poteva comprarsi un cappotto nuovo da tre anni. Figli? Lui non ne parlava nemmeno. Lavorava a malapena. Eppure, un tempo, era stato il suo sogno…

La festa finì tardi. Gli ospiti se ne andarono. La nonna Maria si avvicinò ai due:

«Rimanete qui. Dormite. E aiutateci a sistemare.»

Elisa e Danilo iniziarono a sparecchiare senza parlare. Lavorarono all’unisono. Dopo due ore, la casa tornò in ordine.

La nonna versò il tè.

«Allora, Enzo, abbiamo resistito cinquant’anni.» Sorrise al nonno.

«E quante volte abbiamo rischiato il divorzio.» Lui borbottò. «Eravamo già fuori dal comune.»

«Ma siamo tornati indietro.»

«Io ero senza lavoro, senza un soldo.» Il nonno scosse la testa.

«Ti ricordi come mi guardavano tutti? Mi chiamavano principessa. E tu brillavi come una lucciola.»

«Principessa, sì.» Sogghignò, ma i suoi occhi erano pieni di tenerezza.

Elisa li osservò, e qualcosa dentro di si strinse. Litigavano, si interrompevano, ma… si amavano. Davvero.

*Eravamo così anche noi*, pensò. *Giovani, pieni di orgoglio, convinti di avere ragione. E ora ridono di ciò che li ha quasi divisi.*

La nonna Maria tirò fuori una busta:

«Prendete, compratevi qualcosa. Per l’autunno. E non discutete. Noi non moriamo di fame.»

Elisa stava per rifiutare, ma Danilo la prese.

«Grazie, nonna.»

«Andate a riposare. La camera è pronta.»

La stanza era quella di Danilo da bambino. Solo che ora il letto era per due. Si sdraiarono. Silenzio.

«Elisa…» sussurrò lui.

Lei si avvicinò. Una spalla calda, familiare. Non ricchezza. Non un cappotto. Solo lui.

Danilo si addormentò. Elisa fissò il soffitto.

*Meglio che non abbiamo divorziato. Domani comprerò un cappotto. Poi, forse… un bambino. E un giorno, nipoti. Tra quarantanove anni… anelli d’oro. Uguali a questi.*

Sorrise. Per la prima volta da tanto tempo. E si addormentò. Serena. Accanto a lui.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

eighteen − three =

Purè, pollo e un divorzio che non è mai avvenuto