**31 Dicembre – Una Magia Speciale**
La nonna Maria sedeva al tavolo della cucina, intenta a lavorare a maglia un paio di calzini caldi, punto dopo punto. All’anagrafe era Maria Teresa, ma in paese tutti la chiamavano affettuosamente solo Maria.
Nella casa regnava un silenzio invernale, rotto solo dal crepitio della radio sul tavolo. All’improvviso, la porta cigolò. La nonna alzò lo sguardo e rimase senza fiato. Sulla soglia c’era… Babbo Natale in persona! Cappello rosso, barba bianca, bordo di pelliccia — tutto come si deve.
«Buonasera, Mariuccia!» la salutò con un sorriso. «Posso entrare?»
Maria si sistemò gli occhiali, lo osservò meglio — il sacco, gli stivali — e sussurrò sbalordita:
«Santo cielo, ma sei davvero tu? E perché proprio a me?»
«E come no? Oggi è il 31 dicembre! Tutti festeggiano Capodanno. E io sono qui per portarti un regalo.»
«Ma a cosa servo io, vecchia come sono? Dovresti andare dai bambini, ascoltare le loro poesie. Io che ho da offrire? Solo calzini e ricordi.»
«I bambini in paese ormai si contano sulle dita. Ma i tuoi calzini sono così caldi» fece un cenno verso il lavoro a maglia. «Quindi meriti anche tu un pensiero.»
«Va bene, se sei qui, fammi vedere questo regalo» sbuffò la nonna. «Ma niente poesie, ho un gran mal di schiena oggi.»
«Allora dimmi, cos’hai fatto di buono quest’anno?»
«Io? Mah…» rifletté Maria. «Ho lavorato a maglia guanti per i nipoti, calzini per i vicini. Ho dato via le verdure dell’orto. Ma forse non per bontà, solo perché mi annoiavo.»
«Non essere modesta. La bontà è proprio questo: fare qualcosa senza aspettarsi nulla.»
«Intanto il mio vecchio se ne va in giro da stamattina, nessuna traccia di lui.»
«Anche a lui farò un salto. È sempre lo stesso burlone?»
«Peggio di prima! Va dai vicini, racconta storie, canta canzoni. Li fa ridere, così non si rattristano.»
«Lo ami ancora?»
«Tu che ne pensi?» sorrise Maria. «Siamo insieme da cinquant’anni. Facciamo finta di non sentire tutto, di non vedere tutto. E non litighiamo. A che serve?»
Babbo Natale tirò fuori dal sacco un fazzoletto di lana, morbido, con ricami e un tocco di brillante.
«Tieni. Se lo indossi, ringiovanirai di dieci anni.»
«Che meraviglia!» gli occhi della nonna si illuminarono. «Ne ho sognato uno così per tutta la vita. Grazie!»
«Ringrazia tuo marito» strizzò l’occhio. «È stato lui a scrivermi una lettera.»
Uscì nell’ingresso, si tolse la pelliccia e il cappello, li ripose nella cassa.
«Eh, Mariuccia mia…» mormorò tra sé. «Non ha riconosciuto la mia voce. O fa finta?»
Intanto la nonna si ammirava allo specchio col fazzoletto nuovo e sussurrava:
«Ecco come viviamo, Gianni… Come se non sapessimo nulla. Invece lo sappiamo. È il nostro modo di amarci. E la magia è proprio questa.»
**Lezione di oggi:** A volte, la magia più grande è nella complicità silenziosa tra due persone che si conoscono da una vita.