Quando la libertà bussa alla porta: un uomo racconta la sua storia

“Li hanno cresciuti i figli, e appena è andata in pensione, scappa via da me, ci credi?!” si lamentava l’uomo canuto col cappello, mentre giocava a scacchi con il suo amico.

L’autunno aveva appena iniziato a spargere le sue foglie dorate nel cortile. Il tempo era magnifico, si respirava aria fresca e leggera.

Da anni, ormai, i pensionati passavano l’estate nel parco vicino a casa loro. Avevano trovato un angolino con tre panchine vicine e si incontravano lì tutte le sere, non appena il caldo si placava.

Con l’arrivo del freddo, la buona abitudine non era svanita. Gli uomini, ormai ingrigiti, continuavano a sedersi sulle panchine vicino al palazzo.

“Scappata proprio così, eh? Forse non è colpa sua, ma tua!” rise l’avversario. “Da un brav’uomo non si scappa!”

Luigi, che qualche anno prima si era trovato nella stessa situazione, capiva benissimo da dove nasceva quella fuga.

L’uomo col cappello alzò gli occhi, dello stesso colore dei suoi capelli, e sorrise.

“Scacco matto, Luigi. Quanto a mia moglie… l’ha fatto per dispetto! Sa che senza di lei non so fare nulla, ecco perché ha fatto così… per farmela pagare.”

Prima di andarsene, glielo aveva detto chiaro:

“Basta, Giovanni, sono stufa di servirti! Non sei capace a far nulla da solo, allora me ne vado… così capirai cosa significa!”

Non aveva nemmeno detto dove andava…

“E allora, com’è ora, Giovanni?” chiese Luigi, ricordando le sue stesse emozioni.

“Male… anzi, triste! Il primo giorno volevo fare baldoria per la gioia. Avevo anche comprato una bottiglia di bianco… l’ho messa in frigo, ma non sono riuscito a berla.”

Nessuno che sgridasse, nessuno che dicesse “non si fa!” o “smettila!”. Nessun rumore in casa. E così, improvvisamente, non ne ho più avuto voglia. Mi è scesa addosso una malinconia…

Luigi rise. Capiva Giovanni benissimo. Ci era passato anche lui, esattamente come lo descriveva.

Giovanni fissò la scacchiera, pensieroso.

Gli uomini intorno osservavano la scena, tra preoccupazione e compassione.

Nessuno, a quell’età, voleva restare senza la propria moglie.

Anche se nella vita di tutti i giorni c’erano momenti noiosi, la propria metà era pur sempre quella che ti completava.

“Chiamala, digli che hai capito, che ti penti,” propose uno degli uomini, più giovane degli altri.

Giovanni fece un gesto con la mano:

“Ma chi può capire cosa vuole davvero?”

“Io ricordo che da bambino, in campagna, portavo le caprette a pascolare,” intervenne il vicino del quinto piano. “Se una capretta scappava e non voleva tornare, la attiravo con una carota. E tu fai lo stesso! Poi le cose si sistemeranno da sole…”

“E con cosa la attiro?!” rise Giovanni. “Ha già tutto, qui bisogna non sbagliare…”

“Sentiamo, se chiamassi io? Le dico che sono passato da te cinque volte e non apre mai nessuno?” propose il vicino di pianerottolo.

“Ah! Ecco l’idea!” si illuminò Giovanni. “Tornerà di corsa, penserà che sia successo qualcosa. E io sarò lì, pronto… con fiori, dolci!”

Così, gli uomini se ne andarono.

…Il giorno dopo, come concordato, il vicino Edoardo chiamò la moglie di Giovanni e le raccontò di non averlo visto da giorni, che non apriva mai.

“Chissà cosa gli è successo, vieni subito…”

Nel frattempo, Giovanni non aveva perso tempo. Era corso al mercato la mattina presto, comprato prelibatezze, poi in fioraio per tre garofani, e di corsa a casa.

“Uff, che corsa! Sono stanco morto…” pensò Giovanni.

Ma decise che in pigiama non era il caso di chiedere scusa.

Indossò il suo completo grigio, quello che la moglie gli aveva comprato per i funerali, e apparecchiò la tavola.

Tutto era pronto, lo spumante e la torta in frigo, l’acqua bollente per il tè. Si sedette e aspettò.

Che caldo, col completo! Ma non poteva toglierlo, doveva presentarsi al meglio per la sua Rosalba!

Si alzò più volte per guardare dalla finestra. Niente.

Poi pensò di aspettarla con i fiori in mano. Prese i garofani, uno purtroppo si era rotto per la fretta.

Prese un goccio di vino bianco, per calmare l’agitazione.

Restò lì un’ora intera, con i fiori stretti in mano sul divano, finché il sonno non iniziò a prendersi di lui.

Si distese con cura, per non sgualcire il completo, e tenne i fiori sul petto per non perderli…

…La moglie di Giovanni arrivò la sera. Aveva dovuto prendere il treno dalla sorella, cinque ore di viaggio, poi un taxi.

Davanti al palazzo, Rosalba guardò su: nessuna luce in casa!

Si preoccupò tantissimo e corse dentro.

Aprì la porta con le sue chiavi, piano piano. Silenzio. Niente traccia di Giovanni…

“Mio Dio, chissà cosa gli è successo…” pensò.

Accese la luce nel corridoio e entrò in salotto.

Guardò il divano… e quasi cadde per lo stupore!

Lì, sul divano, c’era Giovanni… nel completo… con due garofani appassiti tra le mani…

Rosalba cadde in ginocchio davanti a lui e rimase immobile, poi scoppiò in lacrime.

“Rosalba! Sei tornata!” sorrise Giovanni, porgendole i fiori.

“Vivo!” gridò Rosalba. “E io che credevo… Non posso lasciarti neanche una settimana da solo, dico bene? Che uomo sei, Giovanni?!”

Continuò a sgridarlo, mentre lui, seduto sul divano, non smetteva di sorridere.

“Che bello, che pace…” pensava. “È tornata la mia capretta. L’ho attirata, proprio come ha detto Edoardo!”

“E tu ridi pure!” continuava Rosalba. “Adesso ti faccio vedere io!”

“Ti amo, Rosalba, così tanto che non ti lascerò mai più andare,” disse lui, sereno.

A quelle parole, lei smise di sgridarlo.

“In questa settimana ho capito tutto… Non lasciarmi, ti prego. Farò tutto quello che vuoi.”

“E non farai più il matto?”

“Ma io non ho combinato nulla, mi sono solo messo in ordine per te!”

“Va bene, allora…” Rosalba andò in cucina e accese la luce.

“Oh… ah…” cominciò a esclamare.

“Una bella carotina…” pensò Giovanni intanto. “Ora devo solo continuare a sorprenderla, e la mia Rosalba non scapperà mai più…”

**La vita ci insegna che a volte basta un gesto sincero per riaccendere l’amore, perché il vero affetto non muore mai, si nasconde solo sotto le piccole cose di ogni giorno.**

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

2 + 12 =

Quando la libertà bussa alla porta: un uomo racconta la sua storia