Quando la suocera annuncia l’eredità: Come affrontare la disparità tra fratelli

Ieri sera mia suocera ha radunato tutta la famiglia per annunciare chi avrebbe ricevuto cosa. Lo so, potrei essere giudicata, ma mi fa male il cuore per mio marito. La madre di lui, Rosetta Lombardi, ha deciso di organizzare questa riunione di famiglia. Eravamo tutti lì: figli, nipoti, nuore. Sembrava un normale ritrovo, ma no. Lei voleva dichiarare… chi avrebbe ereditato cosa dopo la sua morte. Esatto, proprio così. Ha distribuito tutto in anticipo, come ha detto, “per evitare litigi dopo.” Ma dopo quel discorso, la pace in famiglia sarà difficile da mantenere.

Quando Rosetta ha annunciato: “L’appartamento in centro a Firenze va al più giovane, Luca,” le mani di mio marito, Matteo, hanno tremato. Poi ha continuato: “Al figlio maggiore, Matteo, lascio la casetta di campagna a Montepulciano. Sara (cioè io) avrà i gioielli di famiglia e il servizio di porcellana della nonna. Agli altri toccheranno azioni, il microonde, o la vecchia sveglia del nonno.” Tutti a tavola si sono scambiati sguardi. Per dirla con delicatezza, erano sconcertati. Io, invece, ho sentito un nodo allo stomaco per l’ingiustizia.

Mentre gli ospiti si preparavano ad andare via, Matteo, nonostante la confusione, si è avvicinato a sua madre. Le ha chiesto con calma, senza rimproveri:
“Mamma, perché hai deciso di dividere così? Non contesto il tuo diritto, ma potevi fare diversamente. Spiegami il motivo.”

E lei ha detto la verità. In gioventù, i genitori avevano investito tutto su Matteo. Speravano diventasse un diplomatico, che vivesse all’estero. Erano orgogliosi, hanno finanziato un matrimonio sontuoso e si sono occupati del nipote quando eravamo giovani. Insomma, secondo lei, il figlio maggiore aveva già avuto la sua parte di attenzioni e sostegno.

Luca, invece, il più piccolo, era sempre stato trascurato. Lavoro, impegni, i problemi del fratello maggiore… e lui è cresciuto insicuro. Ha abbandonato gli studi, non ha costruito una carriera, si è sposato con la prima che ha accettato. Adesso vive con la moglie e il bambino nell’appartamento dei suoceri. Lui sta a casa col piccolo, lei lavora e guadagna più di lui. Una casa di proprietà? Impensabile, figuriamoci un mutuo. Rosetta ha detto: “È fragile perché non l’abbiamo sostenuto abbastanza. Voglio che almeno abbia un tetto suo.”

Ma il punto è questo: io e Matteo non abbiamo mai sfruttato i genitori. Abbiamo preso un mutuo, comprato casa, lavoriamo sodo. Ci siamo costruiti tutto da soli. E ora sembra che ci stiano “premiando” togliendoci quello che spetterebbe di diritto?

Capisco che queste scelte siano personali. Ma mi brucia dentro, non per me, per mio marito. Lui non parla, non si lamenta, ma so che è ferito. E ora non so come comportarci con Rosetta. Dopo questa “ripartizione”, non ho nemmeno voglia di parlarle. Quando i genitori non ci saranno più, resteranno solo i ricordi. E possono essere dolci… o amarissimi.

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