Quando Laila aveva sedici anni, una vecchia zingara al mercato le prese la mano, studiò le linee del destino e disse:

Ciao, ti racconto una cosa che è successa a Ginevra, quando aveva sedici anni. Una vecchia zingara al mercato di Napoli le prese la mano, fissò la sua linea del destino e le disse: Non ti sposerai mai. Ginevra rise, ma gli anni passarono e, quando Valentino le si presentò con lanello al dito, ricordò quelle parole e rispose con un sorriso: Va bene, almeno sarò la sposa. Si sono sposati.

Per un po non arrivarono figli. I medici fu sicuri: sterilidadе, niente da fare, nessuna speranza. Ginevra sospirò, cercando di non piangere, e disse: Allora sarò almeno la moglie. Poi, miracolosamente, rimase incinta. Il dottore la avvertì: È rischioso, potresti non farcela. Lei sorrise di nuovo: Allora almeno sarò incinta. Partorì un ragazzo sano e forte.

Gli anni passarono, Ginevra e Valentino attraversarono tutto insieme: gioie, perdite, risate, lacrime, alti e bassi. Quarantanni volarono come un giorno. Poi arrivò una nuova diagnosi. Vi restano sei mesi di vita, dissero i medici. Ginevra lo guardò dritto negli occhi e replicò: Allora salterò con il paracadute, è sempre stato il mio sogno. E così fece: il primo salto, il secondo, e ancora un altro.

Qualche mese dopo, quando rifecero gli esami, la malattia non cera più. Perché finché una persona è davvero viva, il destino non fa altro che scrollare le spalle e riscrive la sua storia da capo.

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Quando Laila aveva sedici anni, una vecchia zingara al mercato le prese la mano, studiò le linee del destino e disse: