Di recente sono andata a casa di zia Lucia a lasciare dei documenti. Ci vediamo solo durante le festività, ma questa volta è stato un caso di urgenza. Non sta bene, però la sua condizione non è legata a problemi di denaro. Non sono avara; credo che pulizia e ordine siano la base di una vita dignitosa. Si può vivere con modestia, ma la casa deve essere tenuta in ordine.
Sulla parete della cucina ci sono decine di spazzole cattura polvere. Figurine, servizi da tè e vasetti di conserve sono impilati a mucchi di trenta o più pezzi. Nel bagno cè una lettiera per il gatto zia la pulisce una volta alla settimana. I rifiuti sono ammassati proprio ai piedi. Lappartamento puzza di acque reflue e di cibo marcio.
Zia mi ha offerto qualcosa da mangiare e ha iniziato a apparecchiare la tavola. Quando disponeva le stoviglie, ho notato che erano sporche. Mentre lei metteva qualcosa dal tegame, ho estratto dal sacchetto le salviette antibatteriche e ho cominciato a pulire le forchette.
Lei se ne è accorta. Quando ho iniziato a frugare nel cibo, zia ha detto:
Non hai fame o non ti piace?
Che cosa dovevo rispondere? Vi è mai capitato di trovarvi in una situazione simile?
Ho capito, infine, che il rispetto per ligiene non deve trasformarsi in giudizio verso gli altri; è più saggio offrire il proprio aiuto con discrezione. Così, come dice il proverbio, chi ben comincia è a metà dellopera, e la gentilezza diventa il vero ingrediente per una convivenza serena.






