Quando un vero mago entra in casa

**31 Dicembre – Un miracolo davvero speciale**

Nonna Rosa sedeva al tavolo della cucina, lavorando a maglia un paio di calze calde, punto dopo punto con pazienza. Sulla carta d’identità era Rosalba Rossi, ma nel paese tutti la chiamavano semplicemente Rosa, con affetto, come fosse una di famiglia.

Nella casa regnava il silenzio dell’inverno, rotto solo dal crepitio della radio posata sul davanzale. All’improvviso, la porta scricchiolò. Rosa alzò lo sguardo e rimase senza fiato. Sulla soglia c’era… Babbo Natale in persona. Cappello rosso, barba bianca, pelliccia ai bordi del mantello—tutto perfetto, come nelle storie.

«Buonasera, Rosina!» esclamò lui, sorridendo. «Posso entrare?»

Rosa si sistemò gli occhiali, lo osservò meglio—il sacco, gli stivali—e sussurrò, stupita:

«Santo cielo, ma sei davvero tu? E perché mai proprio me?»

«E perché no?» rise il vecchietto. «Oggi è il 31 dicembre! Tutti festeggiano. E io sono venuto con un regalo per te.»

«Ma cosa vuoi da una vecchia come me? Dovresti andare dai bambini, ascoltare le loro poesie. Io cosa sono? Solo una nonnina, ormai ho visto tutto.»

«I bimbi, qui, si contano sulle dita di una mano. Ma i tuoi calzini… guarda che belli e caldi!» fece un cenno verso la lana. «Anche tu meriti un regalo.»

«Va bene, visto che ci sei, fammi vedere questo dono,» sorrise lei. «Ma le poesie no, eh? Ho la schiena a pezzi, riesco a malapena a muovermi.»

«Allora dimmi, cosa hai fatto di buono quest’anno?»

«Io? Mah…» rifletté Rosa. «Ho lavorato a maglia guanti per i nipotini, calze per i vicini. Ho regalato verdure dell’orto. Forse non per bontà, ma perché non avevo altro da fare.»

«Non fare la modesta. La gentilezza vera è quella che non chiede niente in cambio.»

«A proposito, il mio vecchio è sparito da stamattina. È uscito e più nessuna notizia.»

«Anche lui è nella mia lista. È sempre lo stesso allegrone?»

«Più che mai! Va in giro a raccontare barzellette, canta canzoni. Fa ridere tutti, per tenerli di buon umore.»

«E tu lo ami?»

«Tu che ne pensi?» sorrise Rosa. «Siamo insieme da cinquant’anni. Facciamo finta di non sentire, di non vedere tutto. E non litighiamo. A cosa servirebbe?»

Babbo Natale estrasse dal sacco un foulore—morbido, di lana, ricamato con riflessi dorati.

«Ecco, per te. Mettitelo e sembrerai dieci anni più giovane.»

«Che meraviglia!» gli occhi di Rosa brillarono. «Ne ho sempre sognato uno così. Grazie mille!»

«Ringrazia tuo marito,» strizzò l’occhio il vecchio. «È stato lui a scrivermi.»

Uscì nell’ingresso, si tolse il cappotto, il cappello e li nascose in un baule.

«Eh, Rosina mia…» mormorò tra sé. «Non ha riconosciuto la mia voce. O fa finta?»

Intanto, Rosa si guardava allo specchio con il foulore nuovo e sussurrava:

«Ecco come viviamo, Nino… Come se non sapessimo niente. E invece sappiamo. Ma ci amiamo a modo nostro. E la magia è proprio in questo.»

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