Quattro anni fa, una storia d’amore tra studi e avventure.

Quattro anni fa, io e la mia ragazza studiavamo a Orvieto, in Umbria. Una sera, verso le dieci e mezza, uscimmo per andare a cena da un’amica. La sua casa era a un isolato dall’appartamento della mia fidanzata, così decidemmo di andare a piedi. Tutto sembrava normale: chiacchieravamo e camminavamo tranquilli. Per arrivare, dovevamo girare a sinistra all’angolo.

Stavamo per raggiungere l’amica quando, nel bel mezzo della conversazione, la mia ragazza, Giulia Bellini, mi chiese a bassa voce cosa fosse quella cosa che si avvicinava in lontananza. Guardai di sfuggita e, a due isolati di distanza, vidi una sagoma che si muoveva verso di noi. Era alta, massiccia, e camminava quasi di lato, con una postura ricurva. Nonostante la strada fosse buia, si vedeva che avanzava veloce, come se volesse raggiungerci.

Ci sembrò strano, ma pensammo fosse qualcuno del quartiere, magari un senzatetto. Continuammo la nostra strada e svoltammo l’angolo. Mancavano solo due case, quando Giulia mi strinse la mano con forza. Mi sussurrò, impaurita, se avessi visto cosa c’era alle nostre spalle. Mi voltai di scatto e lì, proprio all’angolo che avevamo appena girato, c’era di nuovo quella figura.

Era impossibile che ci avesse raggiunti così in fretta. L’avevamo vista molto più indietro pochi secondi prima. La paura ci paralizzò, ancora di più quando ricominciò a camminare, veloce, quasi con fatica, ma sempre più vicina.

Scappammo senza pensarci e arrivammo a casa dell’amica. Bussammo alla porta disperati e lei aprì subito. Entrammo senza fiato. Notò che eravamo pallidi e agitati. Il suo cagnolino, Birillo, cominciò ad abbaiare insistente verso la strada, come se ci fosse qualcuno là fuori.

Vedendoci così sconvolti, l’amica pensò che ci avessero rapinato. Quando ci calmammo un po’, le raccontammo tutto. Lei e i suoi genitori uscirono a controllare, ma non videro nessuno. La strada era completamente deserta.

Quella notte decidemmo di non tornare a casa. Dormimmo lì, con il cuore in gola. Ancora oggi non sappiamo cosa ci inseguisse, ma entrambi siamo d’accordo su una cosa: qualunque cosa fosse, non sembrava umano.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

18 − 8 =

Quattro anni fa, una storia d’amore tra studi e avventure.