**La Ricetta di Famiglia**
«Davvero vuoi sposare una ragazza conosciuta su internet?» chiese Luigina Rossi, squadrando la futura nuora come se potesse infilare in casa una banconota falsa. Il suo sguardo, pesante e giudicante, scivolò sui capelli semplici di Giulia, sul vestito modesto. «Ma non vi conoscete neanche!»
Giulia sentì un brivido correrle lungo la schiena. Erano sedute in quella cucina minuscola ma accogliente, dove era cresciuto Luca. Laria sapeva di vaniglia e di parquet antico.
«Mamma, basta,» intervenne Luca, passando un braccio attorno alle spalle di Giulia. «Non ci siamo conosciuti online, ma in un club del libro. Abbiamo solo chattato prima. Per sei mesi! E Giulia è fantastica!»
La loro storia era cominciata così: Giulia teneva un piccolo blog su libri dimenticati. Luca, ingegnere informatico con una passione per i classici, aveva letto il suo post su *I Fratelli Karamazov*. La discussione era finita in chat, poi in chiamate interminabili. Scoprirono di ridere delle stesse battute, di amare le stesse coseil silenzio, lonestà, lodore della polvere sui libri. Il primo incontro davanti alla statua di Dante non fu un appuntamento, ma la continuazione di un discorso. Con lei, Luca si sentiva a casa. Lei, invece, vide in lui un uomo timido ma con un mondo interiore profondo.
«Fantastica» sbuffò Luigina, facendo tintinnare il cucchiaino nella tazza di porcellana con troppa enfasi. «Eppure viene da unaltra città, non ha lavoro qui, e poichi sa cosa le passa per la testa? Ho cresciuto mio figlio, lho educato, e adesso arriva questa»
Giulia strinse i denti ma tacque.
Aveva già capito: la suocera non la vedeva come una persona, ma come una minacciaunestranea che voleva portarle via il figlio. Luigina era una donna fatta di regole ferree e di una lotta senza compromessi contro le debolezze. Dopo la morte del marito cinque anni prima, aveva stretto ancora di più il cerchio protettivo attorno a Luca.
I primi tentativi di avvicinarsi erano falliti.
Quando Giulia, mettendocela tutta, aveva preparato una crostata di mele con cannella e anice, «come faceva la nonna», Luigina ne aveva staccato un pezzettino e borbottato:
«Troppo dolce. Da noi non si fa così.»
Quando aveva offerto di aiutare con le pulizie, la risposta era stata secca:
«No, grazie. Io so dove sta tutto. Altrimenti poi ci metto sei mesi a ritrovare le cose.»
Rimasti soli nella stanza di Luca, tra modellini di navi e libri di fisica, lui le aveva detto, rassegnato:
«Non prenderla a cuore. Mamma è così. Affettuosa, ma spinosa come un riccio.»
«Ci sto provando,» sussurrò Giulia, guardando fuori dalla finestra i balconi tutti uguali. «Ma vivere in una guerra fredda è pesante, e andarcene non sarà possibile ancora per un po.»
Ma Giulia non si arrendeva. Era una di quelle persone che credono che ogni fortezza abbia una porta segreta.
Una mattina di sabato, mentre Luigina spolverava gli scaffali, tirò fuori un vecchio album e cominciò a sfogliarlo. Giulia chiese permesso e si sedette accanto a lei. Notò che la suocera si fermò su una foto ingiallita: era lei, giovane e sorridente, accanto a un uomo alto e dai capelli scuri.
«Chi è?» chiese Giulia con cautela.
Luigina trasalì, come colta in fallo.
«Mio fratello, Andrea,» sospirò, e per la prima volta nella sua voce non cera asprezza, ma solo tristezza. «Ci siamo litigati. Ventanni fa, se non di più.»
«Per cosa?» osò chiedere Giulia, temendo di spezzare quel momento fragile.
«Per una stupidaggine. Un terreno lasciato dai nostri genitori. Entrambi testardi come muli. Lui mi disse cose brutte, io risposi male. E basta. Viviamo nella stessa città, ma come se fossimo su pianeti diversi.»
Giulia tacque, ma nella sua mente già nasceva un piano. Ricordò che Luca, una volta, aveva accennato al fatto che la madre era diventata ancora più chiusa dopo quel litigio.
Una settimana dopo, incrociando nel palazzo la chiacchierona zia Pina, Giulia «casualmente» parlò della famiglia di Luca.
«Ah, Luigina e suo fratello!» esclamò zia Pina. «Erano inseparabili! Andrea vive lì nel quartiere nuovo, sai? Lanno scorso è stato male, ha avuto un intervento al cuore. I figli sono a Milano, poveretto, è tutto solo.»
Quella sera, mentre Luca leggeva e Luigina lavorava a maglia, Giulia disse con delicatezza:
«Luigina, sapeva che suo fratello lanno scorso ha avuto un intervento al cuore?»
I ferri si fermarono. La suocera impallidì:
«Cosa?! Come lo sai?»
«Me lha detto zia Pina oggi. Dice che è solo, i figli sono lontani, e nessuno poteva aiutarlo»
Luigina non rispose. Andò in camera sua in silenzio. Giulia la sentì camminare avanti e indietro. La serata trascorse pesante.
Il mattino dopo, la suoceradi solito pigra ad alzarsiera già in piedi.
«Vado da unamica,» borbottò, infilando il cappotto migliore.
Tornò alla sera. Gli occhi erano rossi, ma non cera più freddezza nel suo sguardo. Vedendo Giulia in cucina, si fermò sulla porta:
«Grazie,» disse, quasi soffocata. E se ne andò, incapace di aggiungere altro.
Si seppe poi che aveva preso lautobus ed era andata davanti alla casa del fratello. Aveva aspettato mezzora prima di suonare. Quando lui aprì, si guardarono un attimo in silenziodue caparbi ormai grigipoi si abbracciarono e piansero, ricordando linfanzia e ridendo di quanto fossero stupide le loro vecchie rancore di fronte al tempo e alla malattia.
«Hai ragione,» disse Luigina qualche giorno dopo, sorseggiando il tè. «A volte basta fare un passo. Ventanni di silenzio per un pezzo di terra Che sciocchezza.»
Da allora, cominciò a trattare Giulia con più dolcezza. Non più come unintrusa, ma come una di famiglia. Una volta, mentre sistemava la dispensa, chiese piano:
«Giulia quella crostata con lanice. Me la insegneresti? A Luca è piaciuta tanto.»
Con le mani che le tremavano leggermente, Giulia tirò fuori la farina. E così, in quella cucina stretta, lavorarono insieme. La puntigliosa Luigina questa volta si limitò a seguire, senza dare consigli. Tagliarono le mele, prepararono limpasto e infornarono.
«Sai,» disse Luigina, asciugandosi le mani sul grembiule, «mio fratello è così felice che ci siamo riappacificati. Mi ha chiesto chi mi avesse spinto a venire.»
Giulia sorrise senza rispondere.
«Allora,» disse Luca, rientrando dal lavoro e trovandole insieme in cucina, «pare che abbiate cucinato qualcosa in due?»
Giulia si strinse a lui e annuì. Sapeva che a volte, per riconciliare le persone, basta ricordare loro lamore che esisteva molto prima del tuo arrivo. Basta trovare il






