Rifugio Costiero

**Il Paesino sul Mare**

La sera scende sul piccolo paese di mare. L’autunno non si fa ancora sentire, ma i turisti sono diminuiti. Valerio era uno di quelli che non amavano il caos della spiaggia e il caldo afoso. Per questo aveva scelto ottobre per la sua vacanza al mare. Faceva ancora abbastanza caldo per nuotare, mentre le notti erano fresche e profumate. Ma c’era un’altra ragione per cui era tornato proprio qui.

Camminava lentamente, leggendo con attenzione i nomi delle strade sulle targhe. Pensava che, arrivando, avrebbe ricordato tutto subito, ma non riconosceva nulla. Si fermò davanti alla casa che cercava, tirò fuori un foglietto dalla tasca e controllò l’indirizzo. Era quello giusto. Lo stesso, ma al posto della vecchia casetta a un solo piano ora c’era un elegante villino a due piani con un tetto aguzzo. Attraverso la inferriata del cancello, vedeva un giardino ben curato, con alberi carichi di limoni, cachi e mele.

Valerio si tolse la borsa a tracolla e la posò a terra, estrasse un fazzoletto e si asciugò il viso sudata. In fondo al giardino, una donna stendeva il bucato. La osservò di spalle. «Possibile che sua madre sia ancora viva?» pensò. La donna raccolse la cesta del bucato e si avviò per andarsene. Valerio inspirò profondamente e la chiamò:

“Signora! Affitta una stanza?”

La donna si voltò, lo guardò e si avvicinò al cancello. Vedendola da vicino, capì di essersi sbagliato. Era coetanea sua.

“Vuole affittare una stanza?” chiese, strizzando gli occhi per osservarlo meglio.

“Sì. Dei conoscenti hanno soggiornato qui quest’estate, mi hanno consigliato di venire da voi,” mentì.

“Perché così tardi? La stagione è quasi finita.”

“Per me è perfetto. Non sopporto il caldo,” sorrise Valerio. “Allora, la stanza è disponibile?”

“Tutte, se vuole. Sono libere,” rispose la donna, posando la cesta per aprirgli il cancello. “Avanti, la casa è aperta.”

Valerio riprese la borsa e le passò accanto.

“Entri,” lo invitò di nuovo, vedendolo esitare sulla soglia.

Oltrepassò l’ingresso spazioso, che fungeva anche da soggiorno. Tutto era pulito, luminoso, arredato con gusto e comfort, ben diverso da come ricordava.

“La sua stanza è al primo piano, venga, gliela mostro,” disse la donna.

I gradini della scala scricchiolavano appena sotto il suo peso. Un tempo non c’era un piano superiore. Era davvero il posto giusto?

“La porta a destra,” indicò lei. “Per quanti giorni resta? Ma non importa. Il bagno è accanto, è condiviso con le altre stanze, ma al momento è solo lei, quindi sarà tutto per lei.”

Valerio entrò nella stanza accogliente. Dalla finestra si vedeva il mare, sovrastato da un tramonto infuocato.

“Come in una favola,” disse, senza trattenere l’ammirazione.

“I suoi amici le hanno parlato del prezzo? Fuori stagione, lo scontiamo. Il vitto è a parte.”

“Per me va bene.” Valerio la guardò e sorrise. “Come posso chiamarla?”

“Mi chiamo Grazia. E lei?”

“Val… Valerio,” rispose, esitando un attimo.

*Grazia. Era proprio lei? Com’è cambiata. E cosa mi aspettavo? Che dopo quarant’anni sarebbe rimasta la stessa ragazzina? Il tempo ha trasformato tutto. A quanto pare, non mi ha riconosciuto.*

“È già stato qui prima?” chiese Grazia, come se avesse letto i suoi pensieri. “Mi guarda in un modo che mi ha fatto pensare…”

“Non credo di essere mai stato in questa casa,” disse, dando un’altra occhiata alla stanza.

“Vuole cenare?”

“Se non è un disturbo,” Valerio cercò di riconoscere in lei i tratti di un tempo.

“Nessun problema. Scenda tra venti minuti.” E uscì.

Valerio si sedette pesantemente sul letto, che era morbidissimo e non cigolò. Quarant’anni prima, aveva vissuto al piano di sotto, in una stanzetta angusta. Il primo piano non esisteva ancora.

*Non mi ha riconosciuto. Dopo quarant’anni, è normale. Probabilmente si è dimenticata di me. È ingrassata, è invecchiata. Se l’avessi incrociata per strada, non l’avrei riconosciuta. Ah, Grazia, quanta acqua è passata sotto i ponti…*

***

Era arrivato in quel paesino sulla costa tirrenica con due amici. Avrebbe dovuto esserci anche la sua ragazza, Laura, ma poco prima della partenza l’aveva scoperta con un uomo più grande. Avevano litigato, e lei aveva rifiutato di partire con lui. Valerio era devastato, voleva rinunciare alla vacanza. Che senso aveva, se la persona che amava lo aveva tradito?

Ma un amico lo convinse ad andare comunque, per dimenticare e guarire. Alloggiarono tutti insieme in una stanza condivisa, con la fidanzata dell’amico, Elena. In piena stagione, era l’unica soluzione. Valerio si sentiva a disagio. Passava le serate sulla passeggiata, per lasciare spazio alla coppia. E anche in spiaggia, se ne stava lontano.

Fu così che incontrò Grazia. Nuotava lontano dalla folla, con una bracciata elegante. Si presentarono, e Valerio le chiese dove alloggiasse.

“Sono del posto, sono in vacanza dalla mamma. Devo andare, ho promesso di aiutarla con l’orto,” disse Grazia, infilandosi un vestito sul costume bagnato.

“Posso accompagnarti? Non partire senza di me,” Valerio afferrò in fretta la sua roba.

Lungo la strada, le chiese se sua madre affittasse camere.

“Certo. Quasi tutti qui lo fanno. D’inverno serve per tirare avanti. Tu non hai dove stare?”

“Ho una stanza, ma condivido con un amico e la sua ragazza. Non è ideale per nessuno.”

“Se vuoi, trasferisciti da noi, parlo io con la mamma,” propose Grazia.

Valerio accettò senza nemmeno vedere la stanza. Era piccola, ma costava di più. I suoi amici cercarono di farlo desistere.

“Ho i miei interessi,” disse evasivo, e alla fine lo lasciarono andare.

Quelle due settimane volarono. Laura quasi non gli veniva in mente. Perché pensarci, quando accanto a lui c’era Grazia, bella e innamorata di lui? Allora, credeva di amarla anche lui.

Una volta aveva sentito la madre rimproverarla per i suoi ritardi con l’ospite. Le raccomandava prudenza. Ma ogni sera si ritrovavano in riva al mare, sdraiati sulla sabbia, a guardare le stelle e a baciarsi fino a perdere il senso del tempo, finché il cielo non si tingeva di rosa.

Prima di partire, si scambiarono i numeri, promettendosi di rivedersi. Roma e Milano non erano poi così lontane. Grazia aveva corso dietro al treno, salutandolo con la mano. E lui avrebbe voluto scendere e restare con lei per sempre.

Per tutto il viaggio, Valerio rimase sdraiato nella cuccetta, voltato verso il muro. Rimpiangeva il mare calmo, Grazia, e sognava il loro futuro. Gli sembrava tutto possibile. Ma, come spesso accade, le promesse fatte nella passione si perdono nel vento.

Tornato a casa, Laura lo cercò subito. Si scusò, disse diE mentre la neve cadeva silenziosa oltre la finestra, Valerio chiuse gli occhi e sospirò, sorridendo all’idea che forse, finalmente, il tempo gli stesse concedendo un’altra possibilità.

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