Tenersi il marito a freno. Racconto
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Dopo lospedale, Antonella si sentiva meglio e, da buona formica operosa, aveva in programma di tornare subito alle solite attività.
Ma quella mattina, appena aperto gli occhi, fu investita da unondata di protesta interiore che nemmeno sospettava di avere.
Suo marito era già lì che sgranchiva le giunture.
Sportivone da sempre, anche ora che era in pensione non si lasciava intenerire dalla pigrizia: alle sette precise partiva il tour de force mattutino per mantenere le articolazioni giovani e pimpanti.
Antonella, invece, la prima cosa che faceva era correre dalla gatta Margherita per pulirle la lettiera.
Poi, di corsa, metteva qualcosa nella ciotola della sua gatta preferita Margherita e del fedele cagnolino Briciola, cercava di tamponare gli effetti dei raid notturni dei quattro zampe tra corridoio e cucina, e si preparava per portare fuori (con passo quasi olimpico) Briciola.
Di giorno e pure alla sera, le passeggiate si facevano più lunghe e tranquille, con Andrea, il marito, a godersi la pace dei viali alberati. Ma al mattino, mentre lui combatteva con le ossa scricchiolanti, Antonella sinventava il modo di arrivare ovunque.
Al ritorno dalla passeggiata, si lanciava nella preparazione della loro immancabile colazione. Niente di trascendentale: ricotta col miele e frutta secca oppure frittelle di ricotta, alternando con omelette, uova alla coque o allocchio di bue.
Antonella si consolava pensando che tutta questa agitazione mattutina equivalesse ormai alla sua ginnastica. Peccato che i medici dellospedale, quando seppero del suo ritmo domestico, scossero la testa dicendo che, a star dietro alla casa, il fisico non si tonifica davvero.
Andrea, dopo la sequenza di esercizi, faceva il letto, non mancando di borbottare che non è lavoro da uomini e che in casa lunico a fare davvero qualcosa era lui. Due volte la settimana infilava il bucato in lavatrice, aspirava rapidamente i pavimenti, pronto però a sottolineare che “Antonella non finisce mai niente come si deve”.
Infine, per sentirsi il marito modello, lavava pure i piatti dopo la colazione.
Il resto della mattinata lei lo passava a preparare il pranzo e poi, finalmente, al computer.
Anche in pensione, Antonella arrotondava con qualche lavoretto. Mai stare a contare gli spiccioli!
Andrea però trovava buffe queste sue occupazioni e giudicava ogni suo acquisto superfluo. Abbiamo gli armadi pieni, cosaltro ti serve?
Così Antonella, per quieto vivere, spesso acconsentiva. I vestiti non la scaldavano più di tanto, dopotutto Andrea la riempiva di complimenti su quanto fosse ancora affascinante rispetto alle coetanee. E lei non diceva niente nemmeno quando Andrea si presentava con il terzo trapano elettrico o qualche aggeggio inutile, pagato proprio con quei suoi “lavoretti buffi”.
Tutto però cambiò, e in modo così inaspettato che spaventò persino lei stessa.
Era finita in ospedale di punto in bianco: aveva avuto un mancamento davanti allortofrutta sotto casa.
I medici, dopo aver visto i suoi esami del sangue, stentarono a credere che riuscisse ancora a camminare per conto suo.
Persino Andrea, entrato a trovarla, restò di stucco quando la vide pallidissima sotto la flebo. E si rese conto, dovendo occuparsi della casa da solo, di quante cose in realtà ci fossero da fare.
Ovviamente non vedeva lora che tornasse a casa: la amava sinceramente e per lui era unansia quotidiana tenerla lontana.
Per qualche giorno Antonella seguì i suggerimenti dei medici e rimase a riposo. Andrea le stava vicino, vegliava su di lei e le chiedeva spesso:
Allora Antonella, va un po meglio? Ancora no? Ma vedo che oggi hai più colore in faccia!
E scherzava:
Oh, attenta a non restare a letto troppo a lungo! Torna in pista, che poltrire non ti fa bene, dai!
Antonella non era contraria al ritorno alle abitudini. Però, quella mattina, non sentì nessun desiderio di buttarsi a capofitto nei soliti mestieri.
Guardò Andrea tutto concentrato nei suoi esercizi in attesa che ANCHE lei partisse con le sue incombenze.
Per la prima volta da anni, smise di vedere in quelluomo un compagno premuroso. Ne scorse piuttosto uno che, senza rendersene conto, si apprestava nuovamente a pesarle sulle spalle tutto il carico domestico.
Si sentì montare dentro una specie di rivolta!
Ricordò la frase del medico, detta proprio col tono serissimo che ora rimbombava nella sua testa come una campana.
“Non pensa mai a se stessa. E suo marito, lo ha abituato così. Per lui è tutto facile perché crea limpressione di non stancarsi mai. Lei fa tutto col sorriso vero? E ora si ritrova con lanemia e gli esami tre volte sotto la media. Ma ci tiene davvero a vivere?”
Allospedale le avevano subito attaccato una flebo e, per rimetterla in piedi, le avevano fatto ben cinque trasfusioni di sangue.
Era la sua prima trasfusione e, fissando quel tubicino trasparente che le pompava vita, rideva amaramente tra sé: pensa te, dentro di me stanno scorrendo i globuli rossi di cinque sconosciuti… mi hanno salvato. Magari mi cambia pure il carattere!
E a quanto pare, quei pensieri tanto strani non erano proprio così peregrini…
Al rientro dallospedale, Antonella si scoprì affetta da una risolutezza tutta nuova: non aveva più nessuna voglia di compiacere sempre il marito.
Sì, Andrea era un buon uomo e anche lui faceva cose in casa che molti uomini nemmeno si sognavano. Però trovava sempre il modo di esagerare limportanza di tutto ciò che faceva LUI, e sminuire costantemente quanto facesse LEI.
Prima Antonella ci rideva su, aveva un carattere buono e accomodante. Adesso però, dentro di lei, era cambiato qualcosa.
Aveva voglia di dedicarsi a se stessa, agli hobby trascurati. Magari rimettere mano a quel vecchio pianoforte che ormai prendeva polvere tanto che stavano pensando di regalarlo. Chissà, forse avrebbe riscoperto nuovi interessi.
Si alzò e, pensierosa, si mise perfino lei a fare stretching accanto ad Andrea. Lui la fissò perplesso:
Maddai! Non ti avranno mica aggiustata troppo in ospedale, eh? Vuoi diventare sportiva a questa età, Antonella? Ma se sei già bellissima, vai a dar da mangiare a Margherita e Briciola, e prepara la colazione, che qui mi cresce la fame!
No no, il dottore mi ha detto che DEVO fare ginnastica rispose Antonella, con una sicurezza che Andrea non le aveva mai sentito in quarantanni di matrimonio. Sennò, dice, non ci arrivo a Capodanno. O vuoi vedermi stesa?
Andrea, sconvolto da tanta franchezza, nemmeno provò a controbattere. Anzi, quando Antonella, con piglio da sergente, disse:
Allora, ora do le crocchette a Margherita e Briciola, poi TU porti fuori Briciola per la passeggiata. Io intanto preparo la colazione, così ci sbrighiamo.
Andrea annuì docilmente, Antonella stessa era stupita di quanto avesse ceduto in fretta. Dentro però le ribolliva una sensazione stranissima.
Come se in lei si fossero accese proprio cinque nuove fiammelle una per ogni trasfusione pronte a guidarla: ora poteva buttare quei vestiti penosi e comprarne di nuovi con i soldi guadagnati coi suoi lavoretti buffi.
Era giunto il momento di prendersi cura di sé per davvero: ginnastica, magari pure tornare a far musica, chissà…
Cinque nuove idee chiare le affollavano la testa e, con un brivido, pensava:
Guarda un po, proprio cinque trasfusioni… Queste nuove forze sono le vite di quei cinque donatori che mi hanno dato una spinta! Si dice che chi riceve un trapianto sente cose nuove, a volte addirittura talenti inattesi.
Ora Antonella guardava Andrea senza più la vecchia rassegnazione. Nellespressione cera sicurezza: quella della dottoressa ma, anche, di queste nuove risorse quasi magiche.
Andrea si arrovellava per capire cosa stesse accadendo, assistendo al crollo del suo rassicurante mondino domestico, dove Antonella era sempre la moglie accomodante e silenziosa.
Senti Andrea gli disse Antonella, senza la minima paura di ferirlo , ho capito perché hai sempre pensato che io stessi a perder tempo. Non avevi mai visto quanto mi sforzassi, quanto tutto questo mi stancasse, tutto per renderti la vita comoda.
Adesso, invece, vedrai TUTTO. Non sorprenderti, eh, se butto via i vestiti vecchi e ne compro altri. E poi smetto di suonare solo il Valzer del cane o la Mazurca della nonna al pianoforte! Senti qua…
Sollevò il coperchio, mise le dita sui tasti e, contro ogni previsione, suonò un pezzo struggente, antico, bello da commuovere.
Andrea la fissava senza fiato, poi le sussurrò:
Antonella, ma… come hai fatto? Sei diventata unaltra!
Aveva la faccia di uno che ha appena visto un UFO: incredulo, preoccupato e forse un po intimorito.
Era abituato a una Antonella, ora si ritrovava davanti una donna nuova: più forte, più decisa, con una grinta da leone. E questo lo lasciava disorientato.
Antonella sorrideva.
Ma era una nuova Antonella, col sorriso brillante ed energico. Sentiva dentro di sé un fuoco, acceso da quelle cinque scintille nuove. E quello non era un fuocherello, no: era energia da vendere.
E quellenergia le prometteva, finalmente, una vita vera: piena, sua. Una vita dove ci fosse spazio per i suoi bisogni, i suoi sogni. E, chissà, forse anche per un amore, stavolta più sano, dove il rispetto fosse reciproco e non fatto di sacrifici silenziosi.
Non sapeva chi fossero quei cinque donatori. Ma sentiva che, oltre a salvarle la vita, le avevano regalato una felicità nuova e la voglia di fare le cose per sé, e non più solo per gli altri.
Andrea guardava Antonella con occhi pieni di meraviglia.
Dicono che non ci si deve chiedere perché accadano certe disgrazie o malattie.
La vera domanda è: PERCHÉ ci sono state mandate? Forse, soltanto per permetterci di riscoprire quanto sia meravigliosa la vita.
Quanto siano belli la primavera e linverno, la pioggia fine e il sole che spacca le pietre. È bellissimo ogni giorno, il cielo, la prima e lultima luce sulla cucina.
E le carezze, il supporto degli affetti, e persino le piccole debolezze: in fondo, siamo tutti umani…
E se un marito che adora borbottare comincia a rompere troppo, ogni tanto va rimesso un po al suo posto, sennò si dimentica pure di essere uomo
Viviamo al massimo, finché possiamo, e godiamoci ogni cosa, anche la più piccola che poi, in fondo, è la più preziosa.






