Rita fa le valigie e se ne va da te. – Dove? – Che t’importa? Libera anche tu l’appartamento, è mio e di mio padre. Lo affitterò. Non voglio qui dei buontemponi. Cercati un altro posto.

*Diario di un uomo*

Mia moglie, Simona, sta facendo le valigie e se ne va. “Dove?” “Che te ne importa? Libera anche tu lappartamento, è mio e di mio padre. Lo affitterò. Non ho bisogno di fannulloni qui. Cercati un altro posto.”

Simona è tornata dal lavoro e ha trovato di nuovo suo marito a fare baldoria. Non era solo, ma con gli amici. Al tavolo sedevano il vicino Luca e suo fratello Paolo, venuto in visita. Festeggiavano il suo arrivo da tre giorni.

Enrico, mio marito, non era un tipo che usciva spesso. Raramente, quasi mai, nemmeno per le feste. Ma questa volta cera la compagnia degli amici. Lui sapeva di aver sbagliato, ma non riusciva a dirgli di no.

“Sei mio amico o no?” ripeteva sempre Paolo.

“Enrico, accompagna i tuoi amici e vai a dormire. Sono ubriachi da non reggersi in piedi.”

“Stai zitta, donna!” ha gridato Paolo.

“Simonetta, andiamo via ora.” ha detto piano Luca, alzandosi dal tavolo.

“Come ti permetti di parlare così a mia moglie?”

“Calmati. Tutti a casa. Fuori.”

Simona ha spinto gli ospiti verso la porta, mio marito sul divano, e si è messa a pulire. Presto sarebbe arrivata mia suocera. Almeno avrebbe visto cosa combinava suo figlio!

Simona ha fatto in tempo a sistemare tutto prima che arrivasse Antonella. Aveva persino preparato una cena veloce, perché gli ospiti avevano mangiato tutto ciò che cera. Quel poco che era rimasto sul tavolo, lo ha buttato via.

“Antonella, Cecilia, quanto mi siete mancate.”

“Mamma, la nonna ha un gattino. È rosso. Il nonno dice che è una furba canaglia.”

“Cecilia!”

“È il nonno che lo dice.”

“Lavatevi le mani, ceneremo e berremo il tè.”

“Dovè Enrico? Ho provato a chiamarlo, ma non risponde.”

“Dorme. Terzo giorno che festeggia con il vicino. Io torno dal lavoro e li butto fuori, ma la mattina ricomincia. Potrei lasciarlo fuori senza chiavi. Prima che arrivasse quel fratello di Luca, tutto andava bene. Ma ho scoperto che è qui per restare. Lappartamento è suo e di suo fratello. La moglie di Luca non li vuole in casahanno bambini piccolie così si sono piazzati da noi.”

“Sono amici dalla prima elementare. Da quando ci siamo trasferiti qui. Non puoi interrompere tutto così. Dovete trasferirvi.”

“Dove? La casa non è ancora finita, anche se manca poco. Dovremmo andare a controllare. E poi, come lo lasciamo lui?”

“Tornerà da solo.”

“Chi tornerà?” Enrico è apparso sulla porta della cucina.

“Tu. Chi altro? Eccoti qui, attirato dallodore del cibo o cosaltro?”

“Non voglio niente.”

“Meglio così. Simona sta facendo le valigie e se ne va.”

“Dove?”

“Che te ne importa? Libera lappartamento, è nostro. Lo affitterò. Non voglio fannulloni qui. Cercati un posto.”

“Che posto, mamma?” Paolo è rimasto sbalordito. “Abbiamo la casa in costruzione.”

“La casa? Pensa un po di chi è. Chi ci ha investito? GiustoSimona e tu. Ma tu con i nostri soldi. Lì ci vivranno Simona e Cecilia. Simona, smettila di stare lì, prendi le tue cose e quelle di Cecilia.”

“Non ti darò mia figlia!”

“Oh, che paura.”

“È mia. Simona non centra niente.”

“E quando le ha fatto da madre, invece? Vergognati. Lei è sua madre! E non dire niente davanti a Cecilia. Piuttosto, fai le valigie.”

“Mamma, sono tuo figlio. E io?”

“E quindi? Domani lappartamento deve essere libero. Ora andiamo io e le ragazze.”

“Dove?”

“A controllare la loro casa e spronare i muratori. Manca poco. Ordineremo anche i mobili.”

“E io?”

“Perché ti preoccupi? Hai degli amiciloro ti ospiteranno.”

“No, non si può.”

“Ti ho detto tutto. Simona, hai finito? Allora andiamo. Prendi le chiavi della macchina.”

“La mia macchina?”

“Vuoi che andiamo a piedi? Tu non puoi guidare.”

“Andiamo da noi, domani vediamo la casa,” ha detto la suocera. “Ci sono i weekend. Riposeremo. Lui che pensi.”

La mattina dopo, Enrico era sulla porta dei genitori con le valigie. Con sua madre non si scherzava. Se diceva una cosa, sarebbe andata così.

“Che vuoi?”

“Mamma, mi hai detto di liberare lappartamento. Fatto. Per ora resto qui, poi cercherò un posto. Riprenderò Simona e Cecilia. Dovè

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Rita fa le valigie e se ne va da te. – Dove? – Che t’importa? Libera anche tu l’appartamento, è mio e di mio padre. Lo affitterò. Non voglio qui dei buontemponi. Cercati un altro posto.