RITORNO O LIBERAZIONE?

Oggi ho voglia di raccontare una storia che mi ha insegnato molto.

Laura sedeva in cucina, fissando l’anello con una piccola pietra che le aveva regalato Luca. “Così, per caso”, come al solito. Una volta quei gesti le facevano battere il cuore, ora le lasciavano solo un vuoto doloroso. Niente era più difficile che vivere con una persona che non amavi…

Luca e Laura si erano conosciuti all’università. Lui era “quel tipo” di ragazzo—affidabile, tranquillo, gentile. Sempre presente, sempre pronto ad aiutare. Lei non lo aveva mai preso sul serio, finché lui non aveva cominciato a corteggiarla. Con pazienza, senza mai mollare. Lei rideva di lui con le amiche, lo prendeva in giro.

Ma lui non si arrendeva.

Alla fine iniziarono a uscire insieme. Poi lui si trasferì da lei. Tutto sembrava scivolare via senza sforzo. Ma i veri sentimenti—quelli profondi—non erano mai arrivati.

Luca era felice così. Le preparava camomilla, lavava i piatti al posto suo, stirava i suoi vestiti. E Laura si irritava persino del suo respiro. Le sembrava debole, senza carattere, noioso.

Le amiche le dicevano che era fortunata: uomini così vanno trattati come tesori. Ma dietro le spalle sussurravano—Laura non meritava Luca, era troppo fredda, troppo cinica.

E lui continuava a sopportare. Anche quando flirtava con i suoi colleghi. Anche quando lo respingeva. Anche quando una sera gli urlò: “Non aspettarmi. Sono stanca di te.”

Lui rimase sulla soglia, pallido, gli occhi spenti. E non la fermò.

Due settimane dopo, Laura conobbe Matteo—spavaldo, carismatico. Si incontrarono in un bar, dove lei, ubriaca, faceva follie sul bancone. Lui si sedette accanto e le sussurrò: “Fra un anno, rimpiangerai aver lasciato chi ti amava davvero.”

Lei rise.

Con Matteo, tutto sembrava un film: cene eleganti, notti insonni, regali costosi. Fino agli sguardi gelidi, alle critiche per le sue risate troppo rumorose, ai commenti sui suoi vestiti. Poi arrivò il tradimento. E nemmeno una scusa:

“Che ti aspettavi? Non ti ho mai promesso niente.”

Laura uscì sotto la pioggia. Tentò di chiamare Luca. Ma non riuscì a comporre il numero.

A casa, tirò fuori le vecchie fotografie—loro due, felici. Lui le stringeva le spalle, lei lo guardava con occhi innamorati. O fingeva di esserlo?

Qualche giorno dopo, ebbe un crollo. Il cuore non resse. In ospedale, negli occhi di Luca non vide più amore, ma indifferenza.

“Perché sei venuto?” sussurrò.

“Non lo so. Per abitudine.”

E se ne andò. Lasciandole la camomilla—quella che una volta preferiva alle rose.

“Perché avevi paura di essere amata?” le chiese la psicologa.

Laura singhiozzò:

“Perché è un rischio. Perché chi mi ha amata, prima o poi è sempre sparito. Mio padre se n’è andato quando avevo sette anni. Mia madre mi ha detto: ‘Non fidarti più di nessuno.’ Ho provato a farlo. Mi sono nascosta dietro al cinismo, alla durezza. Ma Luca ha scavato…”

Piangé. Piano, come se finalmente si permettesse di sentire.

“Vuoi riaverlo?”

“Più di ogni altra cosa. Ma lui non vuole vedermi. E capisco perché.”

Passarono due anni.

Laura vide Luca in un bar. Era seduto vicino alla finestra, sfogliava un menu, tamburellando con le dita un ritmo familiare. Si avvicinò.

“Ciao. Posso sedermi?”

Lui annuì. Silenzioso. Occhi attenti.

“Non pretendo che tu mi perdoni. Volevo solo dirti grazie. Per quello che sei stato. E scusa, se non ho saputo amare.”

Laura si alzò e se ne andò.

Una latera settimana, lui le scrisse: “Riprova. Ma piano.”

Ora non vivono insieme. Escono, ridono, stanno in silenzio. Imparano a fidarsi di nuovo.

Sul suo frigorifero c’è una calamita con una frase: “Se hai freddo, scegli di essere caldo.”

E ogni loro “piano” è un passo verso un futuro in cui forse potrà di nuovo sentirsi amata. E capire che anche lei può amare.

Ho imparato che a volte, il vero coraggio non è lasciar andare, ma imparare a tenere ciò che vale davvero.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

thirteen − three =

RITORNO O LIBERAZIONE?