Rose Spezzate: Un Dramma d’Amore

**Rose Spezzate: Il dramma d’amore di Anna e Sergio**

Mi sveglio all’alba con il cuore in gola. Elena Vittoria, mia madre, irrompe nell’appartamento con passi pesanti. Mi trova in cucina, il viso nascosto tra le mani, le spalle che tremano per il pianto.

“Anna, che succede?” La voce di mia madre è spezzata dall’ansia.
Io non rispondo, continuo a singhiozzare.
“Piccola, c’è qualcosa che non va con il bambino?” chiede lei, il cuore stretto dalla paura.
“No, mamma, sta bene,” sussurro, asciugandomi le guance bagnate.
“Allora perché piangi come se fosse un funerale?” Si avvicina, scrutandomi il viso.
Non riesco a parlare. Con un grido strozzato, le porgo il telefono.

Elena Vittoria prende il cellulare con mani tremanti. Legge il messaggio e resta impietrita, come colpita da un fulmine.

Intanto, Sergio è appena tornato da un lungo viaggio di lavoro. Deposita la pesante valigia sulla soglia della loro casa nei dintorni di Firenze. Stringe tra le mani un mazzo di rose rosse, i fiori preferiti di Anna. Vuole sorprenderla, senza avvisarla. Il cuore gli batte forte: immagina di abbracciarla, di sentire il profumo dei suoi capelli, di baciarla come non faceva da mesi. Ma mentre sale i gradini del portico in punta di piedi, sente la voce della suocera provenire dalla cucina.

“Te l’ho detto mille volte, Anna! Meriti di meglio! È ora di tagliare questo legame, di mettere un punto! Basta soffrire in silenzio! Devi agire!” La voce di Elena Vittoria è dura, decisa. “Ti ha prosciugata, eppure continui a compatirlo! Non puoi aspettare ancora, credimi, sarà meglio per te!”

Sergio sente il terreno mancargli sotto i piedi. Quelle parole lo bruciano come ferro rovente. Anna non ribatte, e quel silenzio gli spezza il cuore. Davvero lo considera indegno? Davvero ha sofferto al suo fianco? Le rose tremano tra le sue dita. Non entra. Infila le scarpe, riprende la valigia e se ne va, lasciandosi alle spalle la casa che credeva sua.

Dentro di lui è vuoto e freddo, come se il vento d’inverno gli avesse invaso il petto. Non riesce a credere che Elena Vittoria, che considerava quasi una madre, lo disprezzi così. E Anna… se ha già deciso, non le darà la possibilità di lasciarlo per prima. L’ama follemente, ma se è infelice, la lascerà andare. Per il suo bene.

Passa una notte insonne a casa di un amico, rimuginando ogni parola. Al mattino, con il cuore pesante, scrive ad Anna: “Ho incontrato un’altra donna. Non aspettarmi. Sii felice. Addio.” Lo invia e sente qualcosa dentro di lui spezzarsi. Prende il primo treno per Milano, deciso a cancellare il passato.

A Milano cambia numero, elimina tutte le foto di Anna per non torturarsi. Lavora come conducente di tram, affitta una stanza minuscola e si immerge nel lavoro. Torna a casa la sera, esausto, sperando che il sonno lo aiuti a dimenticare. I giorni, le settimane, i mesi passano così.

Anna, leggendo il messaggio nel cuore della notte, non crede ai suoi occhi. Lo rilegge decine di volte, le lacrime che le solcano il viso. Lo ha atteso per mesi, contando i giorni al suo ritorno, e lui… l’ha tradita. Quando Elena Vittoria la trova in lacrime al mattino, si precipita da lei, spaventata.
“Anna, che c’è? Il bambino sta male?”
“No, mamma,” singhiozza, porgendole il telefono.

Elena Vittoria legge ad alta voce: “Ho incontrato un’altra donna. Non aspettarmi. Sii felice. Addio.”
Si porta una mano al petto, sconvolta.
“Mamma, perché l’ha fatto?” piange Anna. “Ha trovato un’altra mentre era via! E io… sono sola. Come farò? E nostro figlio? Sognava tanto un bambino, e ora ci ha abbandonati!”

“Non dire così,” la abbraccia forte. “Hai una ragione per vivere. Sarai madre presto. È la tua gioia. Affronteremo tutto insieme, io ci sarò. Lui… non merita le tue lacrime.”

Le parole della madre la calmano un po’. Anna ama ancora Sergio, ma seppellisce quei sentimenti nel profondo, sperando che un giorno torni. Dà alla luce un bambino sano, che chiama Alessandro. È identico al padre: gli stessi occhi, gli stessi ricci biondi. Anna lo guarda spesso e sussurra:
“Alessandro Sergio, vuoi la pappa?”

Alessandro cresce vivace e intelligente, riempiendo le sue giornate di gioia. Quando compie tre anni, Anna decide di andare a Milano da un’amica, Lara, che li invita da tempo. Dopo qualche giorno, porta il bambino allo zoo. Salgono su un tram, e lì, al volante, vede lui. Sergio.

Anna si blocca, il cuore che le galoppa in petto.
“Sergio!” gli sfugge.

Lui si volta, e i loro sguardi si incrociano. Per un attimo, dimentica tutto, fissandola stupito.
“Ciao, Anna,” dice piano, riprendendo il controllo.

Non nota subito il bambino che le tiene la mano. Un’amara gelosia gli stringe il petto: è nato da un altro? Insieme sognavano un figlio… Ma Alessandro alza lo sguardo e chiede:
“Mamma, chi è?”

“È tuo padre,” risponde Anna forte, perché Sergio senta, e scende dal tram.

Sergio rimane pietrificato. “Tuo padre.” Le parole gli rimbombano nella testa. Non riesce a crederci. Chiede scusa ai passeggeri, ferma il tram e corre dietro ad Anna. La raggiunge, le afferra il braccio.
“È vero? È mio figlio?”

Anna annuisce, gli occhi lucidi.
“Non ti ho mai mentito. Vai, devi riprendere il servizio,” dice, indicando il tram.

Sergio capisce che non è il momento, ma non può lasciarla andare.
“Ti aspetto qui alle nove di sera. Per favore, vieni.”

Allo zoo, Anna non riesce a pensare ad altro. La sua reazione l’ha sconvolta. Credeva davvero che potesse averlo tradito? La ragione le dice di lasciar perdere, ma il cuore la spinge verso di lui. Quella sera, lasciato Alessandro con Lara, va all’appuntamento.

Sergio l’aspetta sotto una pioggerellina, stringendo un ombrello. Quando la vede, le corre incontro, riparandola.
“Andiamo lì,” propone, indicando un bar accogliente.

Si siedono, ordinano due tè. Il silenzio è pesante, finché Sergio non parla:
“Quel bambino… È davvero mio?”
“Sì,” sussurra Anna. “Quando te ne sei andato, ero incinta. Ti aspettavo, volevo dirtelo, ma tu… non mi hai dato nemmeno il tempo di spiegarmi.”

“Io c’ero quel giorno,” dice lui, cupo. “Ho sentito tutto.”
“Cosa hai sentito?” chiede Anna, confusa.
“Ero tornato prima per farti una sorpresa. Avevo comprato le tue rose rosse. Ma ho sentito tua madre convincerti a lasciarmi. Diceva che ti avevo rovinata, che meritavi di meglio. Tu non hai detto nulla. Ho creduto che avessi già deciso, che non volessi più me. Così ti ho scritto quel messaggio. Ma non c’era un’altra donna. Ho amato solo te.”

Anna lo ascolta, incredula. Le lacrime le solcano il viso.
“NonAnna gli sorrise tra le lacrime e sussurrò: “Allora torniamo a casa, insieme.”

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