Se è destino

“Se è destino”

“Fiamma, ma che ci fai ancora lì?” borbottò Sandro, mentre lei finalmente usciva di casa. Andavano in classe insieme. “Arriviamo in ritardo!”

“Mamma mi ha versato il tè bollente, quasi mi scottavo,” rispose Fiamma, ridendo allegra. “Aspettavo si raffreddasse. Non faremo tardi, è vicino.”

Vivevano vicini, separati solo da una siepe. I genitori andavano d’accordo, e a volte scherzavano sul fatto che i due ragazzi avrebbero potuto sposarsi un giorno, essendo cresciuti insieme.

Sandro era l’unico figlio di Tiziana e Franco. La madre lo adorava: per lei era il più intelligente, il più bello, il più rispettoso. E in effetti era cresciuto così. Fiamma era timida e silenziosa, ma sapeva cucire, lavorare a maglia e preparare da mangiare quando la madre era al lavoro.

“Fiamma sarebbe la moglie perfetta per il nostro Sandro,” diceva Tiziana al marito, con tono pratico.

“Sì, se si sposano, possiamo anche abbattere la siepe e vivere tutti insieme,” scherzava Franco.

Tutti in paese credevano che sarebbe successo così. Sandro e Fiamma, sempre insieme. A lui piaceva, ma senza perdere la testa. Lei invece guardava il vicino con speranza.

Al liceo, arrivò una nuova compagna: Marianna. Sandro se ne innamorò subito. Una ragazza bellissima, con i capelli scuri e una fossetta sul mento, ma gli occhi tristi.

Marianna e sua madre Teresa si erano trasferite dalla città. La tristezza negli occhi della ragazza veniva dalla morte del padre. Aveva salvato un bambino che stava annegando nel fiume, ma poi il suo cuore aveva ceduto.

“Mi manca così tanto che a volte non riesco nemmeno a respirare,” diceva Marianna a sua madre. “Non posso nemmeno guardare quel bambino…”

Così Teresa aveva preso un piccolo appartamento in campagna e se n’erano andate.

Fiamma divenne amica di Marianna, e saputa la sua storia, ne ebbe pietà. Vide che Sandro era innamorato, ma non serbò rancore né per lui né per lei.

Passò il tempo. Sandro e Marianna si fidanzarono, ma Tiziana ne fu contrariata.

“Sandro, non è giusto ingannare Fiamma. Voi due siete cresciuti insieme, e ora arriva questa straniera a confonderti la testa. Fiamma sarebbe una brava moglie, ma chi è questa Marianna? Probabilmente non sa nemmeno cucinare!”

“Mamma, non sai niente di lei, perché parli così? E poi, Fiamma sa che non le ho promesso nulla. Sei tu che hai deciso che dovevamo sposarci.”

Franco taceva, ma quando la moglie insisteva, prendeva le difese del figlio:

“Lascialo decidere da solo. È la sua vita.”

“Decidere? Si rovinerà con questa ragazza forestiera! E tu parli come se non fosse tuo figlio.”

Franco era stanco dei litigi tra sua madre e Tiziana. Non si erano mai sopportate, e la suocera una volta aveva detto che il nipote non somigliava a suo figlio.

Finita la scuola, Sandro e Marianna decisero di sposarsi. Il padre lo dissuase, ma il ragazzo era irremovibile.

“Papà, basta! Ci amiamo e ho già riflettuto mille volte. Sarò felice solo con Marianna.”

Sandro sapeva che con la madre era inutile parlarne. Si sposarono in municipio, senza festa. Poi tornarono a casa e annunciarono il fatto.

Tiziana fece una scenata:

“Non permetterò che questa straniera metta piede in casa mia!”

Sandro raccolse le sue cose e andò a vivere con Teresa. La suocera e il genero si trovavano bene. Con i genitori, invece, non parlava più. Nemmeno quando partì per il servizio militare.

“Marianna, vieni alla cerimonia del giuramento,” le chiese, e lei promise.

Alla fine arrivò, e gli sussurrò:

“Sandro, sono incinta. Avremo un figlio.”

Lui era felicissimo. Scrisse ai genitori, ma non risposero. Quando nacque il bambino, la suocera rifiutò di riconoscerlo, e Marianna evitava la sua casa.

Tornato dall’esercito, Sandro andò prima dai genitori. La madre lo accolse con affetto, ma poi lo fece bere. Quando lui era ubriaco, gli disse:

“Figlio mio, quel bambino non è tuo. Mentre eri via, è venuto un ragazzo a casa di Teresa. Dicono fosse un cugino, ma io non ci credo. Il bambino somiglia a lui.”

Sandro, ubriaco e confuso, prese una pistola e corse a casa di Marianna, puntandogliela contro. Teresa cercò di proteggere la figlia.

Tiziana lo fermò, e il colpo partì a vuoto.

“Sandro, non farlo!” urlò. “Non rovinarti per quella bugiarda!”

Teresa li cacciò e chiuse la porta. Sandro, furioso, continuò a picchiare.

“Perché lo fa, mamma? Perché?” ripeteva.

Teresa consolò la figlia.

“Non piangere, Marianna. Andiamo via. Tiziana non ci darà pace. Sandro è un bravo ragazzo, ma sua madre è una vipera.”

Partirono senza dire niente a nessuno.

Tiziana era soddisfatta. Aveva ottenuto quello che voleva. Organizzò una festa per il ritorno di Sandro, ma vennero solo due vicini. Nemmeno Fiamma, che incontrò per strada, accettò.

“Zia Tiziana, davvero pensi che mi interessi tanto Sandro? Grazie, ma non mi abbasserò a queste meschinità.”

“Quali meschinità?”

“Perché hai diffamato Marianna? Hai privato Sandro di suo figlio e te di tuo nipote. Credi che ti perdonerà mai?”

Tiziana impallidì, ma non rispose. Non aveva pensato alle conseguenze.

Sandro cadde nell’alcol. Finché un giorno il suo amico Paolo lo scosse.

“Basta bere! Hai fatto abbastanza danni con tua madre.”

“Ho un dolore, Paolo. Mia moglie mi ha tradito e il figlio non è mio.”

Paolo stava per colpirlo, ma si fermò.

“Se non fossi mio amico… Marianna ti ha aspettato fedelmente. Quello che venne era davvero un cugino, aiutò a riparare la finestra. E sappi che tua madre è venuta da me, chiedendomi di scriverti menzogne su tua moglie!”

A Sandro crollò il mondo addosso.

A casa, affrontò il padre:

“Lo sapevi che mamma aveva inventato tutto?”

Franco abbassò lo sguardo.

“Non vi perdonerò mai.”

Andò a vivere da Teresa e si mise a lavorare come autista.

Un giorno, incontrò Fiamma.

“Mi sposo con Paolo.”

“Congratulazioni. Verrò al matrimonio.”

“Sandro, dovresti andare a Poggio del Lupo,” gli disse.

“Perché?”

“Marianna vive lì. Chiedile scusa. Vi siete comportati male con lei e con sua madre. Forse ti perdonerà.”

Il cuore gli si strinse.

“È vero? Grazie.”

Salì in macchina e partì.

Quando arrivò, Teresa era in cortile con il nipote. Marianna uscì di corsa. Sandro non poté trattenersi e cadde in ginocchio, afferrandosi al petto.

“Ti fa male il cuore?” gli chiese Marianna.

“Morirò senza di te e nostro figlio. Perdonami.”

Non tornarono più in paese. Franco andava a trovare il nipote, ma Tiziana non mise mai piede da loro.

Osservando iE così, tra risate e lacrime, il destino li riunì davvero, dimostrando che l’amore può superare ogni inganno e ogni distanza.

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