Se n’è andato e basta… Mentre lei viveva soltanto per lui.
Avevano passato insieme sette anni. Sette lunghi anni pieni di sforzi, in cui Ginevra si era impegnata a essere perfetta. Tutto come da manuale: pulizia, attenzioni, compromessi. Aveva imparato ogni sfumatura del ruolo di “moglie perfetta” per rendersi indispensabile, importante, amata. Aveva così paura di ritrovarsi sola che, a un certo punto, aveva iniziato a smarrire se stessa.
Eppure, lui se n’è andato.
Non per rabbia. Non nel bel mezzo di un litigio. Semplicemente, un giorno, con freddezza, ha fatto le valigie e ha detto:
«Ginevra, amo un’altra. Me ne vado.»
Lei ha annuito. Si è alzata. Con calma ha aperto la valigia. Vi ha messo dentro le sue camicie, la biancheria intima, ha riposto con cura le cravatte. Si è assicurata che non dimenticasse il caricabatterie del telefono. Ha detto:
«Prendi anche il rasoio, ti servirà.»
Solo quando la porta si è chiusa alle sue spalle, un dolore insopportabile l’ha travolta. È scivolata a terra nell’ingresso e ha singhiozzato. Non per la perdita, ma perché ancora una volta non era bastato. Perché ancora una volta la sua “perfezione” non l’aveva salvata.
La prima ad arrivare è stata l’amica Simona. Ginevra sedeva immobile, gli occhi fissi nel vuoto. Simona ha cercato di scuoterla, ma invano. Poi sono arrivate anche le altre ragazze. Un vero e proprio squadrone di sostegno femminile. Chi con i taralli, chi con il vino, chi solo con un abbraccio.
«Hai fatto di tutto per lui!» gridava Carlotta.
«Non ti meritava!» la rassicurava Olivia.
Ginevra taceva. Le parole affondavano nel suo vuoto interiore.
Poi ha parlato Natalia. Quella Natalia che non ha mai avuto peli sulla lingua.
«Smettila di piangerti addosso,» ha detto con calma. «Tornerà. Il primo a farlo, sai com’è. Non troverà mai una donna così comoda, paziente e arrendevole. Quando si sarà stufato, striscerà qui. Ma la vera domanda è: lo vuoi davvero?»
Le altre hanno sibilato, scandalizzate dalla sua schiettezza. Ma Ginevra, improvvisamente, ha mormorato:
«Che vada al diavolo…»
E in quel sussurro non c’era rabbia. C’era la prima scintilla di un risveglio. Le donne sanno essere sagge. Possono perdonare, sopportare, aspettare. Ma quando vengono tradite, sanno rialzarsi. Sorridere tra le lacrime. Ricominciare.
Perché ora non vivono più per qualcun altro. Ma per se stesse.