Se non ci fossi tu…

**5 Ottobre 2023**

Se non fosse stato per te…

Fin da piccole, Viola e Bianca erano inseparabili. Andavano insieme all’asilo, sedevano allo stesso banco alle elementari. Crescendo, Viola diventò una ragazza bellissima, circondata da ammiratori, per cui tutto sembrava facile. Bianca, invece, era una ragazza comune, una di quelle che passano inosservate in mezzo alla folla.

Dopo il liceo, Bianca si iscrisse a un corso per infermiere, scegliendo di dedicarsi agli altri. Viola, invece, decise che non aveva bisogno di studiare per avere successo. Frequentò un corso estetico e iniziò a lavorare in un beauty center, dove faceva trucchi e depilazioni.

Le due amiche condividevano ogni cosa. Non passava un giorno senza che si vedessero o parlassero al telefono. A parlare era sempre Viola, mentre Bianca ascoltava, consolando l’amica dopo l’ennesima delusione d’amore o festeggiando le sue nuove storie.

Poi, come spesso accade, si innamorarono dello stesso ragazzo.

Fu Bianca a conoscere Lorenzo per prima. Se avesse incontrato un ragazzo normale, magari avrebbero potuto costruire qualcosa insieme. Ma la strada per la felicità, si sa, non è mai semplice.

Bianca stava tornando dal supermercato. Un’ora prima aveva piovuto, e le pozzanghere ricoprivano ancora il marciapiede. Mentre cercava di evitarne una particolarmente grande, vide all’improvviso un ragazzo in monopattino elettrico che le veniva incontro a tutta velocità. Lui guardava davanti a sé, quasi senza vederla. Bianca non era sicura che l’avesse notata, così all’ultimo momento gridò e fece un salto di lato, finendo proprio nella pozzanghera.

“Questi con i monopattini non guardano mai dove vanno! Maleducati!” urlò un’anziana signora poco distante, agitando un ditoccio verso il ragazzo. “E adesso cosa guardi? L’hai quasi investita!”

Lui si fermò e si voltò. Intanto, Bianca cercava di uscire dalla pozzanghera, osservando con sconforto le gambe sporche e bagnate.

“Scusa. Ma perché sei saltata nella pozza? Ti avevo vista, ti avrei evitata,” disse avvicinandosi.

Bianca non voleva le sue scuse. Stava solo cercando un punto asciutto dove mettere i piedi.

“Vieni, ti riaccompagno,” propose lui.

“Lasciami stare,” rispose seccamente.

“Ho detto scusa. Oppure vuoi continuare a sguazzare nell’acqua? Dove abiti?”

“In via Garibaldi, numero otto.”

Si sistemò dietro di lui, aggrappandosi al manubrio. Il monopattino scivolò via dalla pozzanghera, creando piccole onde. Il vento le accarezzò il viso, e la velocità le fece battere forte il cuore. Non aveva mai provato un monopattino elettrico, ma con lui non aveva paura.

Arrivati nel cortile, il ragazzo rallentò e le sussurrò all’orecchio:

“Quale scala?”

Il suo respiro le fece venire i brividi.

“La terza.”

Si fermò proprio davanti all’ingresso, evitando un’altra pozzanghera.

“Grazie,” disse Bianca.

I loro occhi si incontrarono. Notò la pelle olivastra, gli occhi profondi, il sorriso che le fece accelerare il cuore.

“Mi chiamo Lorenzo.”

“Bianca.”

“Scusa per prima. Se vuoi, possiamo andare al cinema un giorno. Tutti i miei amici sono via, e andarci da solo è triste.”

Bianca alzò le spalle.

“D’accordo.”

“Domani, alle sette, qui stessa,” disse lui, sorridendo prima di scomparire dietro l’angolo.

“Cosa c’è che non va? Sei tutta raggiante,” chiese la madre quando rientrò.

“Niente. Sono caduta in una pozzanghera, vado a lavarmi.” Chiuse la porta del bagno e passò il resto della sera a ripensare a lui, con la pelle ancora piena di brividi.

Il giorno dopo, si preparò per il cinema indossando jeans e scarpe da ginnastica. Era sicura che sarebbe arrivato di nuovo in monopattino.

“Dove vai?” chiese la madre.

“Al cinema. Con Viola,” aggiunse.

“Torna presto,” le gridò dietro.

Bianca uscì, ma Lorenzo non c’era. Guardò ovunque, sentendosi improvvisamente tradita. “Ci ho creduto, sciocca,” pensò, ricordando le parole della madre. Stava per rientrare quando sentì una voce dietro di sé:

“Ciao!”

Si voltò e lo vide sorridente. Arrossì, come se potesse leggere nei suoi pensieri.

“Andiamo. Il film comincia tra venti minuti.”

Si aggrappò di nuovo al monopattino, con il vento tra i capelli. Sentiva il suo corpo contro il suo, e il cuore le sembrava scoppiare.

Dopo il film, tornarono a casa a piedi, parlando. Lorenzo aveva lasciato il monopattino al cinema.

“Con chi sei andata al cinema ieri?” le chiese Viola il mattino dopo. “Su, dimmi tutto!”

“Te l’ha detto mia madre?” rispose tesa.

“Non preoccuparti, non ti haBianca sospirò e raccontò tutto a Viola, senza sapere che quell’innocente confessione avrebbe cambiato per sempre le loro vite.

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