Se non fosse stato per quell’incidente

**Diario personale**

Stasera ripenso a quel giorno in cui tutto è iniziato, per caso, con un tubo rotto.

“Ecco il mio numero, sistematevi. Io devo scappare, domani notte ho il volo per le vacanze,” ha detto frettolosamente Francesca Bellini, la padrona di casa, mentre consegnava le chiavi a Simona. “Se avete problemi, chiamatemi. Arrivederci.”

“Va bene, arrivederci,” ha risposto Simona, ancora un po spaesata, stringendo in mano il contratto e la procura per la manutenzione, giusto per sicurezza.

“Che donna pratica,” ha pensato Simona. “La casa è perfetta, e la vista dalla finestra è stupenda: un boschetto vicino e un ruscello che non gela mai, neanche dinverno. Qualcuno scherza dicendo che dentro scorre antigelo.”

Dopo una settimana e mezzo, Simona torna a casa dal lavoro che è già buio. La vicina, la signora Maria Rossetti, una dolce anziana, bussa alla sua porta il terzo giorno.

“Buonasera,” dice con calma. “Sono Maria Rossetti, la vicina di fronte. Facciamo conoscenza, visto che hai affittato qui. È importante sapere chi vive accanto.”

“Salve, signora Maria, entri pure! Io sono Simona, felice della sua visita. È vero, vivo qui senza conoscere nessuno,” risponde Simona sorridendo. “Vuole un tè? Non ho molto da offrire, solo una tavoletta di cioccolato.”

“Grazie, Simona, ma sono io a invitarti da me. Ho appena sfornato una crostata di mele, vieni.” Poi, con un sorriso materno: “E fammi dire tu, va bene? Sei giovane, siamo vicine, e poi sono stata uninsegnante. Abitudine.”

“Devessere stata una bravissima maestra,” pensa Simona, mentre accetta volentieri.

Passa la serata a chiacchierare con Maria, ascoltando storie della scuola e dei suoi ex allievi. “La pensione è tranquilla, ma a volte mi manca tutto,” sospira.

Simona, single a ventotto anni, ha lasciato il suo ragazzo tre mesi fa. Troppo inconcludente, incapace persino di lavarsi una tazza, figuriamoci di aggiustare qualcosa in casa. Alla fine, litigavano per ogni sciocchezza.

Quella notte, dopo tè e crostata, Simona torna a casa stanca. Domani cè un rapporto da finire in ufficio, sarà una giornata lunga.

Il giorno dopo, finalmente a casa, si lascia cadere sul divano. “Grazie a Dio, ho finito il rapporto. Tra poco ci sono le vacanze di Natale, finalmente mi riposerò. Magari scierò sulle Alpi, se riesco a convincere Lucia, la mia pigra amica.”

Dopo cena, mentre guarda il telefono, sente sete. Va in cucina, ma appena posa la tazza, un rumore improvviso la fa sobbalzare. Lacqua schizza dal rubinetto con una forza pazzesca.

“Mio Dio, sto per allagare tutto!” Mai stata in una situazione simile.

Cerca di chiudere il rubinetto principale in bagno, ma è arrugginito. Lacqua continua a scorrere, più debole ma inesorabile. Preoccupata per i vicini di sotto, chiama Francesca, ma non rispondeè in vacanza.

Prova lamministratore: nessuna risposta. Allora chiama la mamma, che si agita: “Arriviamo subito con Paolo!”

“Mamma, abito a centocinquanta chilometri da te! E poi, cosa potete fare?”

Mentre cerca di asciugare, bussa alla porta di Maria, che capisce subito e chiama i vigili del fuoco.

“Perché non ci ho pensato prima?” si rimprovera Simona.

“Beviamo un tè, arriveranno presto,” dice Maria tranquilla. Abituata alle emergenze, non perde la calma.

Poco dopo, rumori nel corridoio. Bussano alla porta. Tra i soccorritori cè anche un uomo assonnato in tuta: Luca Ferrara, lidraulico dellamministrazione.

“Scendo in cantina a chiudere lacqua,” dice, e se ne va.

Simona osserva gli uomini allopera mentre ripulisce. Sono le undici di sera. “A che ora andrò a letto stasera?” sospira.

Finalmente se ne vanno, tutto sistemato. Per fortuna, i vicini di sotto sono salvi.

La sera dopo, Luca passa a controllare. Maria entra e comincia a lamentarsi dellascensore che si rompe sempre, ma poi lo invita a bere un tè. Lui accetta, e Simona nota che è gentile nonostante le critiche.

Due giorni dopo, lo vede uscire dal palazzo. Poi lo incrocia di nuovo.

“Maria, Luca abita qui?” chiede Simona.

“Magari gli piaci, ecco perché passa,” ride la vicina.

“Se gli piacessi, mi avrebbe chiesto il numero.”

“È timido,” risponde Maria, poi aggiunge: “È mio figlio. E tu mi piaci.”

Simona è sorpresa: “Ma allora perché ha chiamato i vigili del fuoco?”

“Perché ognuno deve fare il suo lavoro. E poi, venerdì sera non si organizza una riparazione così, ecco.”

Francesca chiama, dice che tornerà tra tre giorni.

Prima che Simona se ne vada, Maria la trattiene: “Luca è un bravo ragazzo. Il primo matrimonio è finito male, ma ha le mani doro. Se ti chiama, rispondi, se ti va.”

Simona non ama i corteggiamenti organizzati, ma la vita è frenetica, e accetta.

Il giorno dopo, Luca è sotto casa con rose rosse e una torta.

“Simona, ciao. Mi offri un tè?”

“Certo, entra.”

Sorridono come vecchi amici. A un certo punto, lui la guarda serio: “Scusa, ma devo tornare al lavoro. Stasera è solo un tè, la prossima volta andiamo al cinema.”

Ridono entrambi.

“Ti capisco, con il tuo lavoro non cè tempo per altro.”

Il giorno dopo, lacqua calda non funziona. Simona gli scrive, lui arriva, sistema tutto e resta.

Un mese dopo, si trasferisce da lui. Due mesi dopo, si sposano.

“Così in fretta?” chiede lamica.

Simona ride: “Non abbiamo tempo per passeggiate al chiaro di luna. Dovevamo sbrigarci.”

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