Segreti di famiglia e le vie della felicità

**Segreti di famiglia e il cammino verso la felicità**

A Firenze, in una calda mattina d’estate, Elisabetta Rossi comprò al mercato un cesto di fragole mature e profumate, pensando di portarle al figlio e alla nuora. Era domenica, e sapeva che Marco e Bianca sarebbero stati a casa. La porta del loro appartamento, in un vecchio palazzo di mattoni, era leggermente socchiusa, così Elisabetta entrò senza suonare. Stava per chiamarli quando sentì Bianca piangere disperatamente al telefono. *”Cosa è successo per far piangere così la mia nuora?”* si chiese preoccupata. Si avvicinò in silenzio, trattenendo il fiato, e ciò che udì la lasciò senza parole.

Elisabetta aveva comprato quelle fragole per fare una sorpresa, sicura di trovarli in casa quel giorno. Appena entrò, però, sentì Bianca singhiozzare nella stanza accanto. Si fermò, in ascolto.

— Elena, non mi guarda nemmeno più — piangeva Bianca. — Mi sono comprata un vestito nuovo e lui ha solo borbottato qualcosa. Sta sempre zitto, sembra perennemente infastidito. La sera si ficca nel telefono e va a dormire. Come se io non esistessi. Tornando dal lavoro, va direttamente a casa, non credo ci sia un’altra. Prima parlavamo di un bambino, ma ora ho paura anche solo di accennarci. Penso che non mi ami più, ma non ha il coraggio di dirmelo. Elena, è la fine. Senza Marco non ce la faccio, non voglio nessun altro!

— Grazie per avermi ascoltata — continuò Bianca. — Non ho nessuno con cui sfogarmi. Mia madre è presa dalla sua vita, mia suocera difenderebbe suo figlio, così resto in silenzio.

Elisabetta capì che la chiamata era finita e disse ad alta voce:

— C’è nessuno?

— Sì, buongiorno, Elisabetta — rispose Bianca, asciugandosi gli occhi.

— Bianca, ho comprato delle fragole fresche e ho pensato di portarvele — disse Elisabetta sorridendo, porgendole il cesto.

— Grazie, volevo proprio comprarne — rispose Bianca. — Vuole un caffè? Ho anche dei pasticcini.

— Volentieri, grazie — annuì Elisabetta.

Mentre Bianca preparava il caffè, Elisabetta rifletteva su ciò che aveva sentito. *”Quindi non tutto va bene nel loro matrimonio.”*

— Come state? Marco come va? — chiese. — Non chiama spesso, né si fa vivo. Non volevo intromettermi, siete sempre così impegnati…

— Oh, è sempre al lavoro — sospirò Bianca. — Torna, mangia, guarda la tv e dorme. Non usciamo mai, siamo come due anziani.

Elisabetta rise. Amava la sincerità della nuora. Marco e Bianca erano sposati da tre anni, e prima erano insieme da tempo. Non poteva desiderare una nuora migliore: intelligente, bella. L’aveva accolta come una figlia, senza quel tipico attrito tra suocera e nuora.

— Strano come si comporti Marco — osservò Elisabetta pensierosa. — Siete giovani, non avete figli, vivete un po’, perché rinchiudervi in casa?

— È quello che dico anch’io — la voce di Bianca tremò. — Forse non mi ama più.

Scoppiò in lacrime. Elisabetta si sentì in colpa e cercò di consolarla:

— Bianca, ma dai, certo che ti ama! Forse ha problemi al lavoro o è stanco. Parla con lui.

— Gliel’ho chiesto, ma dice: ‘Tutto bene, non inventarti storie’ — singhiozzò Bianca. — E io vorrei un bambino, ma per quello dovremmo… provarci.

— Non so come aiutarti — sospirò Elisabetta. — Non posso costringere mio figlio ad ascoltarti, né voglio metterti in difficoltà. Se si arrabbiasse perché ti sei confidata con me? Dobbiamo trovare un modo…

— Sai cosa? — si illuminò Elisabetta. — C’è un trucco per ravvivare la sua attenzione.

— Quale? — Bianca si asciugò le lacrime. — Farei di tutto per non perderlo.

— Il nipote della vicina, Luca, è appena arrivato. Alto, bello, occhi scuri. Lavora a teatro, le ragazze lo adorano. Potresti farlo ingelosire? Una mia amica lo ha fatto: suo marito si era allontanato, ma quando un collega l’ha accompagnata a casa, lui si è risvegliato e tutto è tornato a posto. Posso parlare con Luca, organizziamo un piano per fargli venire un po’ di gelosia. Nonostante sia tua suocera, sono pur sempre una donna e voglio che siate felici.

Bianca la guardò sorpresa.

— No, mi sembra una sciocchezza — scosse la testa. — Forse si sistemerà da solo…

— Decidi tu, ma se cambi idea, io ci sono — le strizzò l’occhio Elisabetta. — Per ora non mi viene in mente altro.

— Grazie per il sostegno — sussurrò Bianca. — Spero non servirà. Oh, ecco Marco…

— Mamma, ciao! — entrò il figlio. — È successo qualcosa?

— Ciao, tesoro — sorrise Elisabetta. — Vi ho portato delle fragole, stiamo prendendo il caffè con Bianca. Come va il lavoro?

— Tutto bene — borbottò Marco. — Papà com’è?

— È andato a caccia con un amico per un paio di giorni — rispose Elisabetta. — E voi perché non fate una gita? Il tempo è bellissimo…

— Non ne ho voglia — scrollò le spalle Marco. — Preferisco stare a casa a guardare un film.

Bianca guardò la suocera e alzò le spalle. *”Esattamente come ho detto: non vuole fare niente, sempre di malumore. Cosa gli prende? Con una ragazza così…”*

Qualche giorno dopo, Bianca chiamò Elisabetta, la voce tremante per il pianto.

— Elisabetta, accetto il suo piano! È insopportabile! Ho cambiato pettinatura, mi sono tinta i capelli — tutti dicono che mi sta benissimo, ma Marco non dice una parola! Indifferenza totale! Forse davvero ha bisogno di una scossa? Vediamo se gli importa ancora di me. Parla con Luca. Facciamo finta che sia un cliente — sono una designer, capita che la gente mi commissioni lavori. Che Marco ci veda insieme un paio di volte, magari si ingelosisce?

— Bianca, ci sto! — si entusiasmò Elisabetta. — Proviamo, chissà che non riaccenda la fiamma!

Quello stesso giorno, Elisabetta andò dalla vicina e parlò con Luca. Lui rise dell’idea, ma accettò di aiutare. Elisabetta diede il suo numero a Bianca.

La sera dopo, Bianca chiamò di nuovo la suocera, disperata.

— Perché l’ho ascoltata?! Marco se n’è andato! Il suo piano ha rovinato tutto!

— Dimmi cos’è successo — si preoccupò Elisabetta. — Calmati e raccontami.

— Marco era a casa dopo il lavoro — cominciò Bianca. — Mi sono truccata, ho stira**”— Mi ha visto salire in macchina con Luca e, senza una parola, ha preso le sue cose e se n’è andato,”** singhiozzò Bianca, il cuore spezzato dal rimpianto.

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