Sei utile solo quando serve: altrimenti, ti dimenticano.

**Diario di Luca**

Eri solo comodo. Finché non servi più, ti dimenticano.

Luca arrivò a casa della suocera per riprendere la moglie dopo l’ennesimo “piccolo litigio”. Parcheggiò l’auto davanti a un vecchio condominio di nove piani, si sistemò il colletto della camicia e si avviò verso il portone. Stava per varcare la soglia quando scorse qualcuno alla finestra del primo piano. Il cuore gli fece un tuffo.

«Mamma? Cosa ci fai qui?» chiese confuso, riconoscendo sua madre.

«Zitto,» sussurrò Elisa Romano, «vieni qui.»

«Che succede?» fece lui, aggrottando le sopracciglia.

«Avvicinati e ascolta,» indicò la madre verso la finestra socchiusa.

Dall’appartamento della suocera provenivano voci di donne, alte e senza freni. Era Teresa—sua moglie—con la madre.

«Mamma, avresti dovuto vederli spaventati! Soprattutto quella—con gli occhi pieni di lacrime. “Ho sbagliato, non ho protetto il nipote!”» Teresa scoppiò a ridere. «Tutto secondo i piani. E il mio Luca? Un regalo: al minimo problema, corre a salvare come un cagnolino. L’ho pure portato in ospedale. Sapevo che senza questa “gravidanza” non avrebbe mai fatto la proposta.»

«Teresa… ma è così meschino,» obiettò debolmente sua madre.

«Mamma, tu non capisci. L’importante ora è fargli firmare il trasferimento del trilocale in centro. Gliel’ho già detto—dobbiamo trasferirci insieme, visto che arriva il bambino. Poi, sistemeremo i vecchi come serve. Lui ingoierà tutto. Non è il tipo che sbatte la porta. Si può guidare piano piano… come serve a me.»

Luca rimase immobile, come se gli avessero strappato il cuore dal petto. Ascoltava ogni parola, incapace di muoversi. Accanto a lui, sua madre gli strinse la mano.

«Hai sentito?» chiese piano.

Lui annuì. Il volto era bianco come un foglio.

«Andiamo.»

Salirono in casa. Luca suonò il campanello con decisione. Ad aprire fu Teresa, raggiante—ancora euforica per il suo stesso discorso.

«Amore! Sei qui già?» fece, con un sorriso forzato.

«Non sprecare parole. Le tue valigie te le porterò io,» disse Luca con calma. «Domani avvierò il divorzio.»

«Cosa? Sei impazzito? Perché?»

«Perché ho sentito tutto. Della “gravidanza”, dell’appartamento, di quanto sono comodo. Grazie per avermi mostrato in fretta chi sei davvero.»

Teresa tentò di parlare, ma le parole le si bloccarono in gola.

Elisa lanciò un’occhiata all’ex nuora:

«Io mi sentivo in colpa. Credevo di non averti accettata, di non aver trovato un modo per andare d’accordo. Invece, il cuore di una madre sente tutto. Solo che non voleva vedere.»

Se ne andarono. Luca non si voltò. Nel petto, un peso finalmente sollevato—come aver tolto un macigno dalle spalle. Camminava in silenzio, e accanto a lui, per la prima volta da anni, sua madre non disse una parola. Solo gli strinse la mano. Un sostegno silenzioso che valse più di mille discorsi.

**Oggi ho imparato:** a volte, la verità fa male, ma il dolore è meglio di una menzogna che ti consuma lentamente.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

nineteen + ten =

Sei utile solo quando serve: altrimenti, ti dimenticano.