‘Sembra che ti sia dimenticato che questo appartamento è mio — acquistato prima del matrimonio!’ dissi gelida quando sentii mio marito dare ordini con sicurezza sulla mia casa.

“Pare che tu abbia dimenticato che questo appartamento è mio comprato prima del matrimonio!” dissi freddamente quando sentii mio marito dare ordini con sicurezza sulla mia casa.

Carla posò la tazza di caffè sul davanzale e guardò pensierosa fuori dalla finestra. Aveva risparmiato per questo appartamento per dieci anni, lavorando due lavori. Ogni euro messo da parte, rinunciando a tutto. E ora

“Carina, ho deciso di riarrangiare un po i mobili,” arrivò la voce della suocera dal salotto. “Quel divano è decisamente nel posto sbagliato.”

Carla sospirò. Maria Giovanna era arrivata di nuovo senza avvisare, aprendo la porta con la sua chiave. Che, tra laltro, si era fatta fare da sola”giusto per sicurezza.”

“Non cè bisogno di spostare niente,” entrò Carla in salotto. “Io sto bene così come è.”

“Come fai a stare bene?” la suocera alzò le mani. “Tutto è sbagliato secondo il feng shui! Ho visto un programma ieri”

“Maria Giovanna, sono davvero contraria a cambiare nulla.”

“Luca!” la suocera alzò la voce quando vide il figlio entrare nella stanza. “Di a tua moglie che in famiglia bisogna ascoltare i consigli degli anziani.”

Luca esitò, guardando alternatamente la madre e la moglie.

“Mamma, magari non ora?”

“E quando allora? Tuo padre ed io non siamo più giovani. Presto avremo bisogno di qualcuno che si occupi di noi. E voi avete così tanto spazio qui”

Carla serrò i denti. Eccola lì. La cosa che aveva temuto fin dallinizio del matrimonio. Maria Giovanna stava testando il terreno per un trasloco.

“Voi avete un bellappartamento di tre stanze,” ricordò Carla.

“Bello, dici!” la suocera sbuffò. “Quinto piano senza ascensore. Alla nostra età è difficile. E voi siete al secondo piano, negozi vicini”

“Mamma, ne parleremo dopo,” provò a intervenire Luca.

“Di cosa cè da parlare? Pensavo fossimo una famiglia. E in famiglia si sta uniti. Tua sorella ha preso i genitori subito”

“Laura e suo marito hanno comprato lappartamento insieme,” Carla non trattenne la rabbia. “Io invece questo appartamento me lo sono guadagnato da sola. Prima del matrimonio.”

“Oh, eccoci qua!” la suocera alzò di nuovo le mani. “Mio, tuo In famiglia tutto dovrebbe essere condiviso!”

“Carla ha ragione,” disse Luca, inaspettatamente fermo. “Questo è il suo appartamento.”

“Figlio mio, cosa stai dicendo?” Maria Giovanna si portò una mano al cuore in modo teatrale. “Ho speso tutta la vita per te E tu”

“Mamma, non ora, per favore,” Luca la prese delicatamente per il gomito. “Andiamo, ti accompagno fuori.”

Quando la porta si chiuse dietro la madre, Carla si lasciò cadere stancamente su una poltrona. Tre anni di matrimonio, e queste conversazioni non finivano mai. Prima erano state allusioni, poi consigli sulle ristrutturazioni, e ora lo dicevano chiaramente

“Mi dispiace per mia madre,” si sedette accanto a lei Luca. “Lo sai che si preoccupa per noi.”

“Per noi?” Carla sorrise amaramente. “Lei vuole solo controllare ogni nostro passo.”

“Dai, non esagerare”

“Luca, arriva senza avvisare. Sposta le cose. Critica tutto, dalle tende alla mia cucina. E ora vuole anche trasferirsi qui!”

“Invecchiano davvero,” sospirò Luca. “Forse dovremmo pensarci? Sono pur sempre i miei genitori”

Carla balzò in piedi come se lavessero punta.

“Cosa vuoi dire, pensarci? Stai seriamente suggerendo di farli venire qui?”

“Be, non subito, ovvio Ma magari in futuro”

“Luca, questo appartamento è lunica cosa che mi sono guadagnata da sola. Dieci anni di risparmi, capisci? È il mio spazio, il mio”

“Ormai nostro,” corresse dolcemente Luca. “Siamo una famiglia.”

Carla tacque, sbalordita. Un pensiero le attraversò la mente: “Anche tu? Consideri già il mio appartamento tuo?”

“A proposito,” continuò Luca come se niente fosse, “visto che parliamo dellappartamento Ho consultato un agente immobiliare.”

“Quale agente immobiliare?” Carla si irrigidì.

“Be, la mamma mi ha consigliato uno che conosce. Un professionista molto competente. Dice che se vendiamo il tuo appartamento”

“Cosa?!” Carla si voltò di scatto verso il marito. “Vendere il MIO appartamento?”

“Nostro,” corresse lui. “Se vendiamo il nostro e quello dei miei genitori, potremmo comprare una casetta fuori città. Ci sarebbe spazio per tutti, e laria è più pulita”

Carla fissò il marito, incapace di credere alle sue orecchie. Avevano già pianificato tutto con sua madre? Alle sue spalle?

“Luca, capisci davvero cosa stai dicendo?” La voce di Carla tremava. “Quale casetta? Quale vendita?”

“Amore, ma è logico,” Luca usò quel tono pacato che solitamente usava con la madre durante le litigate. “Perché dovremmo tenere un appartamento in città quando potremmo”

Il campanello suonò. Sulla soglia cera un uomo in completo elegante.

“Buonasera. Sono un rappresentante dellagenzia immobiliare. Avevo un appuntamento con Luca De Santis”

“Entri,” aprì la porta Carla. “Proprio in tempo.”

Luca impallidì.

“Carla, aspetta”

“No, caro, aspetta tu,” si rivolse allagente Carla. “Mi dica, sa che questo appartamento è di mia esclusiva proprietà? Acquistato prima del matrimonio?”

Lagente guardò Luca, perplesso.

“Ma suo marito ha detto”

“Mio marito dice molte cose,” Carla tirò fuori una cartella di documenti dallarmadio. “Ecco, guardi. Latto di proprietà. E la data del matrimonio. Vede la differenza?”

“Capisco,” lagente aggrottò la fronte. “In questo caso, la trattativa è impossibile senza il suo consenso.”

“Esatto. E io non lo darò.”

“Carla, avevamo un accordo!” intervenne la suocera.

“No, voi avevate un accordo. Alle mie spalle.”

Lagente si scusò, promettendo di restituire la caparra a Luca. Carla sistemò metodicamente le cose del marito

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