«Mi è sembrato, o siamo di nuovo insieme?» – Chiara si strinse a Sandro.
«Che ne dici? Non male, vero?» – Sofia si girava davanti allo specchio, provando un paio di pantaloni. «Che vuoi, Chiara, basta soffrire. Vai via da qualche parte, cambia aria, distraiti, innamorati, insomma!» – Sofia infilò le mani nelle tasche e piegò un ginocchio. «No, mi piacciono davvero. Se non ti dispiacciono, li prendo. Grazie.» Saltellò verso Chiara, si sedette accanto a lei sul divano, l’abbracciò e le diede un bacio sulla guancia.
Chiara sospirò, si alzò dal divano e si avvicinò allo specchio.
«Hai ragione, sembro uno straccio. Sono dimagrita, pallida. Sono stata io a volere la rottura, e ora me ne pento. Mi hai convinta. Domani chiederò le ferie. No, prima prenderò i biglietti per la data più vicina, poi chiederò le ferie.» – Chiara sorrise per la prima volta quella sera.
«Ecco, così va meglio» – la incoraggiò Sofia.
E quel sorriso trasformò Chiara. Non sorridevano solo le labbra, ma anche gli occhi, che si strizzavano e brillavano di gioia. «Quella diavoletta allegra» – la chiamava Sofia. Peccato che ultimamente sorridesse così di rado.
Proprio per quella risata, Sandro si era innamorato di Chiara. Loro e Sofia erano sedute su una panchina nel giardino vicino all’ufficio, mangiavano un gelato e ridevano di qualcosa. Passò un ragazzo, lanciò un’occhiata alle due e si voltò a guardarle a lungo. E loro risero ancora più forte, contagiose.
Due giorni dopo, Chiara e Sofia erano di nuovo sulla stessa panchina. Il ragazzo si avvicinò con decisione, si fermò davanti a Chiara e la salutò.
«Tu chi sei?» – chiese Sofia, senza peli sulla lingua, e scoppiarono a ridere.
«Sono Alessandro. Sono venuto qui ogni giorno sperando di incontrarti di nuovo. Due giorni fa eri seduta qui… La tua risata…» – Non staccava gli occhi da Chiara.
Lei capì che era serio, che le piaceva, che temeva un rifiuto sgarbato. Sorrise, e quando lui spalancò la bocca sorpreso e felice, rise di gusto. Non beffarda, no, ma felice, perché nessuno l’aveva mai guardata così. Dagli occhi strizzati schizzarono scintille maliziose. Lui avrebbe poi raccontato che per questo si era innamorato di lei, e non di Sofia, che pure era più bella e attraente.
Sandro la conquistò con la sua ammirazione, la sua attenzione, il suo amore. Andarono a vivere insieme e trascorsero due anni. Poi… Era il momento di una proposta o di separarsi, di prendere strade diverse. La loro relazione era diventata troppo normale, scontata.
Sandro si fece taciturno, la sua risata non lo incantava più. E Chiara decise che il suo amore era finito, senza aspettare che glielo dicesse, e propose di lasciarsi.
Lui si oppose, ma debolmente, e poi prese le sue cose e se ne andò. Due settimane dopo, Chiara capì il suo errore. Senza Sandro era anche peggio. Un mese dopo arrampicava sui muri per la solitudine, e due mesi dopo capì che non poteva vivere senza di lui.
Ed ecco che Sofia arrivò, lamentandosi che il suo ragazzo l’avesse invitata a un concerto. Aveva comprato una camicetta stupenda, ma non trovava pantaloni adatti. Chiara le offrì i suoi, ormai troppo larghi dopo il dolore per Sandro.
«Allora riprenditelo, prima che se lo porti via un’altra…» – propose Sofia.
«No. Penserebbe che dipendo da lui, dal suo amore. Come se mi sottomettessi.» – rispose pensierosa Chiara.
«Ma è bellissimo sottomettersi all’uomo che ami!»
«E se ci rimettessimo insieme e sentissi di nuovo noia e freddezza?»
«Pensi troppo. Apri il portatile e cerchiamo i biglietti.» – disse Sofia.
I biglietti, sorprendentemente, c’erano, economici, per la destinazione giusta e con la data perfetta – tra due settimane.
Chiara convinse il capo a firmare la domanda per le ferie, dicendo che sarebbe impazzita se non fosse partita. Aveva un po’ paura di andare al sud da sola. Prima era sempre partita con i genitori, con Sandro o con Sofia e il suo ragazzo, ma mai da sola.
«Sei una donna adulta e intelligente, ma fai attenzione» – la raccomandò Sofia sul binario.
L’aereo? Assolutamente no. Solo per la Sardegna, ma lì era rumoroso e costoso, e lei voleva tranquillità. Meglio il treno: sdraiarsi sulla cuccetta e guardare il paesaggio che scorreva fuori dal finestrino. O sonnecchiare al ritmo delle rotaie, sognando il mare. E poi, uscendo dal vagone polveroso, respirare quell’aria meridionale inconfondibile, tuffarsi direttamente nell’acqua…
Chiara non voleva più relazioni lunghe e serie. L’amore spesso porta dolore, delusioni e paura che tutto finisca, e bisogna ricominciare da capo…
«Hai quasi trent’anni. Non è più il momento in cui tutto è davanti a te. Devi capire che le relazioni cambiano, che non possono essere perfette, come le persone. L’amore reciproco è raro. E devi scegliere cosa è più importante per te: amare o essere amata. Prendi ciò che ti viene offerto e goditelo. Vivi e sii felice, senza pensare al futuro…» – diceva Sofia, mentre Chiara continuava a cercare Sandro con lo sguardo.
Nel suo scompartimento c’erano una coppia anziana e un nipote adolescente. Un ragazzino magrolino con l’acne la fissava senza battere ciglio. Lei all’inizio distoglieva lo sguardo, fingeva di non vedere. Che fissi pure, pensava. Forse era la prima volta che stava in uno spazio così stretto con una ragazza carina.
Poi le venne a noia e ricambiò lo sguardo, mettendolo in imbarazzo. Insomma, vinse lei, e il ragazzo smise di fissarla così sfacciatamente.
Il nonno dormì o fece parole crociate per tutto il viaggio. La nonna si lamentava del figlio divorziato, entrambi impegnati nelle loro nuove vite, e del nipote lasciato a loro. «Siamo vecchi, cosa possiamo offrirgli? E ci hanno pure spediti al mare…»
Arrivarono sani e salvi. Chiara cercò a lungo una stanza vicina alla spiaggia, da cui si vedesse il mare, per svegliarsi con il rumore delle onde e il grido dei gabbiani.
E la trovò, lontana dalla spiaggia affollata. Meglio così. Fare il bagno e prendere il sole da sola era molto meglio che tra corpi ustionati e urla di bambini. Chiara passava le giornate camminando lungo la riva, meditando, fissando il mare che si perdeva all’orizzonte e una nave bianca in lontananza.
Si abbronzò, ritrovò la bellezza e si calmò. Ed è allora che sulla sua strada apparve un bell’uomo. La solitudine aveva stancato Chiara, e fu felice della compagnia. Davide disse di averla osservata a lungo, che anche lui preferiva la solitudine alla folla. Scoprirono di avere molto in comune. Lui si era divorziato da poco e anche lui guariva le ferite dell’anima al mare. Passeggiavano, nuotavano, cenavano al bar e la sera camminavano sul lungomare.Passarono settimane senza notizie di Davide, finché Chiara, tornata a casa, trovò Sandro ad aspettarla sulla soglia con un mazzo di fiori e gli occhi pieni di quella stessa ammirazione di un tempo.