**Diario Personale**
Sentendo dei passi, Ginevra cancellò velocemente il messaggio che diceva quanto laltro si fosse sentito solo e non vedesse lora di rivederla. Appoggiò il telefono sul comodino, proprio dove laveva trovato. Lo rileggeva ancora e ancora, incapace di credere che non fosse un incubo, ma la pura verità. Suo marito, il suo sostegno, il suo amato Davide, la tradiva di nuovo.
E non con una ragazza giovane e avvenente, come in passato. Questa volta, la sua amante era una donna di almeno quindici anni più grande.
Davide entrò fischiettando. Quel giorno, tutti i colleghi avevano ricevuto un bel bonus, il che significava che poteva comprare un regalo per lanniversario di matrimonio e, allo stesso tempo, portare Natalia al mare.
Al pensiero di Natalia, sorrise sognante. Prima aveva avuto tante amanti: ragazze giovani, divorziate, perfino sposate, ma nessuna come lei. Natalia era sua collega.
Era una donna formosa, ma aveva classe: nel vestire, nel modo di comportarsi in pubblico, nel parlare e poi, quando erano soli. Peccato che letà avanzasse, ma per ora era ancora nel fiore degli anni, e lui avrebbe bevuto quel nettare fino allultima goccia.
Vedendo lespressione turbata di Ginevra, Davide tornò bruscamente alla realtà.
«Che succede? Non sembri te stessa.»
«Niente, sto solo pensando allanniversario. Potresti darmi dei soldi per organizzare la festa?»
«Certo, certo.»
Nemmeno lei capiva perché avesse risposto così. In passato, quando scopriva i tradimenti, scatenava litigi furiosi, minacciando il divorzio. Ora invece si comportava come se nulla fosse successo, come se non avesse mai visto quel messaggio.
Davide prese il telefono dal comodino. Finse di chiamare un collega per discutere di lavoro, poi uscì sul balcone per inviare qualche SMS appassionato alla nuova amante. Ginevra cercò di mostrarsi calma. Capiva che urla e lacrime non cambiavano nulla.
Non era la prima volta che lui la tradiva. Se prima giustificava i suoi tradimenti dicendo che lei aveva perso la forma dopo i figli, ora Ginevra era perfetta: corpo tonico, lunghi capelli, un trucco leggero e un vestito elegante che la faceva sembrare una star delle telenovelas.
Le amiche non la capivano. Veniva da una famiglia benestante, aveva una professione, e con tre figli non sarebbe finita in miseria. Eppure sopportava le continue infedeltà, limitandosi a litigi sporadici, minacciando il divorzio senza mai agire. In quei momenti, i suoceri intervenivano sempre in difesa di Davide.
«Guarda la nostra vicina, Lucia. Senza marito, lavora giorno e notte per mantenere i figli. O Mara, il cui marito spende tutto in donne e lei va in giro con vestiti logori.»
«Ma»
«Niente ma! Hai tutto: una casa, vestiti firmati, non lavori. Se tuo marito si diverte, pazienza! Mio marito lo faceva, e io non dicevo nulla. Gli uomini sono come gatti: vogliono calore e affetto. Se lo sgridi, scappa.»
Ginevra sorrise. Aveva visto il suocero uscire di casa di Lucia poco prima. Dunque, continuava le sue avventure, ma a differenza del figlio, sapeva nasconderle meglio.
«Ha ragione, Renata. Se cerca altrove, è perché manca qualcosa a casa. Se mia moglie mi sgridasse così, la metterei subito in riga!»
La suocera sorrideva compiaciuta, mentre a Ginevra si stringeva il cuore. Nella sua famiglia, lamore era sincero. I genitori si erano insegnati ai figli che, se non si ama più, si dice la verità. Nessuno merita di essere ingannato.
Perché, allora, se un marito tradisce, è normale? Perché la colpa è sempre della donna? Quante lacrime aveva versato, quanti soldi spesi in maghi che promettevano di farlo tornare fedele tutto inutile.
Le amiche le dicevano di scappare, ma dove? Dai genitori? Suo fratello viveva ancora con loro. In affitto? Con tre figli e senza lavoro? E poi, amava Davide. Si conoscevano dal primo anno di scuola, si erano innamorati a dodici anni, e non si erano più lasciati.
Forse i suoceri avevano ragione. Forse Davide si sarebbe calmato. O forse era colpa sua se lui era diventato così. Prima non la tradiva, era premuroso e dolce.
Ma bastava ricordare quel messaggio per sentirsi morire. Prima la criticava per i chili di troppo, e ora? Cosa aveva trovato in quella donna più vecchia di lei?
E poi, cera lanniversario. Dieci anni insieme, e lui ricominciava. Ginevra prese il telefono e cercò siti per organizzare feste. Ne chiamò uno e fissò un appuntamento.
Il giorno dopo, incontrò uno dei proprietari dellagenzia. Si scusò per lassenza del collega, assicurando che tutto sarebbe stato perfetto. «Abbiamo cataloghi di regali e opzioni per la festa, ma se ha idee personali, le realizzeremo. A cosa è appassionato suo marito? Pesca, sport, macchine?»
«Donne e tradimenti.»
«Scusi?»
«Mio marito ama le donne. Non passa un giorno senza tradirmi.»
Ginevra scoppiò a piangere, attirando gli sguardi degli altri clienti del caffè.
«Perché chiude gli occhi? È colpa sua se la tradisce. Se non si rispetta, come può pretenderlo da lui?»
«Non capisce»
«Capisco benissimo. Mia sorella minore cera. Suo marito la tradiva, lei taceva, poi fece lirreparabile. Ora allevo i miei nipoti. Lei ha figli?»
«Sì»
«Viva per loro. Troverà una casa, un lavoro. La vita è una sola.»
«Forse ha ragione.»
Ginevra si asciugò le lacrime e sorrise timidamente.
«Grazie per lascolto. So quale regalo fare a mio marito. Prenda nota.»
La settimana seguente, lavorò con gli organizzatori. Scelse una villa incantevole per la festa, invitò amici, parenti e i colleghi di Davide, compresa Natalia.
Il giorno dellevento, indossò un abito nero di pizzo, impeccabile. Lorenzo, lorganizzatore, le sorrise. Le aveva dato sostegno, mostrandole che non tutti gli uomini erano come Davide.
La festa era in pieno svolgimento. I suoceri, seduti al tavolo donore, non notavano la sua assenza. Davide scambiava sguardi ardenti con Natalia, approfittando dei momenti in cui Ginevra non cera.
«È ora dei regali!» annunciò Ginevra. «Carissimo, in dieci anni ho capito una cosa: con te è inutile discutere. Meglio accettarti per quello che sei. E grazie per avermi aperto gli occhi su come dovrebbe essere un matrimonio. Non amo i discorsi lunghi, quindi ti dico solo: questo regalo ti piacerà.»
Portarono una torta enorme, da cui uscirono tre ragazze: bionda, mora e rossa. Ginevra osservò Davide, confuso, poi sussurrò a Natalia:
«Credi di essere lunica? Guarda come brillano i suoi occhi davanti a quelle bellezze. Ora guardati.»
Mentre Natalia impallidiva, Ginevra si avvicinò alla suocera.
«Pare che Gregorio non si sia ancora stancato di Lucia.»
Prima che la su






