Sfiorandoci leggermente con le maniche

Con lavvicinarsi del Capodanno, Ginevra Bianchi sentiva unemozione palpabile. Sarebbe stato il suo quarantaterzo Capodanno, e ogni anno aspettava quel momento magico, profumato di clementine, come una bambina che non vede lora di aprire i regali.

Ginevra vive da sola in un appartamento accogliente a Napoli; ha una figlia di sei mesi, Chiara, nata sei mesi dopo il suo matrimonio. Con il marito Marco aveva lasciato la casa dei genitori per trasferirsi sulla Costiera Amalfitana, dove i suoceri gestiscono un piccolo hotel. Lì la coppia aveva ricevuto in eredità la stessa attività. Ginevra è felice per la figlia.

A Capodanno succedono cose che non avrebbero potuto accadere in nessun altro giorno confidava alla collega e amica Loredana.

Oh, Ginevra, che romantica sei! Non sei più una ventunenne, ma continui a sognare in grande rispondeva Loredana.

E allora, perché no? La romanticità non muore mai

Undici anni prima, Ginevra era rimasta sola: Marco era morto in un incidente stradale. Da allora aveva cresciuto Chiara da sola, senza più sperare in un nuovo amore, convinta di essere già felice per la figlia. Lei e Marco si amavano profondamente.

Ginevra, non devi stare sola, sei una bella donna, gentile, meriti di trovare qualcuno che ti renda felice insisteva Loredana.

Non lo so, Loredana, confronto tutti gli uomini a Marco, mi sembra che non esista più un uomo come il mio Romino.

Mancavano un po più di due mesi al Capodanno quando Ginevra incontrò per caso Alessandro Rossi, un alto biondo dagli occhi azzurri. Si incrociarono in una piccola caffetteria durante la pausa pranzo, proprio davanti alla cassa. Non si urtarono, ma le loro mani si sfiorarono. Unondata improvvisa di calore le attraversò il corpo, facendola arrossire.

Il suo sguardo si incrociò con quello di Alessandro, e Ginevra si sentì affogare nella profondità di quegli occhi.

Dio, è stata lultima volta che mi è capitato qualcosa del genere? pensò per un attimo, poi la frase svanì.

Si sedeva al tavolo con il suo vassoio, quando Alessandro si avvicinò.

Posso sedermi? sorrise lui.

No, prego rispose Ginevra, pensando che il suo sorriso fosse irresistibile.

Alessandro, il mio nome. E il tuo?

Ginevra rispose, sentendo le guance arrossare di nuovo.

Entrambi erano nervosi, ma presto lagitazione si placò. Parlarono di tutto, come se si conoscessero da una vita. Scoprirono di avere molto in comune, di capire lun laltro a metà frase. Così trascorsero un mese e mezzo insieme, pranzando spesso, passeggiando la sera. Loredana non riconosceva più la sua amica. Ginevra non si considerava una bellezza, ma sapeva di avere un fascino unico, unallure che attirava sia uomini che donne. Molte invidiavano i suoi lunghi capelli biondi, una cascata che le arrivava appena sotto le spalle; non amava i tagli corti, credendo che Dio lavesse dotata di una chioma da trattare con rispetto.

Il suo sorriso e lo sguardo dolce erano il suo punto di forza. Il cuore non aveva più provato un vero brivido da tempo, fino allincontro con Alessandro. In gioventù aveva sposato Marco subito dopo il diploma, lavorando come contabile in una grande azienda. I genitori lavevano inserita lì, dove aveva incontrato il futuro marito. Era felice fino al giorno nero in cui le comunicarono la morte di Marco.

Alessandro la invitava spesso a fare una passeggiata, e lei accettava. Amava linverno, e anche se la neve copriva gli alberi e il freddo rendeva difficile stare fuori a lungo, nulla poteva fermare due cuori che attendono quel momento felice.

Loredana, sono così felice diceva Ginevra mentre prendevano un caffè al lavoro Alessandro è esattamente luomo dei miei sogni. A volte non credo che Dio mi abbia di nuovo benedetta.

Lo sapevo, anchio volevo che ti succedesse qualcosa di bello. Io sono felice con Sandro, e un po mi preoccupava il mio bene, volevo vedere anche te fiorire di nuovo. Sei così non trovo parole per descrivere quanto ti ammiro rispose Loredana.

Poi Alessandro sparì, senza chiamare né spiegare il motivo. Ginevra era sconvolta, Loredana preoccupata per lamica.

Ginevra, non ti agitare così. Succede, non sai mai cosa può capitare nella nostra vita frenetica cercò di consolarla la collega.

E il telefono? Non possiamo parlare un attimo? Non riesco a immaginarlo senza di lui. Lho aspettato per anni, come nella canzone Sofficemente toccando le maniche e poi è sparito. Quando lho visto per la prima volta, ho capito subito che era lui. E ora non cè più diceva Ginevra quasi a singhiozzo.

Le lacrime non ti aiuteranno. Hai provato a chiamarlo? le suggerì Loredana.

Lho chiamato mille volte, è sempre occupato. Come può proprio lasciarmi così? rispose Ginevra, disperata.

Devi credere e attendere. Un giorno tornerà, ne sono certa. Da quando non senti sue notizie?

Due giorni, oggi è il terzo.

Non è ancora tempo di disperare. Il Capodanno è vicino, occupati a preparare la festa, sei sempre stata la regista dei nostri eventi. Alessandro tornerà, ne sono sicura.

Passò una settimana, Alessandro non si fece più vivo. Ginevra cercava di distrarsi, andando a fare spese con Loredana per trovare premi originali per il concorso della serata di Capodanno, ma la sera tornava a casa a piangere nel cuscino.

La vigilia, tutti i colleghi festeggiavano, lo champagne scorreva a fiumi, la musica rimbombava, si ballava, si brindava al nuovo anno con speranza. I tavoli erano pieni di stuzzichini. Ginevra fingeva allegria, ma il suo sguardo era fissato sul cellulare, in attesa di una chiamata che non arrivava.

Alle dieci di sera tornò a casa. I giorni di vacanza stavano per cominciare, ma non sapeva come impiegarli. La figlia, Chiara, la chiamava per invitarla a trascorrere il Capodanno insieme, ma Ginevra non aveva voglia di uscire.

Papà, vieni a casa nostra per Capodanno, non stare sola, altrimenti il nuovo anno lo passerai da sola la chiamava la madre.

Sì, mamma, verrò promise Ginevra.

Il 31 dicembre, verso le sette, Ginevra era in procinto di andare dai genitori quando sentì bussare alla porta.

Chi può essere? pensò, aprendo.

Allingresso non era nessuno meno che Babbo Natale, con la sua barba bianca e il mantello rosso.

Buona sera, cara Ginevra disse con voce profonda ho un regalo per te. Tirò fuori una piccola scatola rossa dal sacco e la aprì: un anello doro.

Che cosa è? Da chi? chiese, un po spaventata.

Vieni a prendere il tuo Alessandro, dolce ragazzo annunciò Babbo Natale, e da dietro la porta emerse Alessandro, sorridente, con un mazzo di rose in mano, lanello stretto tra le dita.

Sì, sì! esclamò Ginevra, ridendo di gioia.

Allora accetta questo anello, è il simbolo del nostro fidanzamento, nella notte del 31 dicembre, proprio prima del nuovo anno, in presenza di Babbo Natale disse Alessandro.

Ginevra allungò la mano, Alessandro le posò lanello al dito, le offrì i fiori e la baciò appassionatamente.

Vi benedico, miei cari proclamò solenne Babbo Natale. Il mio compito è finito, felice anno nuovo, e via!

Scusami, tesoro, mi sono sentito tanto solo disse Alessandro. Ti ho lasciato senza spiegazioni?

Perché? Cosa è successo? chiese Ginevra, confusa.

Ero in missione per il tuo stabilimento, mandato via per un anno intero. Non ti ho detto nulla. Quella notte ho ricevuto una chiamata: mia sorella e mia madre erano coinvolte in un incidente; la sorella è morta, la madre è in terapia intensiva. Non ho potuto chiamarti, il volo mi ha lasciato il cellulare a bordo. Poi ci sono state le cremazioni, due operazioni per mia madre. Non sapevo il tuo numero Fortunatamente la mamma è migliorata, ma era al limite. Non volevo perdere il Capodanno con te, così sono tornato di corsa.

Ginevra lo abbracciò, ancora incredula.

Stavo per andare dai miei genitori, ancora non ho preparato nulla ammise, un po smarrita.

Ho del prosecco, mandarance e cioccolatini tirò fuori una borsa dal pavimento andiamo insieme da loro, chiederò la tua mano ai tuoi genitori propose allegro Alessandro. Prenderemo anche lo champagne.

Il padre aprì la porta del loro appartamento e trovò Ginevra con luomo sconosciuto.

Benvenuti, entrate pure disse cordialmente, stringendo la mano ad Alessandro. Sono Pietro Bianchi, il padre.

Buona sera, io sono Alessandro rispose luomo.

Entrarono nella stanza dove già troneggiava un tavolo imbandito e un albero di Natale illuminato da luci scintillanti.

Mamma, papà, questo è Alessandro, il mio fidanzato, il mio futuro marito mostrò Ginevra lanello al dito.

I genitori rimasero senza parole.

Piacere di conoscerti, Alessandro disse la madre, sorridendo. Benvenuto nella nostra famiglia. Ma da dove è venuto? Non ne avevo sentito parlare

È un regalo di Capodanno rispose Alessandro, e tutti scoppiarono a ridere.

Ginevra raccontò loriginale proposta di Alessandro con Babbo Natale.

Che fortuna avere un genero così ingegnoso rise Pietro Bianchi. Alla salute dei nostri figli e al loro futuro felice! alzò il calice di prosecco, seguito da tutti gli ospiti. Al vostro amore nel nuovo anno!

Tra il tintinnio dei bicchieri e le risate, accolsero lanno nuovo. Ginevra capì che quel 2024 sarebbe stato felice, perché come si dice, chi comincia bene, finisce meglio.

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