Sfrutti tua nonna: Lei si occupa del tuo bambino, ma si rifiuta di prendere il mio neanche nei fine settimana

A volte nella vita ci troviamo di fronte a situazioni che richiedono una soluzione rapida e immediata. È proprio ciò che è successo a me, in un modo che ancora adesso mi lascia riflettere.

Mio figlio, Matteo, ha ormai quattro anni. Per me rappresenta la perfezione, anche se, diciamoci la verità, non è proprio un angioletto. Ma quale bambino lo è davvero? Sono tutti piccoli terremoti. Intanto aspetto il mio secondo figlio, e proprio qui arrivano le difficoltà.

Alla visita ginecologica di routine la dottoressa ha deciso di ricoverarmi subito, qualcosa non andava bene e non potevo rimandare. Mi trovavo così davanti a una domanda cruciale: a chi lasciare Matteo?

Mio marito Lorenzo era via per lavoro, a Milano, e sarebbe tornato solo dopo dieci giorni. I miei genitori lavorano tutto il giorno in unazienda qui a Bologna, e nessun altro parente era disponibile. Così mia nonna Lucia, che ha ormai settantanni, si è offerta di aiutarmi. Mi ha detto che si sarebbe occupata lei di Matteo fino alle mie dimissioni dallospedale. Devo essere sincero: ero preoccupato. Mia nonna è ancora energica, ma Matteo è un fulmine, e non sapevo proprio come sarebbe andata a finire.

Alla fine la decisione era presa. I miei genitori, appena smesso di lavorare, sarebbero corsi da mia nonna per stare con Matteo la sera. Durante il giorno, però, toccava tutto a lei. Era la soluzione migliore a disposizione.

Pur così, non riuscivo a stare tranquillo, il pensiero era sempre rivolto a Matteo. Lo lasciavo nelle mani della nonna, lunica via duscita in quel momento. Chiamavo spesso a casa, sentivo mia nonna e, con mio stupore, lei e Matteo sono subito riusciti a capirsi e a volersi bene. La settimana è volata e al mio ritorno mio marito ha ripreso in mano la situazione.

A pochi giorni dalle dimissioni, ricevo la telefonata di mia sorella Francesca, furiosa con me. Sua figlia Giulia ha appena due anni e, nonostante lei avesse chiesto mille volte a nostra nonna Lucia di tenerla almeno nel fine settimana, si era sempre sentita dire di no. Troppo piccola, diceva la nonna.

Francesca era arrivata quasi a supplicare la nonna di aiutarla con Giulia, ma niente da fare.

Stai sfruttando la nonna! mi ha urlato al telefono.

Ho cercato di spiegare: Ero davvero in difficoltà, non potevo farmi ricoverare con Matteo. Anche io ti avevo chiesto se potevi aiutarci, ma non te la sei sentita. Tu invece volevi lasciare la tua bambina alla nonna solo per avere un po di tempo libero. Sai che differenza cè tra i nostri casi? E poi, come fai a pensare di lasciare una bimba così piccola con una donna anziana? Dovresti portarla dai suoi nonni materni.

Francesca continuava a ripetere che non voleva occuparsene nessuno, e che si ritrovava sola sempre.

Penso che Francesca si sbagli. Cè veramente differenza tra una bambina di due anni e un bambino di quattro. Se avessi potuto scegliere, non avrei mai lasciato Matteo a qualcun altro, specie alla nonna. Mi sono trovato costretto dalla vita. Ma Francesca pensa ancora che abbia manipolato la situazione a mio favore.

Alla fine, questa storia mi ha insegnato che nelle famiglie italiane il cuore è grande, ma le aspettative e le tensioni non mancano mai. Sento però nel profondo di aver fatto il possibile con i mezzi che avevo e, forse, dovremmo tutti imparare ad avere più comprensione uno per laltro e meno giudizi affrettati.

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