Sfumature di Felicità

**Le Sfumature della Felicità**

«Oh, ciao, amico mio», disse Luca, facendo entrare in casa Paolo, il suo amico d’infanzia che viveva in città.

«Salve», lo abbracciò Paolo. «È tanto che non ci vediamo. Sono passati quattro mesi dal funerale di nonna, avrei voluto venire prima, ma non è stato possibile. Ora ho preso le ferie e ho deciso di riposarmi qui in campagna.»

«Hai avuto un’ottima idea. Andremo a pescare al lago nel bosco, o magari al fiume, ricordi come facevamo da bambini?» disse Luca, tutto contento.

Erano amici fin dall’infanzia, correvano insieme per le stradine di campagna, nuotavano nel fiume, combinavano marachelle e andavano alla stessa scuola. Paolo era sempre stato il più vivace e pieno di idee, mentre Luca lo sosteneva in tutto.

«Sei solo? Dov’è tua moglie?» chiese Paolo.

«È andata al negozio, tornerà a momenti. È una vera massaia, cucina benissimo e mi riempie come un maiale a Natale», elogiò la moglie, Anna.

Si erano sposati sei anni prima, ma ancora non avevano figli. Anna si era rivolta all’ospedale locale insieme al marito, ma i medici dicevano che era tutto a posto, bisognava solo aspettare.

Luca dimostrava il suo amore in ogni modo: si prendeva cura di lei, l’aiutava in tutto, non le permetteva di sollevare pesi. Le donne del paese la invidiavano, alcune con affetto, altre con gelosia tossica.

«Che fortuna ha Anna! Luca la tratta come una principessa, non beve, la adora.»

Anna viveva serena, si divertiva a cambiarsi d’abito, badava alla casa, ma a volte la malinconia la assaliva guardando i bambini dei vicini. Lavorava come contabile nel municipio del paese.

Evitavano di parlare dei figli, ma Luca spesso pensava:

«Quando nascerà un bambino, ci avvicineremo ancora di più.» A volte percepiva però una certa freddezza dalla moglie.

Anna sentiva l’amore e l’attenzione eccessiva di Luca, e a volte le sembrava quasi soffocante.

«Buongiorno», sentì Paolo con la voce gentile di Anna e si voltò.

Davanti a lui c’era Anna con un sacchetto nero in mano, appena tornata dal negozio. Luca saltò su e le tolse premurosamente il sacchetto, portandolo in cucina.

«Ciao», disse Paolo allegro, ammirando involontariamente le gambe slanciate di Anna e i suoi capelli biondi e mossi. «Sono Paolo, l’amico d’infanzia di Luca», spiegò mentre il marito usciva dalla cucina.

«Non mi hai mai parlato di questo amico», disse ad Anna.

«Vive in città. Qualche mese fa è morta sua nonna, viveva dall’altra parte del paese, forse ti ricordi di nonna Lucia. Tu non sei di qui, per questo non lo conosci.»

«Ah, sì, ricordo. Quindi questo è suo nipote. Paolo in fondo è un cittadino, è andato via subito dopo la scuola.»

«Esatto, proprio così», confermò Paolo con un sorriso.

«Va bene, Anna, noi andiamo a fare due passi mentre tu prepari qualcosa», disse il marito, e uscirono di casa.

Era domenica, e da lunedì Anna sarebbe stata in ferie. Era l’inizio di settembre, l’autunno si manifestava con i suoi colori vivaci, le ragnatele volanti, le foglie gialle che danzavano nel vento.

Anna aveva apparecchiato in giardino, sotto la pergola. Con quel tempo, non aveva voglia di stare in casa. Luca e Paolo tornarono e si sedettero a tavola.

«Paolino, quanto sono contento che tu sia venuto qui, finalmente pescheremo un po’. Dovresti venire più spesso. Cresciuti insieme, abbiamo pascolato le mucche con mio nonno, rubato le mele negli orti altrui, e ora sei diventato un cittadino.»

«Dai, non esagerare, sono nato qui, questa è la mia terra», disse Paolo, dandogli una pacca sulla spalla.

Anna osservava i due amici che ricordavano la loro infanzia, parlavano di tutto, scherzavano e ridevano, e si stupiva della loro amicizia. Ricordò di avere una torta nel forno, corse in casa e tornò con il dolce, tagliandolo a fette.

«Che bontà! Non ho mai mangiato una torta così buona», esclamò Paolo. «Anna, sei fantastica.»

«Sì, mia moglie cucina divinamente», si vantò Luca. «Mi ha ingrassato…» Ridevano, bevendo vino.

Rimasero a lungo a tavola, gli uomini ridevano a squarciagola, ricordando il passato. Era ormai buio, Anna accese la luce. Li guardava e pensava:

«Per fortuna Luca non è bello come Paolo. Troppo affascinante, troppo vivace e eloquente. Probabilmente in città ha donne a bizzeffe. Non è un caso che non sia sposato, ormai sarebbe tempo. Salta da una all’altra.»

Quella sera, Paolo tornò a casa tardi. Da quel giorno, cominciò a frequentare spesso Luca, approfittando delle ferie, anche se Luca lavorava. Si vedevano la sera, e un weekend andarono a pescare. Il tempo era stupendo, settembre era caldo e soleggiato. Arrostirono il pesce in giardino, si unirono altri amici d’infanzia, fu una bella serata.

Durante una di queste cene, Anna notò lo sguardo di Paolo, diverso dal solito. Capì subito che le p

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