Lo sguardo degli occhi verdi del passato
Massimo si svegliò all’alba e pensò:
Sì, è da tanto che non dormo così bene, e per di più in un campo, dentro un pagliaio, senza comodità e senza una coperta calda. Ma a che serve, d’estate? Fa caldo, e il fieno è profumato e accogliente.
Si alzò e si liberò dal fieno. La mente era lucida, non angosciata dal divorzio, né triste. Forse non aveva mai amato davvero sua moglie? Rifletté.
Allora, questi dieci anni con lei sono stati solo unillusione di vita familiare? Eppure, in apparenza, andava tutto bene, anche se non avevano mai avuto figli. Vera aveva una bambina, ma, come diceva lei, non sapeva neppure chi fosse il padre. Laveva avuta per sé.
Massimo aveva sempre percepito una certa falsità nei sentimenti di Vera, e litigavano spesso. Dopo ogni discussione, gli tornavano in mente gli occhi verdissimi e il sorriso dolce di Mariolina, linfermiera che si chinava su di lui per fargli le iniezioni e mettergli le flebo in ospedale. Era stato ferito in guerra, in Caucaso.
Seduto nel pagliaio, Massimo sorrise al ricordo di Mariolina, della sua voce calma, dei suoi occhi come due smeraldi e dei capelli castani e folti. Occhi così non li aveva più rivisti. Era convinto che fosse stata lei ad aiutarlo a superare le sofferenze e il dolore.
Il giorno della dimissione, dopo aver raccolto un mazzo di fiori di campo, andò da lei. Voleva chiederle di partire con lui, sapendo che non sarebbe stato facile, ma ci provò lo stesso.
Mariolina non cè, è stata trasferita in un altro ospedale da campo rispose uninfermiera quando Massimo chiese di lei.
Dove, può dirmelo?
No, non lo so, e nessuno glielo dirà. Sa bene dove siamo
Massimo era abbattuto, ma decise di cercarla. Come trovarla, però, se sapeva solo il suo nome e il colore degli occhi? Dovette tornare a casa dopo la ferita, congedato per motivi di salute. A casa tutto era uguale: il padre che beveva, la madre che lavorava e lo rimproverava.
Un giorno, però, arrivò Luca, un commilitone con cui aveva condiviso tutto. Anche lui era tornato.
Ehilà, Massì! Come stai? Ti sei ripreso?
Sì, tutto a posto rispose scrollando le spalle.
Vieni da noi, in paese. Qui non cè lavoro, e poi è troppo piccolo propose Luca, strizzando locchio. A meno che non ci sia qualcuno che ti trattiene
No, nessuno. Non riesco a dimenticare Mariolina.
Eh, ti ha stregato, eh? Ma non mollare, cerca, scrivi
Massimo partì con Luca, che ormai era come un fratello. Passò il tempo. Comprò una casetta vecchiotta, la sistemò e ci andò a vivere.
Luca, invece, si innamorò e partì con la moglie, Luisa, per la città.
Scusami, Massì, ti ho trascinato qui e poi ti lascio. Ma chi poteva immaginare che avrei incontrato Luisa? Ci vedremo ancora.
Non preoccuparti rispose allegro Massimo. Anche io ho una storia: ho chiesto a Vera di sposarmi.
Ora, mentre guardava i campi sterminati e i boschi lontani, si riscosse dai ricordi. Gli sembrò di sentire di nuovo la voce cattiva di sua moglie, quando ieri gli aveva detto:
Non troverai mai unaltra come me, disposta a sopportarti così a lungo. Io ci sono riuscita, ma nessunaltra potrebbe. Le tue fissazioni non interessano a nessuno. E poi, ho un altro uomo, che mi ama davvero.
Chiamava “fissazioni” quei momenti in cui Massimo si chiudeva in sé stesso, travolto dai ricordi. A Vera dava fastidio, lo scuoteva, e poi litigavano. Lui non capiva perché si arrabbiasse tanto per cose di cui non parlava nemmeno.
Ieri, però, Vera aveva confessato ciò che Massimo già sospettava. Laveva ascoltato in silenzio, poi aveva messo le sue cose in una borsa ed era uscito, mentre lei lo insultava. Aveva camminato lontano dal paese, lontano da Vera.
Strano, credevo che la separazione mi avrebbe sconvolto, che avrei urlato, accusato. Invece sono calmo, quasi sollevato.
Decise di partire il mattino dopo per raggiungere Luca in città. Uscì dal paese al tramonto, svoltò in un campo con i pagliai ancora freschi, e vi passò la notte.
Ecco, finalmente pensò Massimo, quasi contento. Non dovrò più fingere che vada tutto bene. In fondo, sospettava da tempo che Vera avesse una relazione con un funzionario comunale venuto per costruire le nuove stalle.
Per la prima volta in mesi si sentì leggero, come se un macigno gli fosse rotolato via dal petto. Si infilò nel fieno e sospirò:
Domani è un altro giorno. Oggi riposo. Domani vedrò Luca, mi sosterrà come sempre.
Appoggiò la borsa sotto la testa, ma non aveva sonno. Era ormai notte, le prime stelle brillavano, e i ricordi tornarono a galla: la mano salvata per miracolo in ospedale, che ancora a volte gli doleva. Cercava sempre di distrarsi.
Gli tornò in mente come aveva conosciuto Vera, una donna vivace e allegra, più grande di lui di tre anni. Gli aveva dato speranza, fatto credere che la vita andava avanti nonostante tutto. Non aveva mai chiesto del padre della bambina, aveva solo cercato di amarla. Credeva che sarebbero rimasti insieme per sempre.
Ma evidentemente aveva deluso Vera. Lei lo rimproverava sempre per le sue “fissazioni”, quando lui voleva stare solo a ricordare i momenti più terribili della guerra.
I pensieri gli giravano in testa, ma alla fine si addormentò. Dormì profondamente, senza sogni: laria fresca e il profumo del fieno lo avevano calmato. Al risveglio, però, tornarono gli occhi verdi di Mariolina. Perché proprio ora? Ma non li aveva mai dimenticati.
Bene, è ora di andare si disse, uscendo dal pagliaio.
Camminò fino alla strada, aspettò lautobus e partì per la città. Arrivato, comprò una bottiglia di vino e una scatola di cioccolatini. Con Luca non bevevano alcolici forti, solo un bicchiere di vino, e per Luisa prese i dolci.
Arrivato alla loro casa, salì al secondo piano e suonò. La porta si aprì quasi subito, e apparve Luca, che si sistemava i pantaloni da jogging.
Massì, che piacere! Entra! esclamò abbracciandolo. Poi guardò oltre la porta e chiese: Sei solo?
Massimo tacque, ma lespressione gli bastò.
Va bene, vieni in cucina, la colazione è pronta. Luisa, guarda chi cè! e intanto il loro figlio, Nico, di sette anni, gli saltò addosso.
Che bello essere accolti così pensò.
Seduti in cucina, ricordarono il passato. Massimo tirò fuori la bottiglia, una tavoletta di cioccolato per Nico e i cioccolatini per Luisa, notando solo allora il suo ventre arrotondato.
Mi sbaglio, o? chiese, e Luisa rise:
O-o
Bravi! disse sinceramente felice.
Eh, così è la vita






