Si chinò sulla moglie morente e le sussurrò qualcosa… Pochi minuti dopo rimpiangeva amaramente quelle parole

Si chinò sulla moglie morente e le sussurrò qualcosa allorecchio Pochi minuti dopo, avrebbe rimpianto amaramente quelle parole.
Gianluca ormai conosceva a memoria i corridoi dellospedale, ma non trovava mai conforto in quelle pareti bianche. Ogni visita lo lasciava esausto, irritato, come se la sua vita gli scivolasse via tra le dita.
Prendeva sempre le scale, non per tenersi in forma, ma per evitare gli sguardi compassionevoli e le frasi di circostanza.
Quel giorno stringeva tra le mani un mazzolino di rose bianche. Una finzione. Beatrice, sua moglie, era in coma da settimanenon avrebbe visto né sentito nulla. Ma i fiori servivano a tranquillizzare gli altri: medici, parenti, conoscenti. Recitava la parte del marito devoto.
Dietro quella maschera, però, tutto stava crollando. Le cure costavano una fortuna. I giorni passavano, le fatture si accumulavano. E Gianluca, in silenzio, non ce la faceva più.
Nel profondo, si era già distaccato. A volte, con un senso di colpa che lo divorava, si chiedeva: e se Beatrice non si fosse mai svegliata? Lui avrebbe ereditato tutto. Un pensiero terribile eppure, in qualche modo, liberatorio.
Quel giorno entrò nella stanza, sistemò i fiori nel vasoe poi le sussurrò qualcosa.
Ma solo pochi minuti dopo, avrebbe desiderato di non aver mai pronunciato quelle parole. Ecco perché:
*”Beatrice non ti ho mai amata come credevi. Tutto questo mi sta distruggendo. Se te ne andassi sarebbe più semplice.”*
Quel che Gianluca non sapeva era che, appena sotto il letto, si nascondeva Giulia, una volontaria. Si era rifugiata lì per sfuggire a un momento di sconfortoe aveva ascoltato una verità agghiacciante.
Poco dopo arrivò il padre di Beatrice, Aldo. Gianluca riassunse subito i suoi panni, parlando con dolcezza, rassicurandolo. Ma Aldo capì al volo che qualcosa non tornava.
Giulia si trovò davanti a una scelta: parlare e rischiare tutto, o tacere e permettere che accadesse lirreparabile?
Alla fine, parlò:
*”Lui ha augurato la sua morte,”* disse ad Aldo.
Luomo si bloccòma non sembrò sorpreso.
Il giorno dopo, presero provvedimenti: Gianluca non sarebbe più stato lasciato solo con Beatrice.
Quando tornò, sentì subito il cambiamento: sguardi sospettosi, presenza costante. E un avvertimento gelido da parte di Aldo:
*”Un solo passo falso, e perderai tutto.”*
Gianluca cercò di mantenere la compostezza. Fino al giorno in cui Beatrice si mosse. Un tremito, un battito di ciglia stava tornando.
E allora, tutto cambiò. I ricordi di lei, della loro storia, della sua risata lo travolsero. Lo assalì la vergogna.
Rimase. Giorno dopo giorno. Non per doverema perché era quello che voleva.
E quando finalmente lasciarono lospedale, lei gli sussurrò:
*”Sei rimasto. Grazie.”*
Lui rispose con la voce roca:
*”Mi dispiace aver impiegato così tanto per capire cosa conta davvero.”*
Nessuno sapeva cosa avrebbe portato il futuro. Ma al posto del rancore, tra loro nacque qualcosa di autentico. Fragile. Sincero. Una seconda possibilità.

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