Raffaella entrò nel sontuoso appartamento presidenziale con il cuore in gola. Ogni dettaglio le sembrava familiare, eppure pericolosamente carico di ricordi. Non appena chiuse la porta alle spalle, sentì il respiro farsi affannoso. Tutto ciò che desiderava era sbrigare il lavoro in silenzio e andarsene senza attirare sguardi.
Ma anche se si ripeteva che era solo un altro giorno di servizio, avvertiva una tensione insolita. In ogni angolo della stanza, in ogni oggetto luccicante, rivedeva lo sguardo di Alessandro Monteverdicalmo ma penetrante, come se potesse leggere ogni suo pensiero.
Mentre sistemava i cuscini sul letto, la porta si aprì di nuovo. I passi decisi delluomo riempirono la stanza. Raffaella si irrigidì, le dita strette sulla seta del copriletto.
Questa volta non scappidisse lui, la voce grave ma stranamente gentile.
Lei si voltò lentamente. Alessandro era lì, impeccabile come sempre, ma nei suoi occhi cera qualcosa di nuovo: una curiosità calda, mescolata a un velo dironia.
Pensavo di disturbaremormorò lei.
Se mi avessi davvero disturbato, lo avresti già saputo. Eppure, non ho chiamato né la sicurezza né il direttore. Sai perché?
Raffaella scosse il capo, incapace di rispondere.
Perché voglio sapere chi seicontinuò lui. Una donna che si addormenta nel letto di un uomo sconosciuto o è incosciente, o ha unanima così pura che la stanchezza è il suo unico peccato. E tu, Raffaella, sembri appartenere alla seconda categoria.
Il suo nome, pronunciato da lui, le fece correre un brivido lungo la schiena. Come lo conosceva? Poi ricordò il badge con il suo nome appuntato alluniforme.
Io non sono niente di specialesussurrò. Solo una cameriera.
Alessandro sorrise per la prima volta. Un sorriso breve, ma sufficiente a turbarle il respiro.
“Solo” una cameriera? No. Una donna che lavora fino a crollare, ma che, anche addormentata, sembra un dipinto antico dimenticato in un museo segreto. Credi davvero che sia “niente”?
Raffaella sentì le guance ardere. Avrebbe voluto ringraziarlo, ma le parole le morirono in gola. Abbassò lo sguardo, cercando di riprendere il controllo.
Devo finire di pulireriuscì a dire alla fine.
Finisci purerispose lui semplicemente, ma rimase lì, osservando ogni suo movimento.
Le ore passarono lente, cariche di tensione. Lui le rivolse domande semplici: da dove veniva, perché avesse scelto di lavorare in città, se le piacesse lhotel. Lei rispondeva con timidezza, ma ogni parola svelava un pezzetto della sua storia. Veniva da un paesino piccolo, dove i genitori lottavano contro la povertà. Aveva lavorato fin da bambina, e ora mandava gran parte del suo stipendio a casa.
Alessandro lascoltava con unattenzione inaspettata. Per la prima volta, qualcuno lo guardava non come un uomo daffari, ma come un semplice uomo, affascinato dalla sincerità di una donna.
Nei giorni seguenti, i loro incontri si ripeterono. Ogni visita di Raffaella nellappartamento presidenziale diventava una scena da un romanzo segreto. Lui compariva quasi sempre, come se lavesse attesa. La aiutava a sistemare un vaso, a raddrizzare un quadro, o semplicemente restava a guardarla, lasciando che il silenzio parlasse per lui.
Le colleghe avevano iniziato a mormorare. “Perché Raffaella va sempre lassù?”, chiedevano. Lei non sapeva come spiegare la verità. Forse neanche lei la conosceva.
Una sera di pioggia, mentre la luce dei lampioni si rifletteva sulle immense finestre della suite, Alessandro la fermò con un gesto inatteso.
Raffaella, resta un po. Non come dipendente. Come donna.
Lei si bloccò, il cuore che batteva furioso.
Io non non posso. Voi siete troppo in alto per me.
Alto e basso sono solo illusionidisse lui avvicinandosi. Ciò che conta è ciò che sentiamo.
La sua mano sfiorò il suo polso. Un gesto semplice, ma che la disarmò completamente. Nei suoi occhi non cera larroganza di un uomo ricco, ma il desiderio di un uomo qualunque.
Non voglio spaventarticontinuò. Se vai via ora, non ti fermerò. Ma se resti, saprai che sei qui perché io ti ho scelto e perché anche tu hai scelto me, senza rendertene conto.
Raffaella sentì che il suo mondo crollava e rinasc






