Sono passati due anni: Mia figlia mi ha cancellato dalla sua vita e io tra poco compio 70 anni…

Ecco la storia adattata per la cultura italiana, con nomi, luoghi e riferimenti culturali modificati.

Sono passati due anni. Da allora mia figlia non ha scritto una parola. Mi ha cancellata dalla sua vita. E io tra poco compio 70 anni…

La mia vicina, Valentina Rossi, è conosciuta da tutti nel palazzo. Ha 68 anni e vive da sola. A volte passo da lei con qualcosa da mangiare per il tè, così, per fare compagnia. È una donna gentile, raffinata, sempre sorridente, adora raccontare dei viaggi fatti con il marito, che purtroppo non c’è più. Ma della famiglia parla raramente. Eppure, alla vigilia delle ultime feste, quando sono andata da lei con dei dolcetti come al solito, ha deciso all’improvviso di aprirsi. È allora che ho sentito per la prima volta una storia che ancora oggi mi fa gelare il cuore.

Quando sono entrata nell’appartamento, Valentina non era serena. Di solito vivace ed energica, quella sera era seduta in silenzio, fissando il vuoto. Non ho fatto domande, ho preparato il tè, messo i biscotti sul tavolo e mi sono seduta accanto a lei in silenzio. È rimasta zitta a lungo, come se lottasse con se stessa. Poi, all’improvviso, ha sospirato:

—Sono passati due anni… da allora non mi ha mai chiamata. Né un messaggio, né una cartolina. Ho provato a chiamarla, ma il numero non esiste più. E non so nemmeno più dove abiti…

Si è fermata un attimo. Sembrava che davanti ai suoi occhi scorressero anni, decenni. E poi, come se un muro si fosse rotto, Valentina ha iniziato a parlare.

—La nostra era una famiglia felice. Io e Marco ci siamo sposati giovani, ma per i bambini abbiamo aspettato, volevamo vivere un po’ per noi. Grazie al suo lavoro, viaggiavamo tanto. Eravamo complici, ridevamo sempre, adoravamo la casa che avevamo sistemato insieme. Con le sue mani, Marco ci aveva costruito un nido, un grande trilocale nel centro di Firenze. Il sogno della sua vita…

Quando è nata nostra figlia, Giulia, Marco è rinato. La portava in braccio, le leggeva favole, passava ogni momento libero con lei. Li guardavo e pensavo di essere la donna più fortunata del mondo. Ma dieci anni fa, Marco se n’è andato. È stato male a lungo, abbiamo lottato fino all’ultimo, spendendo tutto quello che avevamo. E poi… il silenzio. Il vuoto. E un pezzo del mio cuore strappato via.

Dopo la morte di suo padre, Giulia ha iniziato a allontanarsi. Ha preso un appartamento in affitto, voleva vivere da sola. Non ho obiettato, era adulta, doveva farsi la sua vita. Mi veniva a trovare, parlavamo, tutto sembrava normale. Ma due anni fa è arrivata da me e mi ha detto chiaramente che voleva chiedere un mutuo per comprarsi casa.

Ho sospirato e le ho spiegato che non potevo aiutarla. Dai risparmi messi da parte con Marco, non era rimasto quasi nulla, tutto era finito nelle cure per lui. Con la mia pensione, riesco a malapena a pagare le bollette e le medicine. Allora mi ha proposto… di vendere la casa. Diceva che avremmo potuto comprare un monolocale in periferia e con il resto avrei fatto l’anticipo per il suo mutuo.

Non ho potuto accettare. Non era una questione di soldi, era una questione di memoria. Quelle pareti, ogni angolo, erano stati fatti da Marco. Qui c’era passata tutta la mia felicità, tutta la mia vita. Come potevo rinunciarci? Lei ha gridato, dicendo che suo padre aveva fatto tutto per lei, che prima o poi l’appartamento sarebbe comunque stato suo, che ero egoista. Ho provato a spiegarle che avrei voluto che un giorno tornasse qui e ci ricordasse… Ma non ha voluto ascoltare.

Quel giorno ha sbattuto la porta ed è andata via. Da allora, solo silenzio. Nessuna telefonata, nessuna visita, neanche a Natale. Poi ho saputo da un’amica in comune che alla fine ha preso il mutuo e ora lavora come una pazza, due lavori, sempre di corsa. Niente famiglia, niente figli. La stessa amica mi ha detto che non la vede da sei mesi.

E io… io aspetto. Ogni giorno guardo il telefono, sperando che squilli. Ma non succede. E non riesco più a chiamarla, ha cambiato numero. Forse non vuole vedermi. Non vuole sentirmi. Pensa che l’abbia tradita, non cedendo in quel momento. Ma io ho quasi 70 anni. Non so per quanto resisterò ancora in questa casa, quanti altri pomeriggi passerò alla finestra, sperando. E non so nemmeno cosa le ho fatto di così male…

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