Sorpresa di Capodanno

**Il Regalo di Capodanno**

Greta correva verso casa, ignorando il ghiaccio sotto i piedi. Nella borsetta aveva due biglietti aerei. Al sud li aspettava una camera d’albergo prenotata. Sognavano da tempo di festeggiare Capodanno al mare, al caldo, lontani dalle preoccupazioni. Niente fornelli, solo relax, piscina e la sensazione di vivere in una favola.

Ma qualcosa aveva sempre impedito quel viaggio. Prima i soldi, risparmiati per l’anticipo del mutuo. Poi la vita di tutti i giorni, che li aveva fatti dimenticare di prenotare in tempo.

Ora avevano il loro appartamento. Mancavano pochi rate da pagare. Era il momento di pensare a un bambino. E se non partivano adesso, con un neonato non avrebbero più avuto occasione. Così Greta aveva deciso di fare un regalo a Matteo per Capodanno.

La suocera, ovviamente, avrebbe brontolato. Avrebbe detto che buttava i soldi in sciocchezze, che al mare d’inverno non c’era niente da fare. E i genitori? Perché non aveva chiesto il loro parere? Ci sarebbero state lamentele, risentimenti verso di lei. Insomma, avrebbe passato dei guai. La suocera già non la sopportava, figurarsi ora. Pazienza, non l’avrebbe uccisa. Ma Matteo ne sarebbe rimasto stupito. Che festa avrebbero passato!

Se avesse chiesto consiglio, la suocera avrebbe fatto una scenata e la sorpresa sarebbe svanita. E probabilmente non sarebbero mai partiti. Che a Matteo il regalo potesse non piacergli, o che avesse altri piani, a Greta non era passato per la mente. Lui diceva sempre di non capire perché passare la notte a mangiare davanti alla TV. Amava la compagnia e il divertimento.

Fino a quel giorno, la busta con i biglietti era rimasta nel cassetto della sua scrivania in ufficio. Quel pomeriggio aveva deciso di portarla a casa e regalarla a Matteo. Il volo per il sud sarebbe partito tra due giorni.

Arrivata a casa, Greta posò la busta sotto l’albero, in modo che Matteo la vedesse subito. Si cambiò e si mise a cucinare, ascoltando ogni rumore dalla porta. Ogni tanto guardava l’orologio.

Alle otto e mezza cominciò a preoccuparsi. La cena era fredda da un pezzo, ma di Matteo nessuna traccia. Il morale crollò. Lo chiamò più volte, ma il telefono era spento. Greta vagò per casa, fermandosi alla finestra a scrutare il cortile, sperando di vedere l’auto di Matteo. Pensieri angoscianti le attraversavano la mente, sempre più cupi. Continuò a chiamare, ma la voce fredda dell’operatrice ripeteva che il telefono era irraggiungibile.

Cercava di calmarsi, dicendosi che Matteo si era fermato con gli amici. Ma perché spegnere il telefono? Perché non avvertirla?

Controllò anche il pianerottolo. Una volta suo padre aveva bevuto troppo con gli amici. L’avevano riportato a casa, ma, conoscendo il carattere severo della moglie, non avevano osato bussare. Lo avevano appoggiato alla porta e se n’erano andati. Per fortuna un vicino lo aveva visto e aveva suonato il campanello.

Sul pianerottolo non c’era nessuno, nessun rumore di passi. Greta ormai aveva dimenticato i biglietti e la sorpresa. Voleva solo che a Matteo non fosse successo nulla.

Non aveva intenzione di dormire. Si sedette sul divano, avvolgendosi nelle braccia, pronta a vegliare tutta la notte. Il trillo del telefono squarciò il silenzio come un colpo di pistola. Greta trasalì, afferrò il cellulare, si alzò di scatto.

“Matteo, dove sei? Che succede?” gridò nel ricevitore.

“Non è successo nulla,” rispose una voce femminile, dolce come il miele. Greta allontanò il telefono dall’orecchio, guardò lo schermo: era il numero di Matteo. “Il tuo Matteo dorme. Dorme come un angelo,” cantilenò la voce.

“Dove? Perché? Chi sei?” chiese Greta, già sapendo la risposta.

Quando aveva raccontato all’amica del regalo di Capodanno, lei aveva sorriso amaramente e le aveva narrato una storia simile. Sua sorella aveva regalato al marito un abbonamento in piscina con sauna per due. Ci erano andati qualche volta. Poi lui si era ammalato, il lavoro si era accumulato e la piscina era finita nel dimenticatoio.

La sorella decise di andarci da sola. Cercò la tessera nella borsa, ma non la trovò. La ragazza alla reception le disse che era stata registrata mezz’ora prima. Comprese subito chi l’aveva presa e perché. Mezz’ora dopo, vide il marito uscire dallo spogliatoio a braccetto con una ragazza. Così scoprì il tradimento. L’amica concluse che i regali a sorpresa andavano fatti con cautela.

Tutto questo attraversò la mente di Greta in un attimo. La voce la riportò alla realtà.

“Matteo dorme a casa mia. È sano e salvo, non preoccuparti. Indovina chi sono? Mi ama. Da sei mesi. Aveva pietà di te, non te lo diceva. Ho deciso di aiutarlo.” Il segnale si interruppe.

Greta si lasciò cadere sul divano, il telefono ancora in mano. Lo schermo si spense, così come la sua vita, le speranze, l’attesa felice del Capodanno al mare. Tutto svanì, tranne il dolore e la rabbia.

Quante storie simili aveva letto online. Credeva che a loro non sarebbe mai successo. Sei anni insieme. Non era forse abbastanza per stancarsi l’uno dell’altro? Non poteva essere vero. Matteo sarebbe arrivato da un momento all’altro, dicendo che era stato uno scherzo.

Richiamò. Il telefono era ancora spento. Greta immaginò una bionda in accappatoio che prendeva il cellulare dalla tasca di Matteo, si chiudeva in bagno e le telefonava. Vide il suo volto perfetto, uguale a quello delle modelle su Instagram. Le labbra gonfie di baci, distorte in un sorriso di piacere.

“Sei mesi. Da luglio. E io che preparavo la sorpresa…” Non sapeva cosa fosse peggio: il tradimento o gli sforzi inutili per renderlo felice.

La busta con i biglietti era ancora sotto l’albero. Inspiegabilmente, non riusciva a piangere. I pensieri si accavallavano, ma tutti convergevano su una domanda: cosa fare ora? Valeva ancora la pena vivere?

Si raggomitolò sul divano. Ogni tanto cadeva in un sonno agitato, per svegliarsi di colpo, ricordare tutto e ricominciare a pensare, finché non si addormentava di nuovo.

La chiave girò nella serratura. Una striscia di luce apparve sotto la porta. Greta sentì il fruscio dei vestiti. Ora le avrebbe spiegato tutto. Quella telefonata era stata solo un incubo. Magari fosse stato così…

I passi di Matteo si fermarono davanti al divano.

“Non dormo,” disse Greta. “Sei rimasto in ufficio? E perché il telefono spento? E se mi fosse successo qualcosa, o ai tuoi genitori?”

“Si è scaricato,” rispose lui con cautela.

Greta prese il cellulare, aprì la lista delle chiamate e glielo mostrò.

“Guarda, tu mi hai chiamato all’una di notte. Spiegamelo. Anzi, no. La tua amante mi ha già detto tutto. Hai dormito da lei? Prendi le tue cose e torna da lei. Dice che ti piace da sei mesi.Matteo la fissò in silenzio, poi chinò la testa, afferrò la valigia che aveva preparato in fretta e uscì, mentre Greta rimaneva immobile, gli occhi fissi sulla luce tremolante delle candele di Natale che si rifletteva sul pavimento freddo.

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