Sorpresa Ingannatrice: Il Piano Segreto della Suocera

**La Sorpresa Maliziosa: Il Piano Segreto della Suocera**

Eleonora dormiva ancora quando un forte bussare alla porta squarciò il silenzio mattutino del loro appartamento nella periferia di Milano.
“Alessandro, apri tu,” mormorò, spingendo il marito con un gomito.
“Sto dormendo,” borbottò lui, tirandosi il copriletto sulla testa.
Eleonora sospirò, scivolò fuori dal letto e, trascinando le pantofole, si avviò verso l’ingresso. Quando aprì la porta, rimase paralizzata: davanti a lei c’era sua suocera.
“Maria Teresa? Cosa ci fa qui?” gli occhi di Eleonora si spalancarono per lo shock.
La suocera, senza degnarla di risposta, entrò in casa lasciandosi dietro una scia del suo profumo pungente.
“Leo, chi c’è?” Alessandro, strofinandosi gli occhi, apparve nel corridoio.
“Non dici niente? Su, racconta a tua moglie la nostra sorpresa!” Maria Teresa lo fissò con un sorriso sarcastico.
“Che sorpresa?” Eleonora si girò di scatto verso il marito, sentendo il cuore stringersi per un brutto presentimento. Capì che le stavano nascondendo qualcosa, ma non poteva immaginare quanto sarebbe stato duro il colpo.

“Di nuovo?” Eleonora guardò Alessandro con disperazione. “La settimana scorsa siamo già stati da tua madre per aiutarla! Sono stanca, Ale, passiamo almeno questo weekend in pace…”
La sua voce tremava, gli occhi supplicavano, ma Alessandro rimase fermo.
“Leo, sai che mamma è in difficoltà. Dopo la morte di papà, è sola e non ce la fa. Sono il suo unico figlio, devo aiutarla.”

“E allora perché è venuta qui?” Eleonora cercava di restare calma.
“Mi ha detto che servono carte da parati, color panna, e qualche altra cosa per la ristrutturazione.”
“Non potevate ordinarle online?” chiese speranzosa.
“Lei non sa come si fa. Andiamo questo weekend, faremo anche una passeggiata, ti distrarrai.”
“Distrarmi in un negozio di bricolage? Che divertimento!” sbuffò Eleonora, il rancore che le ribolliva in petto.

Ma non voleva rovinarsi il weekend. Prese il telefono, ordinò tutto dal sito con consegna a domicilio, scelse lei i materiali e pagò. Alla suocera non restava che aspettare la consegna. Pensò che così Maria Teresa non avrebbe avuto motivo di venire nel loro appartamento. La consegna era prevista per il venerdì sera e Eleonora tirò un sospiro di sollievo, credendo di aver risolto tutto.

La sua sorpresa fu enorme quando, il sabato mattina, la suocera si presentò con sacchi enormi pieni di carte da parati e barattoli di vernice.

“Volevate che portassi tutta questa roba da sola?” Maria Teresa la fulminò con uno sguardo gelido. “Alessandro, non le hai detto nulla?”
“Maria Teresa, doveva essere una sorpresa,” balbettò Eleonora, ancora in pigiama, confusa nel corridoio.
“Apprezzatissimo,” la suocera strizzò le labbra e guardò il figlio. “Che fai, hai perso la voce? Racconta a tua moglie la nostra sorpresa!”
“Quale?” Eleonora si voltò verso Alessandro, la voce che le tremava. Sentiva che il suo mondo stava per crollare.

“Mi trasferisco da voi per qualche mese,” annunciò trionfante Maria Teresa, togliendosi il cappotto.

Prima che Eleonora riuscisse a digerire la notizia, la suocera lanciò un altro colpo:
“E voi venite da me in campagna.”

Maria Teresa si diresse maestosamente verso la cucina, mentre Eleonora, afferrando il marito per un braccio, sibilò furiosa:
“Ma di cosa stai parlando? Quale trasferimento? Non ne abbiamo mai discusso!”
“Scusa, non ho avuto modo di dirtelo,” Alessandro alzò le spalle come se fosse una banalità. “Mamma ha proposto. Tranquilla, non partiamo domani.”

Eleonora, trattenendo la rabbia, si chiuse in camera. Non voleva litigare davanti alla suocera, ma dentro di sé ribolliva. A sera, Alessandro le spiegò tutto.

“Leo, pensa che opportunità! Faremo la ristrutturazione della casa in campagna come vuoi. La aggiungerai al tuo portfolio, i clienti arriveranno! Intanto vivremo lì. Mamma non può respirare la polvere dei lavori, e qualcuno deve controllare.”
“E dovrei farlo io?” Eleonora sbottò indignata.
“Che c’è di male? Ti serve lavoro, io e mamma ci stiamo preoccupando per te!”
“Preoccuparsi? Sbattermi in mezzo al nulla, lontana dalla civiltà? Non voglio! Mi piace il nostro appartamento!”
“Non partiamo subito,” la interruppe lui. “Hai già ordinato le carte da parati, inizieremo con una stanza, così mamma starà comoda.”
“E come farà con la polvere dei lavori?” disse sarcastica.
“Apriremo la finestra, non se ne accorgerà. Intanto potrà controllare. E poi, non siamo in grado di dettarle condizioni. L’appartamento è suo, mentre la casa è mia.”
“L’appartamento è suo solo perché tu non hai accettato l’eredità!” sbottò Eleonora.
“Non intrometterti nei nostri affari di famiglia!” tagliò corto Alessandro. “Io e mamma abbiamo deciso. Sono il suo unico erede, tanto prima o poi sarà tutto nostro.”
“Se l’appartamento fosse tuo, tua madre non ci sbatterebbe in campagna! Invece, per colpa della tua negligenza, dobbiamo trasferirci!”

Maria Teresa, che aveva origliato, non resistette. Spalancò la porta della camera.
“Sta’ zitta!” sbottò. “Sei arrivata senza un soldo e ora pretendi l’eredità?”
“Senza un soldo?” Eleonora rimase senza fiato per l’offesa.
“Esatto! Senza mio figlio saresti per strada! E ora fai la prepotente?”
“Penso solo che sia giusto,” insistette Eleonora. “Avete escluso Alessandro, gli avete tolto tutto! E se ti risposassi?”
“Io? Risposarmi?” Maria Teresa scoppiò a ridere, ammorbidita dal complimento inaspettato. “Va bene, finite la ristrutturazione e intesto l’appartamento a mio figlio. Ma la casa resta mia. Contenti?”

Eleonora tirò un sospiro di sollievo. Alessandro, anche se contrariato dalla discussione con la madre, sorrise.
“Mi sento in colpa verso mamma…” mormorò più tardi in macchina.

Dopo una settimana, finirono i lavori in una stanza e partirono per la campagna.
“Lei ci tiene così tanto, e noi…” si lamentava Alessandro.
“Noi stiamo solo rivendicando ciò che ci spetta,” rispose ferma Eleonora. “Finiti i lavori, l’appartamento sarà nostro. Ti rendi conto?”

La casa di campagna li accolse cupa: pareti scolorite, pavimenti scricchiolanti e una montagna di lavoro davanti. La cifra per la ristrutturazaione li spaventava.
“Non importa, faremo un prestito,” disse Alessandro. “Fatto questo, avremo l’appartamento.”

Eleonora, a denti stretti, accettò. Si mise al lavoro con entusiasmo, controllando ogni dettaglio. Piano piano, la casa cominciò a trasformarsi e, con sua sorpresa, si innamorò del processo.
“Fuori ci vuole un giardino,” sognava. “Almeno un’aiuola con le rose.”

Si dedicò anche al terreno, benché non fosse previsto. LaEleonora sorrise tra sé mentre innaffiava le prime piante, sentendo finalmente che quella casa poteva davvero diventare la loro.

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