Sostieni tua sorella in difficoltà, ha esortato la loro madre dopo il divorzio.

Ehi, senti questa storia allora, la mamma, dopo il divorzio, dice alle figlie: “Dovete sostenervi a vicenda, soprattutto ora che una di voi sta male.”

“Non vuoi aiutare tua sorella? Sta passando un brutto periodo dopo il divorzio,” rimprovera la madre.

Le due sorelle, sedute al tavolo rotondo in casa della mamma, ascoltano le sue lamentele.

“Quel tuo Luca è proprio un mammone viziato!” esclama senza peli sulla lingua la signora Rossi. “Fa lavoretti a tempo determinato, ma porta a casa quattro spicci!”

“Mamma, per te tremila euro al mese non sono abbastanza?” si infastidisce la più piccola, Ginevra.

“Non mi interessa. Limportante è che possa mantenerti,” ribatte la madre, stringendo le labbra.

“Lo fa,” borbotta Ginevra con aria seccata.

“Ma quando? Ieri mi hai chiesto duecento euro in prestito!” ricorda la signora Rossi. “Se non riesce a mantenerti, divorzia! Cerca qualcuno di meglio! E poi, ha qualche rotella fuori posto…”

“Mamma, stai esagerando,” dice Beatrice, che finora aveva taciuto, difendendo la sorella.

“Dico solo la verità! È pure rosso di capelli e parla strascicato,” ride sarcastica la signora Rossi, alzando gli occhi al cielo. “Seriamente, Ginevra, meriti di meglio. Divorzia prima che sia troppo tardi,” aggiunge, rivolgendosi alla figlia minore.

“Mamma, Luca è bravissimo nel suo lavoro. E poi non è laspetto che conta,” dice Beatrice, vedendo come la madre manipoli Ginevra. “Se guardi solo i soldi, ha un bilocale, una macchina e ama Ginevra. Si vede!”

La signora Rossi fissa la figlia maggiore con disprezzo, come se si intromettesse.

“Tu vivi da sola e hai quasi quarantanni, quindi smettila di dare consigli,” replica secca la madre, respingendo Beatrice. “A quarantanni prenderai quel che capita…”

Ginevra ascolta in silenzio, guardando alternatamente madre e sorella con indifferenza.

“Ti incanti per lui un monolocale in un palazzo vecchio, una macchina che non impressiona nessuno niente di che vantarsi!” dice la signora Rossi con sufficienza.

“Ginevra, tu che ne pensi?” chiede Beatrice alla sorella. “Hai unopinione?”

“Non so forse mamma ha ragione,” mormora Ginevra, che prima difendeva il marito, ma ora cede alle pressioni. “Laltro giorno mi ha detto che dovrei cercare un lavoro…”

“Visto?!” La signora Rossi incrocia le braccia. “Siamo già a questo punto. Fa paura pensare al futuro!”

“E perché Ginevra non dovrebbe lavorare? Pochi possono permettersi di stare senza far niente. Sono sorpresa che Luca non glielabbia chiesto prima,” dice Beatrice.

“Perché lo difendi così?” la guarda la madre.

“Perché temo che, spingendola così, le rovinerai la vita,” spiega calma Beatrice.

“Non sono affari tuoi!” sibila la signora Rossi. “Dai consizi, ma Ginevra merita di più. Se Luca la amasse davvero, farebbe di tutto per renderla felice. Senza un bellaspetto, non ha neanche i soldi…”

Ginevra, a bocca aperta, è rapita dalle parole della madre.

Le critiche della signora Rossi funzionano. Presto Ginevra inizia a rimproverare Luca.

“Sei contento del tuo stipendio?” gli chiede.

“Ci sta, perché?”

“Io no,” scuote la testa Ginevra. “Dovresti cercare un altro lavoro.”

“Un altro? Sto bene dove sono,” risponde lui, rilassato ma un po preoccupato.

“Io no!” ribatte secca. “Bilocale, macchinmodello base Niente di cui vantarmi con le amiche…”

“Strano, prima ti bastava,” riflette Luca. “Cosè cambiato?”

“Niente, ma ora vedo chiaro. Lamore mi accecava,” si giustifica Ginevra.

“Va bene,” risponde lui, pensando che la smetterà.

Sotto linfluenza della madre, Ginevra continua a tormentarlo.

“Basta, il tuo lamentarti mi sta stancando,” ringhia Luca. “Ti ho ascoltata, ma non posso cambiare tutto.”

“Voglio un marito che migliori, non uno che resta fermo,” dice duramente.

“Scusa se non sono allaltezza!” risponde gelido, andando in camera. “Fai le valigie!”

“Dove devo andare?” chiede Ginevra, sorpresa.

“Dove troverai un attico e una macchina di lusso,” dice secco. “Non mi perdonerei se restassi con un perdente come me. Troverai chi ti coprirà doro. Io non posso…”

La signora Rossi è la prima a sapere che Luca ha cacciato Ginevra.

“Che stronzo! Chi lavrebbe detto? Non dovevi sposarlo!” si infuria, maledicendo il genero.

“Gli chiedevo solo di migliorare,” piange Ginevra.

“Di un rozzo non ci si aspetta nulla. Troverai meglio, e Luca si pentirà,” la rassicura la madre.

Senza casa né marito, Ginevra si trasferisce nella camera della mamma.

“Cosa farai ora?” le chiede Beatrice, chiamata dalla madre.

“Niente,” risponde Ginevra, fissando il telefono.

“E cercare un lavoro?” insinua Beatrice.

“No. Troverò un uomo più ricco di Luca,” dice sicura.

“Perché tormenti tua sorella? Ha bisogno di riposo,” difende la signora Rossi.

Per due mesi mantiene la figlia sul divano. Poi, non ce la fa più e chiama Beatrice.

“Non vuoi aiutare tua sorella?” chiede severa.

“Con cosa?”

“Economicamente. È dura per entrambe.”

“Chi ti ha costretto a convincerla a divorziare? Senza te, starebbero bene,” dice Beatrice.

“Ah!” grida la signora Rossi, mettendosi una mano sul cuore. “Come osi? Luca è un vile! Non ha sopportato Ginevra ed è scappato. Vattene, non ti voglio più qui!”

Ginevra appare, fissando la sorella.

“Difendi chi mi ha tradita e cacciata?”

“Sei tu la responsabile! Smetti di ascoltare mamma…”

“Mi vuoi dare lezioni? Tu che sei ancora zitella?” sbotta Ginevra.

Beatrice scuote la testa, ascolta le urla e va verso la porta. Non ha più voglia di discutere, proprio come loro non cercano più il contatto con lei.

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