Oggi è uno di quei giorni in cui mi sento schiacciata dal peso di tutto questo. Sono sposata da quattro anni, eppure mi sembra di portare il mondo sulle spalle da una vita.
Mi chiamo Giulia Bianchi, ho 32 anni e vivo a Milano. Mio marito, Antonio Rossi, ha otto anni più di me, eppure sono io che da sempre mi occupo di ogni spesa, ogni bolletta, ogni necessità. Oggi ho avuto il coraggio di chiedergli soldi per l’affitto, ma invece di aiuto, ho ricevuto solo rimproveri e la minaccia di andarsene. La mia vita è diventata un dramma, e non so quanto ancora resisterò.
Quattro anni di matrimonio, eppure non mi sono mai sentita al sicuro, né amata. Antonio era già sposato prima di me e ha una figlia dal primo matrimonio. Quando si è lasciato, è tornato dai suoi genitori e, mentre ci frequentavamo, mi diceva che passava la notte da un amico. Poi ho scoperto la verità, ma ho chiuso un occhio, convinta che l’amore avrebbe aggiustato tutto. Lui lavora come responsabile vendite in un’azienda importante, ma il suo lavoro è una fonte di stress costante. Sfoga su di me la sua frustrazione, urla, crea scenate. Non ho mai avuto un suo gesto di sostegno o attenzione, e il suo carattere irascibile mi ha logorata.
Nei momenti più difficili, quando avevo più bisogno di lui, Antonio prendeva le sue cose e scappava da sua madre. Una volta non ce l’ho fatta, e dopo una settimana l’ho supplicato di tornare. Viviamo nel mio appartamento, comprato prima del matrimonio, e sono solo io a pagare affitto, bollette e spese. Lui non mi ha mai mostrato un euro dei suoi guadagni. Dice che sta risparmiando per il “nostro sogno”: una casa sulle Alpi, dove vivremo felici. Ma ogni giorno che passa, dubito sempre più che questa casa esista davvero. Le sue promesse suonano vuote, e io sono stanca di credere alle favole.
L’inverno scorso, con le bollette salite alle stelle, ho trovato il coraggio di chiedergli un contributo. Mi ha promesso che avrebbe aiutato, ma è passato un mese e nulla. La mia pazienza è finita. Non posso continuare a mantenere un uomo adulto che vive alle mie spalle. E se avessimo figli? Dovrebbero lavorare fin da piccoli per mantenere il loro stesso padre? È assurdo! Alla fine del mese, ho avuto un ultimo scatto d’orgoglio e gli ho chiesto direttamente se avrebbe pagato la sua parte. Invece, è esploso, mi ha accusata di essere ingrata e ha ricominciato a fare le valigie, minacciando di andarsene.
Non capisco perché mi tratta così. Cosa ho fatto per meritarmi questo? Il mio cuore si spezza dal dolore e dalla confusione. Non posso sopportare ancora questa ingiustizia, ma ogni sua partenza e ritorno mi spezzano un po’ di più. Quattro anni ho retto tutto da sola, ma ora sono al limite. Quanto ancora posso resistere, prima che la mia vita crolli del tutto sotto il peso della sua indifferenza?