Sposato per caso

**Diario di Margherita**

Oggi è stata una di quelle giornate in cui tutto va storto. Correvamo per il centro commerciale, agguantando borse piene di shopping, con le scarpe nuove che mi scorticavano i piedi. Perché Paolo non ha una macchina? Dovevo chiamare un taxi, e ovviamente è arrivato subito. Così ho dovuto correre con i tacchi alti fino al parcheggio, sbattendo contro la gente sulle scale mobili.

“Guardi dove va, signorina!” ha urlato una signora che ho colpito con una borsa.
“Se non conta i corvi, almeno guardi davanti!” ho risposto senza nemmeno voltarmi.

Che palle. Arrivo al parcheggio, e il tassista ha annullato la corsa. Il prezzo è raddoppiato. Ho cancellato l’ordine, frustrata, e mi sono tolta una scarpa, sedendomi su una panchina con le buste accanto.

“Dio, tutto mi va male oggi!” Ho sbattuto un sacchetto, e lo scontrino è volato via.

Chiuso gli occhi, esasperata. Ultimamente, la vita sembra oppormi ostacoli a ogni passo.

***

Margherita ha sempre voluto il meglio. Se comprava un telefono, doveva essere l’ultimo modello. Il parrucchiere? Solo dal migliore. Le scarpe? Di pelle, costose. Lo stesso criterio valeva per gli uomini. Ma invece di uomini ricchi e affascinanti, trovava solo quelli “in liquidazione”: vecchi, grassi, pelati, stupidi.

“Mia cara, finirai per restare sola,” diceva mia madre. “Un uomo si giudica dalle azioni, non dal portafoglio.”
“E io dovrei ammirarne le azioni di notte?” ribattevo. “Per fare gesti belli ci vogliono soldi.”

Mamma sospirava. Io ero sempre pronta a controbattere. Lavoravo come hostess in un ristorante, e tre anni fa avevo notato le donne eleganti accompagnate da uomini benestanti. “Perché non io?” mi sono detta.

Ma la fortuna non mi assisteva. Gli uomini ricchi non mi guardavano. Così, alla fine, ho ceduto a Paolo, un impiegato di banca, ordinario ma con un bilocale in mutuo. Senza macchina, però. “In città basta il tram,” diceva.

Era gentile, mi portava fiori, mi invitava a cena. Dopo tre mesi, spinta da mia madre, ho accettato.
“È un brav’uomo, ti coccola, che vuoi di più? Meglio un uovo oggi che una gallina domani.”

E così, a malincuore, ho accettato. In realtà, con Paolo vivevo bene: vacanze (in economy, certo), cene, shopping con le amiche. E lui sembrava intenzionato a sposarmi.

Ma io continuavo a sognare di meglio. E poi, un giorno, ho incontrato Andrea.

***

“Perché tutto contro di me? Io non sono affatto contro una compagnia così piacevole,” ha detto una voce vicina.

Mi sono girata: Andrea, un ragazzo che conoscevo dall’università. Un tempo era un ragazzo mingherlino, adesso era un uomo sicuro, con una giacca di pelle e un SUV nero luccicante.

“Ti do un passaggio?” ha offerto.

Ho accettato. In macchina ho cercato di capire il suo segreto: ex studente squattrinato, ora dirigente di una sua azienda tech. A cena, mi ha parlato di progetti, viaggi in Europa, hobby costosi. Io mi scioglievo mentre lui sorseggiava il vino.

“Sei ancora single?” ha chiesto, casuale.
Ho scosso la testa. Improvvisamente, Paolo mi è sembrato così insignificante.

Abbiamo passato la serata insieme: cinema, risate, passeggiata nel freddo della sera. Poi, in macchina, un bacio. E altro.

“È stato magico,” ho sussurrato. “Quando ci rivediamo?”
“Ti chiamo,” ha detto.

Sono tornata a casa euforica. Il giorno dopo ho lasciato Paolo, senza rimorsi.

Una settimana dopo, Andrea non aveva ancora chiamato. Ho controllato i social: foto con moglie e due bambini. L’ho chiamato, furiosa.
“Ma dicevi che eri single!”
“Ci siamo solo divertiti,” ha riso.
“Lo dirò a tua moglie!”
“Fallo pure. Provalo.”

Ho riagganciato, disgustata. Andrea si era divertito. Tornare da Paolo? Impossibile.

Sono scoppiata a piangere. La vita che sognavo mi aveva dato uno schiaffo. E che schiaffo.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

four × 2 =

Sposato per caso