Il sole splendeva. Il giardino era rigoglioso di fiori. Tutto era perfetto — troppo perfetto, in verità.
Mentre ero davanti all’altare, la mano stretta tra quelle di Daniele, cercavo di calmare il cuore che mi batteva forte. Non erano i nervi per sposarlo. Lo amavo. O almeno, credevo di amarlo. No — era qualcos’altro. Una strana tensione nell’aria, come quel momento prima di un temporale. Gli ospiti sussurravano. I telefoni scattavano foto.
Mia madre asciugava le lacrime dagli occhi. E proprio quando il celebrante chiese: «Se qualcuno presente conosce un motivo per cui questi due non debbano essere uniti in matrimonio, parli ora o taccia per sempre», il momento si spezzò.
«IO MI OPPONGO!»
La voce squarciò l’aria come una lama. Forte. Chiara. Piena di rabbia.
Gli ospiti sussultarono. Alcuni si alzarono, voltandosi verso la fonte di quel grido.
Le mie ginocchia vacillarono. La presa di Daniele si fece più forte.
Dal fondo della navata, una donna in un abito rosso svolazzante avanzò. I suoi tacchi risuonavano sul selciato con la sicurezza di chi non aveva più nulla da perdere.
Era Nadia.
L’ex fidanzata di Daniele.
E aveva qualcosa in mano — un telefono, forse? No. Una foto?
Sbatté le palpebre, il cuore che mi martellava nelle orecchie.
«Nadia, che cosa stai facendo?» ringhiò Daniele, la mascella serrata.
«Sto facendo ciò che avrei dovuto fare mesi fa», disse lei, la voce che tremava appena. «Le sto dicendo la verità.»
Il respiro mi si bloccò in gola. Lo sguardo corse verso Daniele, ma lui evitò il mio.
«Che verità?» sussurrai, benché già temessi la risposta.
Nadia si avvicinò, alzando la foto per farla vedere a tutti. «Questa è stata scattata quattro settimane fa. A Praga. La notte in cui Daniele mi disse che aveva un viaggio di lavoro. Strano, no? La stessa notte mi disse che mi amava.»
La folla sussultò di nuovo. Le macchine fotografiche scattarono. I bisbigli si diffusero attorno a noi.
«Sta mentendo», disse Daniele in fretta, rivolto a me. «Amore, è ossessionata. Mi perseguita da quando ci siamo lasciati.»
La risata di Nadia fu priva di gioia. «Ma per favore. Mi hai detto che la sposavi per i soldi. Che la società di suo padre ti avrebbe dato la promozione che hai sempre voluto.»
La testa mi girava. Mi sentivo stordita, nauseata e vuota.
Non poteva essere vero. Daniele ed io eravamo stati insieme per due anni. Era la prima persona che mi aveva fatto sentire vista, amata… al sicuro.
«Dimmi che sta mentendo», dissi, fissandolo dritto negli occhi.
Lui aprì la bocca. La richiuse. Poi disse l’unica cosa che confermò tutto.