– Stiamo per sposarci e tu dovresti fare le valigie!

– Sei Eva? La moglie di Massimiliano?

– Sì… e tu chi sei?

– Non importa chi sono, importa perché sono qui! Fai le valigie e vattene da questo appartamento. Io e Massimiliano ci amiamo, e lui va a vivere con me. L’ha deciso lui stesso!

Eva la fissò, sbalordita, quella donna comparsa sulla sua porta di casa in un sabato mattina. Una bruna avvenente, sui trent’anni, che emanava una sicurezza aggressiva. Manicure perfetta, trucco vistoso, giacca di pelle borchiata – tutto gridava il suo bisogno di fare colpo.

– Scusa, cosa?..

– Non fare la stupida! – l’altra avanzò un passo. – Massimiliano è stanco dei tuoi modi dispotici. Tutti i giorni dice come non lo capisci, come blocchi tutte le sue idee di business! Ha già preso la sua decisione.

Continuava a parlare, ma Eva non sentiva più. Le orecchie le ronzavano. Massimiliano? Quello che solo ieri sera cenava in questa cucina, le chiedeva soldi per un nuovo progetto e la baciava la notte, sussurrandole quanto fosse speciale?

– Entra – disse Eva, con una voce che non le sembrava la sua. – Credo che abbiamo qualcosa da discutere.
Il suo mondo era crollato e si era ricomposto in un istante. Faceva un male tremendo, ma… era giusto così.

– Mi chiamo Carlotta – annunciò la bruna, superando la soglia con aria di sfida. – E non sono qui per discutere, ma per farti sloggiare.

Eva passò in cucina in silenzio. Per la prima volta in cinque anni di matrimonio, sentiva una chiarezza mentale spaventosa. «Come ho fatto a essere così cieca?» O forse non era cecità. Forse erano solo gli occhiali rosa, e attraverso quelli tutto sembra diverso. Peccato che gli occhiali rosa, quando si rompono, ti feriscono gli occhi.

Le tornarono alla mente frammenti del passato. Lei, agente immobiliare di successo, con il suo appartamento. Lui, Massimiliano, in un bar con un cappuccino e un sorriso disarmante. Una valigetta logora, un completo poco costoso, ma piani grandiosi: *”Sono solo difficoltà temporanee, vedrai, raggiungerò i miei obiettivi!”*

Ecco come si scioglieva per le sue attenzioni. Fiori, magari economici, ma ogni giorno. Passeggiate romantiche. La proposta dopo tre mesi. E poi, subito dopo il matrimonio: *”Tesoro, prestami tremila euro? Devo investire in un progetto, è la nostra occasione!”* Glieli diede. E poi ancora. Per anni aveva creduto nei suoi “grandi piani”, mentre lei lavorava come una pazza. E lui, intanto, faceva progetti con un’altra.

In cucina calò il silenzio.
– Non male questo spazio – commentò Carlotta, dando un’occhiata alla stanza con tono da padrona di casa. – Max diceva di aver scelto lui l’appartamento. Ha un gusto impeccabile.

– Aspetta un attimo – Eva uscì e tornò con una cartella di pelle. – Voglio mostrarti una cosa importante. Il contratto di compravendita, l’atto di proprietà. Nota la data. Tre anni prima di conoscere Massimiliano. E nota il nome del proprietario.

Carlotta si bagnò le labbra, nervosa. La sua sicurezza cominciava a vacillare.
– Ma lui diceva… di avere un’agenzia immobiliare…

Eva aprì il laptop e accedette al suo conto bancario:
– Questi sono i miei guadagni. Sono la referente principale di un’agenzia importante.
Lo schermo mostrava movimenti consistenti e regolari. Carlotta crollò sulla sedia.

– Fammi indovinare: anche a te chiedeva soldi? Raccontandoti di progetti incredibilmente redditizi?
– Ho investito quasi duecentomila euro – mormorò Carlotta. – Diceva che entro un mese avrei avuto i primi profitti…

– Arriveranno! – risuonò la voce di Massimiliano dalla porta. – I soldi torneranno con gli interessi, te l’ho promesso!
Entrò in cucina indossando un maglione di cashmere costoso – un regalo di Eva.

– Max? – Carlotta balzò in piedi. – Non dovevi essere a un incontro con gli investitori?
– Ieri mi ha chiesto soldi per un progetto urgente – disse Eva piano. – Immagino che l’investitore fossi io.

Massimiliano si irrigidì, guardando ora l’una, ora l’altra. Poi sorrise, come sempre:
– Ragazze, lasciate che vi spieghi. Carlotta, i tuoi soldi sono al sicuro…
– Dove? – Carlotta gli si avvicinò. – Ho venduto la macchina, ho chiesto soldi ai miei genitori! Dove sono i miei soldi?
– Ho tutto sotto controllo! – la sua voce si fece stridula. – Tra un mese…
– A chi? A tutte? – Eva si alzò lentamente. – Quante altre donne finanziano i tuoi “progetti”?

Massimiliano si bagnò le labbra secche, balbettando che con Carlotta era “solo business”.
– Business? – Carlotta rise amaramente. – E gli appuntamenti? Le dichiarazioni d’amore? Dicevi che non potevi vivere senza di me!

Sotto pressione, alla fine confessò:
– C’era un progetto… su internet… quasi sicuro…
– Li hai persi? – Carlotta si prese la testa tra le mani. – Mio Dio, hai buttato tutti i miei soldi in scommesse?
– Non tutti! – alzò le mani. – Ne è rimasto qualcosa! Li recupererò! Ho un sistema…
– Un sistema? – Eva sorrise freddamente. – Prendere in prestito dalla moglie per restituire all’amante? O viceversa?

Carlotta afferrò la borsa:
– Basta. Ho fatto denuncia alla polizia.

La porta sbatté. Massimiliano guardò Eva, impotente:
– Tesoro, perdonami… era solo per i soldi, mi sono perso… Ti amo solo te!
– Sai qual è la cosa più terribile? Non che tu abbia trovato un’altra. È che credi davvero alle tue bugie.
– Cambierò! Dammi un’altra possibilità!
– Dormirai in salotto. Domani prendi le tue cose e te ne vai.
– Ma dove vado?
– Non è più un mio problema – scrollò le spalle. – Hai un sistema, no? Vediamo se funziona.

La mattina era serena. Massimiliano si intrufolò in cucina:
– Eva… ho capito tutto. Possiamo ricominciare! Troverò un lavoro, ripagherò i debiti…
– Chiederò il divorzio.

Massimiliano impietrì:
– Non puoi… Cosa farò? Dove andrò?
– E dove pensavi di andare quando promettevi a Carlotta di sposarla? Prendi le tue cose e vattene.
– Posso davvero cambiare! L’ultima possibilità!
– No – disse con calma, ma fermamente. – Niente più possibilità. Niente più bugie.

Quella sera, Carlotta fu svegliata dal campanello. Allo spioncino vide Massimiliano con due valigie.
– Carlotta, apri! Non ho dove andare. Eva mi ha cacciato… Ora possiamo stare insieme!

Ricominciò con i suoi piani, chiedendole altri soldi. Carlotta si avvicinò alla porta:
– Vattene. E non farti più vedere! La denuncia è già stata fatta.

Rimase ad ascoltare i suoi passi che si allontanavano verso l’ascensore.

Da qualche parte, la porta del palazzo sbatté. Massimiliano vagava per la strada, trascinando valigie piene di cose comprate con i soldi degli altri. Nella testa,E poi, mentre il vento autunnale sollevava le foglie ai suoi piedi, Massimiliano capì finalmente che il vero progetto fallito era sempre stato lui stesso.

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