Storia che si ripete: la madre è andata via, la figlia è andata via — e il nonno è rimasto con la nipote.

C’era una volta, in una piccola città della Toscana, una storia che si ripeteva: la madre se ne andò, la figlia se ne andò — e il nonno rimase con la nipotina.

Ginevra aveva sempre saputo scegliere. Intorno a lei giravano uomini colti, di successo, benestanti. Ma, contro ogni aspettativa di parenti e amiche, scelse un ragazzo semplice di Verona, Matteo. Non era un bell’uomo, né un carriarista o un imprenditore. Era solo sincero, gentile, premuroso. Uno che ti guardava negli occhi e ti teneva la mano quando la vita si faceva dura. Vivettero insieme pochi mesi prima di sposarsi, e poco dopo nacque la piccola Beatrice. E fu allora che cominciò la vera prova.

Ginevra non voleva assolutamente rinunciare alla sua carriera. Nel suo reparto le avevano promosso un avanzamento, era sempre presente alle riunioni, viaggiava per lavoro e scriveva rapporti fino a tarda notte. Matteo, invece, aveva appena perso il lavoro — l’azienda aveva ridotto il personale, e il suo nome era finito nella lista senza spiegazioni. Fu allora che Ginevra propose: «Tu resterai a casa con la bambina. Sei più adatto tu.» E lui accettò, senza lamentarsi. Prima per lei, poi per la figlia.

Vivevano lontani dai genitori, e l’aiuto non arrivava da nessuna parte. Matteo, essendo il figlio maggiore di una famiglia numerosa, sapeva cosa significava prendersi cura dei più piccoli. Si immerse completamente nei pannolini, nei biberon, nelle pappe, nelle notti insonni e nelle visite alle cliniche pediatriche. Col tempo, si ambientò così bene che divenne uno di loro tra le mamme del quartiere. Parlava di dentini, vaccini e metodi per far addormentare i bambini come un vero esperto.

E Ginevra? Viveva sempre in viaggio. Conferenze, rapporti, cene con i clienti. Tornava a casa per due giorni, poi ripartiva. Matteo sopportava. Ma una volta le chiese: «Anch’io vorrei lavorare. Potremmo assumere una tata?» Lei scrollò le spalle:

— Beatrice è affezionata a te. Nessuna tata potrà fare meglio di te. Resisti ancora un po’, d’accordo?

Lui acconsentì di nuovo. Ma presto lei tornò da un viaggio e, senza nemmeno togliersi il cappotto, annunciò:

— Mi sono innamorata di un altro. Lui non ama i bambini. Quindi Beatrice resterà con te. Vengo a prendere le mie cose.

— Cosa?! E così te ne vai semplicemente?

— Non ti amo più, Matteo. Mi dispiace. Ma ce la farai.

E se ne andò. Senza lacrime, senza spiegazioni. Come se avesse cancellato la famiglia dalla sua vita. Matteo rimase solo. Con una bambina piccola, senza lavoro, senza sostegno. Ma non si arrese. Trovò lavoretti, iscrisse Beatrice all’asilo, fece di tutto. E Ginevra compariva solo ai compleanni — con un regalo e un sorriso per un quarto d’ora.

La figlia cresceva bella, intelligente e molto sensibile. A scuola si impegnava al massimo, e a casa abbracciava suo padre, che per lei era sia mamma che papà. Con la madre era fredda. E quando lei arrivava, le diceva chiaramente:

— Non c’è bisogno che entri. Io e papà non ti aspettavamo. Stiamo bene anche senza di te.

Beatrice si iscrisse all’università, presentò al padre il suo ragazzo. I due giovani si sposarono presto e andarono a vivere per conto loro. Matteo rimase solo, ma non si perse d’animo — strinse un’amicizia affettuosa con la vicina, Claudia. Lei lo aiutava in casa, portava pasticcini e ascoltava le sue storie.

Ma la felicità non durò a lungo. Il marito di Beatrice la lasciò con una neonata tra le braccia. E lei, sfinita e stanca, tornò dal padre.

— Papà, possiamo stare da te per un po’? Ho bisogno di tempo per pensare…

Matteo non la respinse. Aiutò con la nipotina, la cullava tra le braccia, le cantava ninna nanne. E Beatrice… si innamorò di nuovo. Ma stavolta di un altro. E così, lasciò di nuovo la bambina al padre. Proprio come aveva fatto Ginevra.

La storia si ripeté. Ma Matteo, ormai, non era più sorpreso. Si limitò ad abbracciare la piccola, le preparò la pappa e si sedette accanto a lei. E Claudia, la sua buona vicina, mise su la moka e disse:

— Allora, nonno, ricominciamo da capo?

Lui sorrise. Perché, nonostante il tradimento delle due donne che aveva amato di più, in quella casa l’amore non era mai svanito.

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Storia che si ripete: la madre è andata via, la figlia è andata via — e il nonno è rimasto con la nipote.