Storia di un Amico: Matrimonio per Amore
Un bel giorno, un mio amico decise di sposarsi. Per amore, ovviamente. La sposa era bella, intelligente e indipendente. Lavorava come contabile in una grande azienda e guadagnava bene.
Marco, il mio amico, non voleva certo essere da meno rispetto ai guadagni della moglie. Si faceva straordinari e lavorava fino a tardi per ripagare prima il mutuo del loro appartamento.
Lappartamento lo comprarono subito. Misero insieme i soldi, chiesero un prestito, e anche la famiglia diede una mano. Lo ristrutturarono in stile moderno, con quel tocco europeo che piace tanto, e larredarono con gusto. Insomma, tutto pronto per vivere felici e contenti.
Ma la felicità tardava ad arrivare. La moglie non riusciva a gestire le faccende di casa. O non sapeva lavare i pavimenti, spolverare, o preparare la cena in tempo, o semplicemente non ne aveva voglia. Diceva di essere stanca dal lavoro e di tornare tardi. Beh, neanche Marco se la passava con le mani in mano. Anche lui finiva tardi.
Così iniziarono le discussioni su chi facesse di più in casa. I primi sei mesi passarono tra battaglie quotidiane nellappartamento, tra pile di vestiti sparsi e piatti da lavare. Però, nessuno dei due confessava ai parenti il vero motivo delle liti. Entrambi se ne vergognavano.
Un giorno, Marco andò a pescare con il suocero. Erano entrambi appassionati di pesca e per questo andavano daccordo. Quella sera, accanto al falò con un bicchiere di vino in mano, Marco si sfogò con il suocero, a patto che lui non avrebbe detto nulla, soprattutto alla suocera.
Il suocero promise di mantenere il segreto, ma disse che la loro casa non avrebbe mai avuto pace finché non avessero accolto un “protettore della casa”.
“Ne ho uno in mente,” disse il suocero. “Quando avrò tempo, lo convincerò a trasferirsi da voi.”
Marco pensò che il suocero fosse impazzito, ma decise di stare zitto.
La settimana dopo, il suocero si presentò a casa loro con un gattino. Marco fu indignato. A che serve? Avrebbe solo portato più disordine! Ma il suocero lo chiamò in terrazza per fumare e gli ricordò del “protettore della casa”. Disse che laveva portato insieme al gatto e che ora tutto sarebbe migliorato. Lunica richiesta? Trattare bene la micia.
Marco si affezionò subito alla gattina. Piccola e coccolona, lo adottò come padrone in men che non si dica. Ovunque lui andasse, lei lo seguiva, chiedendo carezze. Ci fu solo un piccolo “incidente” notturno sul pavimento, ma niente di grave.
Il giorno dopo, quando Marco tornò dal lavoro, trovò la casa pulita. Niente vestiti sparsi e la moglie stava preparando una cena deliziosa!
Anche Marco si entusiasmò e finalmente appese quella mensola in bagno che prometteva da mesi.
Il giorno dopo, tornando a casa, trovò la moglie che passava laspirapolvere. Beh, allora anche lui si mise dimpegno: buttò la spazzatura e andò a comprare il pane. Al negozio, prese anche una bottiglia di vino. La cena fu quasi una festa. Non ricordavano lultima volta che avevano fatto una cosa del genere.
E così andò tutta la settimana. Sembrava che la gioia fosse tornata in quella casa. Domenica sera, la moglie disse a Marco:
“Domani non devi venire a casa di giorno. Ho comprato la sabbietta e preparato un angolino per il gatto in bagno.”
“Per chi?”
“Per il tuo gattino. So che sei venuto a casa tutti i giorni durante il lavoro per pulire e sistemare. Ma ora non preoccuparti, ho tutto sotto controllo.”
Marco rimase di stucco. Lui non era mai venuto a casa a fare le pulizie! Pensava fosse la moglie a occuparsene. Ma a quanto pare, anche lei si vergognava di non fare nulla in una casa pulita.
Decise di uscire dal lavoro a metà giornata per indagare. Finse di andarsene, ma tornò in silenzio e si nascose col cellulare.
Verso lora di pranzo, sentì qualcuno aprire la porta con le chiavi. La gatta corse allingresso, miagolando festosa. Poi una voce gentile:
“Oh, Lulù, quanto mi sei mancata! Ti ho portato latte e un bocconcino fresco. Sembra che tu abbia imparato a usare la lettiera da sola”
La porta della camera si aprì. Era il suocero. Non si aspettava di trovare Marco lì.
“Quindi sei tu il nostro ‘protettore della casa’, suocero!”
Il suocero arrossì:
“Beh, vi ho regalato il gatto. Ho pensato di darvi una mano, almeno allinizio.”
“E come hai le chiavi?”
“Le ho prese dal tuo mazzo quando siamo andati a pescare e ne ho fatta una copia. Poi te le ho rimesse il giorno dopo”
Sono passati tre anni e Marco e sua moglie vivono felici. Hanno anche un bel bambino. E ancora oggi, nessuno sa chi fosse davvero quel “protettore della casa” che un giorno abitò nel loro appartamento