Suocera annulla il matrimonio diffondendo false accuse: «È tornata all’ex»

Una serata di gennaio, mentre fuori la neve strappava agli alberi gli ultimi brandelli di speranza, Giulia sedeva accanto alla finestra, stringendo tra le mani un foglietto. Una semplice nota, scritta con una calligrafia maschile, era un addio. Cinque anni di matrimonio svaniti in quelle righe. Marco se n’era andato. Aveva semplicemente preso le sue cose e sparito, senza spiegazioni. L’unica cosa che le aveva detto: “Non siamo più sulla stessa strada.”

Giulia non capiva. Tutto sembrava andare bene. Avevano risparmiato insieme per comprare una casa, si sostenevano a vicenda, condividevano ogni gioia e difficoltà. Lei amava Marco profondamente. Lui? Era svanito, lasciandole solo vuoto e dolore.

Pianse tutta la notte. La mattina dopo, stringendo i denti, andò al lavoro. Sulla sua scrivania, trovò dei fiori. Una cosa piccola, ma che le trafisse il cuore. “Da chi?” chiese. “Da Luca, il nostro tecnico informatico,” risposero i colleghi ridacchiando. Giulia si stupì. Non si era mai accorta che ogni giorno le portava il caffè, che ogni tanto le lasciava cioccolatini con bigliettini. E ora, fiori. Li buttò via. Era troppo presto.

Ma le cose cambiarono. Luca si rivelò gentile e paziente. Non la pressava, non pretendeva nulla, era semplicemente lì per lei. Dopo otto mesi, la invitò a conoscere i suoi genitori. Giulia era nervosa. “Tua madre mi accetterà? Sono appena divorziata…” chiese. “Mia madre è una persona buona, non preoccuparti,” la rassicurò Luca.

E infatti, a prima vista, la madre di Luca, Rosa Maria, sembrò accogliente e cortese. La cena filò via senza intoppi. Giulia tirò un sospiro di sollievo. Quando, due mesi dopo, Luca le chiese di sposarlo, accettò con gioia. Finalmente credeva di poter essere felice.

Ma una settimana prima del matrimonio, Rosa Maria la chiamò e le disse di aspettarla davanti all’ufficio.

“Solo, non dirlo a Luca,” insistette.

Giulia uscì. Rosa Maria era in piedi accanto alla macchina con una busta in mano. “Forse vuole parlare dei dettagli del matrimonio,” pensò Giulia. Ma non era così.

“Ascolta, cara, hai affrettato troppo le cose con mio figlio,” iniziò Rosa Maria, calma ma gelida.

“Scusi, ma non è stato lui a chiedermi di sposarlo?” replicò Giulia, confusa.

“Non so cosa vi siete inventati, ma io non gli permetterò di sposarti. Fatti da parte, per il tuo bene. Non voglio che soffra,” disse, poi se ne andò.

Giulia rimase come inchiodata a terra. Il giorno dopo, ricevette una chiamata… da Marco.

“Dobbiamo parlare,” le disse.

Si incontrarono. Parlarono del nulla. Lui era calmo, quasi sorridente. Poi le baciò la guancia e se ne andò. “Che senso ha tutto questo?” si chiese Giulia. Ma non trovò risposta.

Quella sera, tornò a casa. Luca l’aspettava.

“Ciao,” le disse, dandole un bacio sulla fronte.

“Sembri teso…” sussurrò Giulia, preoccupata.

“Vieni,” la portò in cucina. Poi, appoggiando il telefono sul tavolo, aggiunse: “Guarda.”

Sullo schermo c’era una foto. Lei e Marco. Abbracciati. Nel momento del saluto. Era stata scattata di nascosto.

“È stata tua madre…” Giulia era sul punto di scoppiare in lacrime.

“Sì, me l’ha mandata. Ma tu c’eri. Hai permesso che si avvicinasse. Non posso ignorarlo,” disse Luca, freddo.

“Non mi credi?” gli occhi le si riempirono di lacrime.

“Non so più a cosa credere. Rimandiamo il matrimonio. Me ne vado.” Prese una valigia e se ne andò.

Giulia rimase sola. Di nuovo. Come in un circolo vizioso. Ogni volta che osava credere, sperare, aprirsi al mondo, qualcuno la faceva cadere. Seduta in cucina, ripensò alle parole di Luca, a quelle di Rosa Maria, allo sguardo di Marco, alla foto.

“Forse sono maledetta? O forse il destino non vuole che io sia felice?” pensò, fissando il buio fuori dalla finestra.

E dietro il vetro, la tormenta continuava a infuriare.

Morale della storia: Le intromissioni e i pregiudizi possono rovinare ciò che il cuore costruisce con fatica. A volte, però, il vero amore resiste a ogni tempesta, purché ci sia fiducia e coraggio per ascoltare la verità.

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