Suocera arriva, gioca con il bambino ed è contenta. E io preparo, pulisco, sorrido…

Ecco la suocera che arriva, gioca un po’ con il bambino e se ne va contenta. Mentre io devo cucinare, pulire, sorridere…

Quando ho letto l’articolo intitolato *”Non voglio passare il weekend con i nipoti”*, ho pensato: ma questa è la mia vita! Un tema dolorosamente familiare, soprattutto per chi si ritrova nella posizione di *”casalinga con un bambino piccolo e una suocera sempre addosso”*.

Mio figlio ha meno di un anno. Ha una sola nonna: la madre di mio marito, Silvana Rossi. Un’ex attrice teatrale in pensione, ma con lo stesso carisma e drammaticità nella voce di un tempo. A ogni occasione ripete quanto ami suo nipote. *”Sono sempre qui, pronta ad aiutare!”* — suona bene, ma la realtà… è un’altra cosa.

Con la pensione anticipata, ha tanto tempo libero e giornate vuote. Ecco perché viene. Non per aiutare, non per darmi un paio d’ore di tregua, ma *”in visita”*. E sempre nel weekend, quando mio marito è a casa. Le piace che *”siamo tutti insieme”*. A volte porta anche mio suocero, ma lui è una persona a parte, vive la sua vita, dormono persino in stanze separate.

E immaginate: il bimbo piange, gli stanno spuntando i dentini, ha mal di pancia, io sono un fascio di nervi, non dormo da due notti, sembro un fantasma. E mi dicono: *”Arriva l’aiuto!”* — e questo *”aiuto”* è Silvana Rossi tutta elegante, con giochini e un sacchetto di amaretti. Si siede sulla sua poltrona preferita, prende in braccio il nipotino, si fa le foto, lo bacia, ride. Tutto bellissimo, ma io devo essere l’ospitale padrona di casa, accoglierla con un salotto immacolato e un pranzetto pronto.

All’inizio, prima che arrivasse, lavavo i pavimenti, preparavo la torta, il minestrone e l’insalata. Poi ho capito: non ce la faccio più. Ho cominciato a scaricare parte del lavoro su mio marito. Lui, poveretto, dopo una settimana di lavoro sogna solo un po’ di pace. Ma *”mamma viene”* e basta. Smetti di riposarti, lucida il bagno, spolvera, pulisci il naso al bambino.

La suocera non è mai venuta per dirti: *”Riposati, tengo io il piccolo, vai a dormire.”* No. Lei viene per divertirsi. Gioca un po’ e poi se ne va. Se si annoia, prende la borsa e sparisce. A volte non resta neanche mezz’ora. E a me restano una montagna di piatti, un bambino stanco e zero sollievo. Ma i vicini poi commentano: *”Che nonna perfetta! Sempre presente, così premurosa.”* Eh sì… presente, ma non per chi ne ha davvero bisogno.

Mi hanno consigliato: *”Non cucinare. Non pulire. Lascia che veda come viviamo.”* Ma provateci voi, quando ti guarda con disapprovazione per ogni granello di polvere, per una tazza non lavata. Anche mio marito chiede: *”Dai, non possiamo accogliere mamma una volta a settimana?”*

E io mi sento in colpa. Come se fossi egoista. Come se non volessi che mio figlio abbia una nonna. Ma questo è aiutare? È solo una dimostrazione d’amore… in pubblico. Figlio mio, nipotino, famiglia! E poi? A casa, davanti alla TV. Io resto con i piatti sporchi, le notti insonni e i nervi a pezzi.

Il vero aiuto sarebbe se la nonna portasse il nipotino a casa sua. Se mi regalasse un weekend libero. Invece no, deve fare il teatrino in cucina. Lo so, non è obbligata. Ma neanche io sono la domestica, pronta a organizzare pranzi domenicali ogni weekend. Sono una madre. Stanca, senza sonno e quasi sfinita. E mentre tutti continuano a dire che è una nonna meravigliosa, io sogno solo un weekend in cui nessuno suoni al campanello con una scatola di cioccolatini e la solita frase: *”Allora, come va qui?”*

Grazie per avermi ascoltata…

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