Suocera gioca col bambino e se ne va felice, io cucino, pulisco, sorrido…

La suocera arriva, gioca un po’ con il bambino e se ne va contenta. Mentre io devo cucinare, pulire, sorridere…

Quando ho letto l’articolo intitolato «Non voglio badare ai niponi nei weekend», ho pensato: ma questa è la mia vita! L’argomento mi ha colpito dritto al cuore, soprattutto per chi si ritrova nella situazione di “donna di casa con un bimbo piccolo e una suocera sempre attaccata”.

Mio figlio non ha ancora un anno. Ha una sola nonna: la mamma di mio marito, Luisa De Santis. Un’ex attrice teatrale in pensione, ma con la stessa drammaticità e teatralità di sempre. Ogni volta che può, mi ricorda quanto ami il suo nipotino. «Sono sempre qui, pronta ad aiutare!» – sembra una frase bellissima, ma la realtà… è un altro paio di maniche.

Da quando è andata in pensione anticipata, ha tantissimo tempo libero e giorni vuoti. E quindi viene da noi. Non per aiutarmi, non per darmi una mano per un paio d’ore – ma “in visita”. E sempre nel weekend, quando mio marito è a casa. Le piace che “siamo tutti riuniti”. A volte porta con sé mio suocero, ma lui è una persona a parte, vive la sua vita, dormono persino in stanze separate.

E ora immaginate: il piccolo urla perché sta mettendo i dentini, ha mal di pancia, io sono al limite, non dormo da due notti, sembro un fantasma. E mi dicono: «Arriva aiuto!» – e questo “aiuto” si rivela essere Luisa De Santis tutta elegantina, con giocattoli e un sacchetto di pasticcini. Si siede nella sua poltrona preferita, prende in braccio il nipotino, si fa le foto, lo bacia, ride. Tutto bellissimo, se non fosse che io non devo solo essere l’ospite perfetta – devo accoglierla con una casa pulita, profumata e impeccabile.

All’inizio, prima che arrivasse, lavavo i pavimenti, preparavo la torta, il minestrone, l’insalata. Poi ho capito: non ce la faccio più. Ho iniziato a delegare qualcosa a mio marito. Ma lui, poverino, dopo una settimana di lavoro sogna solo la quiete. Però “arriva mamma” – e tutto finisce lì. Via il relax, pulisci la vasca, spolvera, asciuga il nasino al bambino.

La suocera non è mai venuta per dirmi: «Riposati, ti tengo io il piccolo, vai a stenderti». No. Lei viene per divertirsi. Gioca un po’ e poi se ne va. Se si annoia, prende la borsetta e sparisce. A volte non resta nemmeno mezz’ora. E io mi ritrovo con una montagna di piatti, un bambino esausto e zero sollievo. Però i vicini poi dicono: «Che nonna perfetta! Sempre presente, così premurosa». Eh sì… presente, ma non con chi ne avrebbe davvero bisogno.

Mi hanno consigliato: «Non preparare niente. Non pulire. Lascia che veda com’è la situazione davvero». Ma provateci voi – quando ti guarda con disapprovazione per ogni granello di polvere, per ogni tazza non lavata. Anche mio marito mi chiede: «Dai, non possiamo accogliere mia madre una volta a settimana?»

E io mi sento in colpa. Come se fossi egoista. Come se non volessi che mio figlio abbia una nonna. Ma questo è davvero aiuto? È solo un’esibizione d’amore – in pubblico. Il mio nipotino, la mia famiglia! E poi – a casa, a guardare la TV. Io rimango con i piatti sporchi, le notti insonni e i nervi a pezzi.

Il vero aiuto sarebbe se la nonna si prendesse il bambino a casa sua. Se mi regalasse davvero un weekend di libertà. Invece no, organizza un teatro nella mia cucina. Sì, non è obbligata. Ma neanche io sono una serva, pronta a ricevere ospiti ogni domenica pomeriggio. Io sono una madre. Stanca, senza sonno, che cerca di resistere. E mentre tutti ripetono che è una nonna meravigliosa, io sogno solo un weekend in cui nessuno suoni al campanello con una scatola di cioccolatini e la solita frase: «Allora, come va qui?»

Grazie per avermi ascoltato…

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