“Natalia Stepanovna, non vivrò più con vostro figlio, e glielo dite pure,” disse Loredana.
“E con chi vivrai? Chi ti vorrà con una bambina? Non vedo certo una fila di principi dietro il tuo cancello,” borbottò la suocera.
Loredana stava riempiendo una borsa con le cose della figlia. Le sue le aveva già messe via poche, solo lessenziale. Il resto lo avrebbe sistemato più tardi.
I suoi gesti erano calmi e metodici: infilò nella borsa un pigiama caldo per Sofia una crocetta mentale. Poi le scarpe unaltra crocetta.
Non piangeva più, non si angosciava una notte insonne le era bastata per decidere. Doveva lasciare Fabrizio.
Lo sentì quando rientrò a casa. Sbirciò nella camera da letto e, non trovandola, spalancò la porta della stanza di Sofia. Loredana finse di dormire.
La mattina, prima di uscire per lavoro, Fabrizio si fermò davanti alla porta di Sofia. Esitò, borbottò qualcosa, ma non ebbe il coraggio di entrare rimandò il confronto con la moglie alla sera.
Ma quel confronto non ci sarebbe mai stato, perché tra mezzora Loredana avrebbe chiamato un taxi e sarebbe partita con la piccola Sofia per la casa dei suoi genitori.
Dopo quello che era successo il giorno prima, non solo non voleva parlare con Fabrizio, ma nemmeno vederlo.
Aveva imparato a sopportare il fatto che tornasse ubriaco ogni venerdì. Ma ieri era mercoledì. Inoltre, quella mattina Loredana gli aveva chiesto di tornare prima per badare a Sofia mentre incontrava unamica Valeria le aveva promesso un lavoro da remoto.
Non osò lasciare la bambina con lui in quello stato e chiamò Valeria per rimandare. A Fabrizio non piacque.
“Chi stai chiamando? Di che incontro parli?” le urlò addosso.
“Sto parlando con Valeria. Avevamo un appuntamento, ma non posso lasciarti Sofia così.”
“E perché no?”
“Guardati allo specchio che aspetto hai. Va a dormire, domani hai lavoro,” disse Loredana, voltandosi per andare in cucina.
“Fermati!” gridò Fabrizio, afferrandole il polso. “Che cè che non va con me, eh? Sono uscito con gli amici, ieri era il compleanno di Vittorio. Che sei, una principessa? Decido io come tornare a casa. Chiaro?”
Loredana cercò di liberarsi:
“Lasciami! Mi fai male! Hai completamente perso la testa!”
Strasciò il braccio, Fabrizio barcollò e quasi cadde.
“Ah, così?” urlò, e il suo pugno le colpì il naso.
Loredana si coprì il viso. Fabrizio, forse sorpreso da se stesso, lasciò la presa e tentò di parlare. Ma lei si girò e andò dalla figlia.
“Principessa!” ringhiò ancora lui, uscendo di casa.
“Principessa” era il soprannome che le aveva affibbiato la suocera. Natalia Stepanovna non aveva mai approvato Loredana.
“Ventun anni e ancora sulle spalle dei genitori. Studia! Io alla sua età avevo già un figlio e un altro in arrivo.”
“Marito, casa, orto, faccende! E lei studia! Principessa! Ti farai il sangue amaro, Fabrizio. Scegliti una ragazza più semplice!”
Anche i genitori di Loredana non amavano il genero.
“Loredana, perché tanta fretta? Fabrizio non è lultimo uomo sulla terra! Sei innamorata? Bene, frequentat