Tagliando l’erba ha trovato l’amore: come ha scoperto ciò che cercava da una vita

Tosò l’erba e trovò l’amore: come Giovanni scoprì ciò che cercava da una vita

Giovanni si svegliò all’alba. Il sole cominciava appena a sfiorare le cime degli alberi, e sua madre, Maria Grazia, la sera prima gli aveva ricordato con severità:

— Domani, figliolo, devi essere pronto presto per falciare il campo. Dobbiamo preparare il foraggio per la mucca. L’inverno è vicino.

— Mamma, me la cavo da solo. Non voglio disturbare Luca, ha anche lui il suo lavoro da fare — rispose Giovanni, andando a dormire senza immaginare che una semplice puntura d’ape avrebbe cambiato la sua vita per sempre.

Giovanni era sempre stato considerato un tipo particolare nel paese. Non strano, ma diverso dagli altri. Silenzioso, intelligente, educato. Non spreca parole, lo sguardo modesto, e un libro sempre con sé. Lavorava come meccanico nell’officina del paese — un esperto di grande valore. I capelli lo stimavano, lo rispettavano. Ma il suo cuore era libero, vuoto, come se aspettasse qualcosa di straordinario.

Le donne del paese scuotevano la testa: «Con lui non c’è verso!» I più giovani lo chiamavano “l’intellettuale”. E suo fratello, Luca, allegrone e burlone, rideva:

— Fratello, finirai solo come un vecchio scapolo! Perso la vecchia Rosa sta cercando di combinarti qualcosa, e ha quasi ottant’anni!

— Va’ da quella tua Daniela — replicava Giovanni con un mezzo sorriso.

Ma dentro di lui non c’era nulla da ridere. Sentiva un peso. Solitudine. E paura. Conoscere qualcuno? Oh, no…

Quel giorno torrido di luglio, aveva quasi finito di falciare il campo, rimaneva solo un angolo in fondo. Stanco, si sedette, prese la borraccia. E allora — una voce.

— Madonna santa! Che male…

Si voltò. Una ragazza — giovane, bella. In jeans e una maglietta con una stampa. Teneva il braccio sotto il gomito e si contorceva dal dolore. Giovanni balzò in piedi, corse verso di lei, dimenticando ogni timidezza.

— Che succede?

— Un’ape. Mi ha punto… — quasi piangeva. — Cosa devo fare?

— Tranquilla, tranquilla. Adesso sistemiamo tutto. Prima cosa, togliere il pungiglione. Non abbia paura.

Con delicatezza e rapidità, estrasse il pungiglione. Lei sbatté le palpebre, poi lo fissò stupita:

— L’ha già… tolto? Davvero?

— Tutto fatto — annuì lui, calmo. — Non se n’è nemmeno accorta. Come si chiama?

— Chiara. E lei?

— Giovanni.

— Grazie, Giovanni. Mi ha salvato. Abita qui?

— Sì. Sto falciando per l’inverno. E lei cosa fa qui?

— Sono venuta dalla zia Lucia. È la direttrice dell’ospedale qui. Io… sono maestra nella scuola elementare del paese. Venuta dalla città. Ho voluto cambiare vita.

Lui annuì in silenzio. E non disse altro. Mentre lei se ne andava, senza sapere quanto lui si sentisse stretto dentro.

Chiara era una di quelle donne che aveva conosciuto il tradimento. Lasciata la città, abbandonata la carriera e tutto il resto — solo per non vedere l’ex e non piangere più nello stesso appartamento dove l’aveva sorpreso con la sua migliore amica. Cercava pace. E trovò… gli occhi di Giovanni.

Giovanni tornò a casa come se avesse le ali. A cena, tacque. Poi, presa la chitarra, cominciò a suonare e cantare piano. Suo fratello e sua madre si scambiarono un’occhiata.

— Ma che ti prende? — non resistette Luca. — Incontrato una sirena nel campo, eh? Su, parla!

E Giovanni raccontò. Dell’ape. Della ragazza. Delle sue mani e della sua voce. E di come desiderava rivederla. Luca batté le mani:

— Ecco, domani andiamo da Paolo, il marito di Lucia. Lavoriamo insieme. Sentirai, si chiama Chiara. Che bel nome.

— Non ci vado — si trattenne Giovanni.

— Ci andrai! È la tua occasione. Non lasciartela sfuggire, fratello. Avanti!

Lucia li accolse con gioia, Chiara con un sorriso timido. Giovanni non sapeva dove posare lo sguardo. Luca parlò per due. Chiara rideva, Lucia osservava la nipote, poi sussurrò a Paolo:

— Guarda come si guardano… Ecco, arriva la felicità.

A sera, quando le chiacchiere si placarono, fu Chiara a proporre:

— Che bella serata… Che ne dici di una passeggiata fino al fiume?

Lui annuì a stento, il cuore pronto a scoppiare. E camminarono. Lentamente, sulla strada polverosa, dove l’aria profumava di erba e speranza.

Parlarono della vita. Di quanto si fossero sentiti soli. Di libri. Di tradimenti. Di quanto desiderassero qualcuno di cui fidarsi.

Quando sorse l’alba, erano ancora sulla riva, tenendosi per mano, senza volersi lasciare.

— Sai… — cominciò piano Giovanni, — ora non capisco come abbia fatto a vivere senza di te.

— Neanch’io — sussurrò lei. — Non avrei mai immaginato di incontrare qualcuno come te, qui, in paese.

Due mesi dopo, il paese festeggiava un matrimonio. Giovanni non era più quel timido solitario. Era diventato un marito. Il marito che Chiara aveva sognato.

— Ecco, si sono trovati, le due metà — disse Lucia, guardando la nipote danzare con il marito. — Su un campo falciato. Al ronzio di un’ape.

E Luca sorrise:

— Sì, a volte succede così. Con una falciata — e per tutta la vita.

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