Tania, non te la prendere con me, ma non vivrò mai con te.

**Diario personale**

*Teresa, non te la prendere con me, ma non vivrò con te.*
*Teresa, non te la prendere con me, ma non vivrò con te.*
E se provassimo, Lorenzo? Teresa lo fissava senza quasi battere ciglio, le guance arrossate.
Ho già detto tutto, Teresa

*La storia di Irene*

Irene Bianchi nacque quando Lorenzo frequentava la prima elementare.
Ricordava bene sua madre, Lara, considerata la più bella del paese, con quel pancione enorme, e suo padre, Giorgio, così orgoglioso.
Poi Lara spingeva la carrozzina fuori dal cancello, e a Lorenzo sembrava un mioco poterla sbirciare

Lorenzo cresceva e Irene con lui. Eccola uscire di corsa dal cancello di casa, vestita con un abito colorato, un fiocco enorme tra i capelli biondi.
Eccola giocare con le amiche, costruendo una casetta vicino alla siepe.
Lorenzo osservava tutto dalla finestra di casa sua, proprio di fronte alla loro.

Lorenzo, accompagna Irene a scuola, per favore! chiese un giorno Lara.
Lui non si rifiutò, e così per quasi un anno diventò il protettore di Irene, ancora in prima elementare.
Allinizio camminavano in silenzio, poi fu Irene a rompere il ghiaccio, raccontando storie della scuola.
Le sue lezioni finivano prima, e lei aspettava paziente che Lorenzo uscisse.
A volte lui tornava a casa con i compagni, e Irene li seguiva. Presto si abituò: ogni mattina laspettava al cancello, e quando usciva, le prendeva la mano per andare a scuola insieme.

Lanno dopo, a settembre, Irene gli chiese timidamente di poter andare con le amiche.
Da allora, le bambine camminavano avanti, e Lorenzo le seguiva a distanza, pronto a intervenire. E un giorno servì davvero.
Sulla strada apparve unoca, che sibilava e batteva le ali, spaventando le ragazzine. Lorenzo si mise in mezzo, e loro scapparono ridendo.

Poi Lorenzo partì per il liceo in un paese vicino, tornando solo nei weekend e in vacanza.
Irene sembrò dimenticarsi di lui, passandogli accanto senza salutare.
Più tardi, Lorenzo si arruolò nella scuola per ufficiali di navigazione e tornò a casa sempre più raramente.

Mamma, chi è quella? chiese una sera, vedendo uscire dal cancello dei Bianchi una ragazza alta e graziosa.
È la nostra Irene! rispose la madre, sorridendo.
Ma comè cresciuta così in fretta?
Il tempo passa sospirò la madre con affetto. Ha preso il meglio da entrambi i genitori.

La vide ancora qualche volta di nascosto.
Eccola con i secelli sulla spalla, andare alla fontana, il vento che le solleva la camicetta
Eccola in un elegante tailleur, diretta agli esami
Gli venne voglia di accompagnarla di nuovo.

Ma fu la sua voce a colpirlo. Mentre aiutava il padre a sistemare la recinzione, la sentì ridere:
Con una voce così, la seguirei fino in capo al mondo!

Un giorno, andando alla fontana, la incontrò.
Buongiorno! salutò lei per prima, lasciandolo senza fiato.
Buongiorno, Irene rispose lui, imbarazzato.
I secelli si riempirono lentamente, e lui non trovò le parole per parlare.

Quella volta, partì con una strana malinconia. Finalmente si era innamorato.

Poi venne il giuramento e lassegnazione: Lorenzo finì a La Spezia, nella marina.

***

Al ritorno successivo, sperava di confessare i suoi sentimenti a Irene. Era finalmente abbastanza grande.

Ma il padre aveva già pianificato il suo tempo libero: legna da tagliare, il fienile da sistemare, il pavimento del bagno da rifare Due settimane volarono via.
Ogni tanto Lorenzo guardava il cancello dei vicini, ma Irene non appariva mai.

Mamma, perché non si vede Irene?
È andata a studiare in città.

E così ripartì senza averla rivista.

Lanno dopo la vide solo una volta, con un ragazzo alto che sembrava un contadino. Rideva alle sue battute, guardandolo con affetto.
Poi scoprì che si erano sposati e vivevano in un paese vicino.

Ogni volta che tornava, la sent

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