**Il Tesoro nel Giardino: Un Dramma Familiare a Montelago**
Mariangela Rossi aveva appena finito di pulire la casa. Era ora di apparecchiare la tavola. Il giorno prima aveva preparato un minestrone profumato—da leccarsi i baffi! All’improvviso, un grido forte arrivò dalla strada. La donna quasi lasciò cadere il mestolo, il cuore le fece un balzo per la sorpresa.
“Nonna! Nonno! Venite subito, ho trovato qualcosa!” gridava il nipote, Riccardo, chiamando lei e il marito.
Mariangela e Vincenzo Corsini si precipitarono in giardino.
“Nonno, guarda!” Riccardo teneva in mano qualcosa, con gli occhi pieni di gioia.
Ma quello che colpì Mariangela fu un’altra cosa.
“Riccardino, quando hai avuto il tempo di vangare l’orto?” esclamò, guardando la terra smossa con precisione.
“Ho fatto del mio meglio,” rispose il ragazzo con orgoglio. “Ma guardate cosa ho trovato!”
Vincenzo fissò l’oggetto tra le mani del nipote e rimase senza parole.
Quella mattina, Mariangela aveva parlato al telefono con la figlia. Appena riattaccò, chiamò il marito:
“Enzo, ci portano il nipote!”
Vincenzo distolse lo sguardo dal portatile, dove stava giocando a solitario, e chiese sorpreso:
“Quale nipote?”
Avevano tre nipoti. Il maggiore, Matteo, aveva già vent’anni e aveva finito l’istituto tecnico. La nipote, Federica, aveva appena finito il liceo e si preparava per la facoltà di psicologia. I genitori non smettevano di lodarla—determinata, sempre impegnata nello studio. Di certo non sarebbe venuta.
“Ma quale, Enzo, fai finta di non capire!” si arrabbiò Mariangela. “Chi è quello svogliato e pigro? I primi due li abbiamo cresciuti bene, quando avevamo le forze. Ma il piccolo Riccardo è proprio senza testa! Ha finito la quinta elementare con tre sei! Che vergogna! E tu lì a giocare a carte, altro che nonno!”
“Che posso fare? Ognuno è artefice del proprio destino!” borbottò Vincenzo, ripetendo la sua frase preferita.
“Già, ma non è sempre così. Vedremo che artigiano è quando arriverà!” dichiarò Mariangela con fermezza.
“Hai sbagliato a dire di sì,” brontolò il nonno. “È viziato, disobbediente. È il più piccolo, ecco perché l’hanno coccolato troppo. Che farà qui? Starà a fissare il telefono mentre tu cucini? Sai com’è l’appetito a quell’età?”
Vincenzo chiuse il portatile con aria rassegnata.
“Vado a vangare l’orto, tanto per fare qualcosa!”
“Ah, sì, l’orto!” rise Mariangela. “Tre strisce di terra per l’insalata e le carote. E poi, perché *mio* orto? Il nipote è di tutti e le preoccupazioni pure!”
“Non ho dimenticato niente!” si imbronciò Vincenzo. “Sei tu che hai dimenticato com’eri alla sua età. Nemmeno i genitori riescono a gestirlo, figuriamoci noi!”
“Gli hanno tolto il telefono, tra l’altro,” aggiunse Mariangela.
“Ecco, mancava solo questa!” si rattristò ancor più il nonno e uscì in giardino.
Mariangela si mise a preparare il pranzo. All’improvviso, la porta d’ingresso si spalancò con un tonfo—era tornato il marito.
“Così presto?” si stupì lei, buttando le verdure tagliate nel brodo di pollo.
“È cominciato a piovere, Angiola! Fai un po’ caso!” Vincenzo sembrava quasi contento che gli facesse male la schiena e non dovesse vangare sotto la pioggia. “Compriamo tutto al supermercato.”
“Come diceva tua madre: ‘Pioggia leggera, aiuta il pigrone’,” sorrise Mariangela.
“E chi sarebbe il pigrone qui?” si indignò Vincenzo. “Mi hai messo nella lista dei fannulloni? Davvero, Angiola!”
“Su, basta brontolare! Porta dalla cantina la coperta e il cuscino, Riccardo arriverà presto!”
“Meglio che Riccardo stesse a casa con i genitori, che idea è questa?” borbottò Vincenzo per tutta la sera. “Fine della tranquillità, ci hanno imposto una prova alla nostra età! Abbiamo già fatto la nostra parte!”
Il mattino dopo, un’auto si fermò davanti alla loro casa a Montelago. Ne scese Riccardo—cupo, con una faccia scontenta. Almeno sorrise ai nonni per salutare, ma subito si rabbuiò di nuovo:
“E ora che ci faccio qui?”
“Proprio quello che penso io, qui non c’è niente da fare,” bofonchiò Vincenzo tra sé.
Ma Riccardo lo sentì:
“Non è contento di vedermi, nonno?”
“Di che dovrei essere contento? Hai una faccia da funerale, sei solo una scocciatura!”
“Mamma, hai sentito cosa ha detto nonno?” Riccardo si voltò, ma sua madre, Laura, lo fermò:
“Papà, mamma, non fateci caso, brontola sempre, è l’età. Va bene, io vado, passerò a prendere Riccardo più tardi. Mamma, ecco il suo telefono, se diventa insopportabile daglielo. E non preoccuparti, bisogna ripetergli le cose cento volte. Sono tutti così strani ora,” sussurrò Laura prima di andarsene.
“A nessuno importa di noi!” borbottò Vincenzo. “Ci ha scaricato il ragazzo e se n’è andata di corsa.”
“Sono sempre così, non hanno mai tempo,” sospirò Riccardo, gettandosi lo zaino in spalla e trascinandosi in casa.
“Enzo, magari oggi vanga l’orto?” chiese Mariangela. “Altrimenti non pianto nulla.”
“Angiola, basta con quell’orto! Mi fa male la schiena, vuoi farmi cadere malato? Non troverai un altro tesoro lì. Chiedi al nipote, lui è giovane, pieno di energie!” brontolò Vincenzo.
“Che tesoro, nonno?” Riccardo sbucò subito dalla stanza.
“Dicono che non senti mai niente!” si stupì la nonna. “Sì, una volta il nonno trovò una vecchia scatola mentre vangava.”
“E cosa c’era dentro?”
“Ti interessa? Te la mostrerò dopo.”
“Nonna, dove si vanga l’orto? Tanto non ho niente da fare,” propose all’improvviso Riccardo.
“Vai, la vanga è nel capanno, ci sono tre aiuole dietro casa, scegline una,” annuì Mariangela.
Riccardo sparì in un lampo.
“È andato a caccia di tesori,” rise lei. “Forse dovrei nascondergli qualcosa?”
“Ma cosa vuoi fare? Darà due colpi e smetterà, è un pigro e basta!” sbuffò Vincenzo.
“Ma dai, chi può dirlo!” scosse la testa Mariangela.
Riccardo lavorò nell’orto per più di un’ora. Offeso per essere stato etichettato come pigro, Vincenzo andò nel capanno a mettere in ordine. Mariangera pulì in casa e iniziò a preparare il pranzo. Il minestrone del giorno prima profumava da far venire l’acquolina in bocca.
Poi chiamò Laura:
“Mamma, mi ero dimenticata di dirti, Riccardo è diventato schizzinoso. Non mangia minestre, vive di pizza e panini. Vi ho portato della roba, fate pure, non sforzatevi!”
“Non preoccuparti, Laura, ci pensiamo noi ora che Riccardo è qui,” la”Dopo cena, mentre guardavano insieme le foto di famiglia, Riccardo chiese al nonno di raccontargli ancora una volta la storia di quando aveva trovato quel vecchio baule nel giardino, e Vincenzo, con un sorriso complice, accettò volentieri.”