Tesoro sotto un altro tetto: una storia di oro, astuzia e… sentimenti.

Il tesoro sotto un tetto altrui: una storia d’oro, astuzia e… sentimenti

Matteo arrivò nel paesino di campagna dal nonno Vittorio, per respirare aria fresca e sfuggire al caos della città. Ma questa volta non aveva portato solo uno zaino con i vestiti: con sé c’era un metal detector quasi professionale. Il nonno, dalla porta, lo osservava con sguardo interrogativo mentre armeggiava con lo strano congegno, finché non resistette più:

— Che diavolo stai combinando, Matteuccio? Hai deciso di andare a pesca senza fiume?

— Nonno, non è una canna da pesca. È un metal detector. Ho letto online che qui, anni fa, fu nascosto dell’oro. Voglio provare a trovarlo.

Il vecchio sorrise, guardò verso il campo dietro l’orto e disse con calma:

— Quella leggenda la sentii da mio padre… E sai, credo di sapere dov’è quel tesoro. Peccato solo che ora lì ci sia una casa.

Matteo sobbalzò dall’eccitazione:

— Puoi convincerli a farmi entrare?

Il nonno alzò le spalle e strizzò l’occhio:

— Potrei. Ma dubito che ti lascino scavare. Anche se trovi qualcosa, per legge sarebbe tutto loro. La casa è di loro proprietà. Ma se vuoi provare… c’è un altro modo.

Matteo aggrottò la fronte:

— Che vuoi dire con «un altro modo»?

— In quella casa è appena arrivata una ragazza, la figlia dei proprietari, tornata dalla città. Intelligente, gentile… e modesta, non viziata. Ecco il vero tesoro.

— Nonno, ricominci! Non sono venuto per le ragazze, sono venuto per il tesoro.

— E chi dice che non sia per il tesoro? — rise il nonno. — Ognuno ha il suo oro da trovare. Se ti farai amica lei e le parlerai della tua idea, magari convincerà i genitori a lasciarti controllare il terreno. E se trovi qualcosa, potrebbero anche dartene una parte.

Matteo esitò, ma la scintilla negli occhi non si spense:

— Sei sicuro che l’oro sia lì?

— Sicuro come il mio nome. Mio padre mi raccontò in segreto che un secolo fa, durante la guerra, un funzionario fuggì con delle monete d’oro. La caccia fu così accanita che mezza paese fu rivoltata, ma il tesoro non lo trovarono mai. Poi costruirono la casa… e il resto è storia.

— E tu lo sapevi da sempre e non hai mai cercato?

— Come avrei fatto? Con una pala? Non avevo il tuo aggeggio. Ma ora sei arrivato tu…

— Va bene. Ma come faccio a parlare con questa ragazza?

— Quello non dipende da me, ma dal destino. Facciamo finta di passare di là per caso. Io parlerò degli afidi che hanno rovinato i meli. Tu salta dentro, presentati, fatti conoscere. Dai, fai l’uomo!

Matteo si tormentò un altro po’, ma alla fine accettò. Dieci minuti dopo, erano al cancello della vecchia casa. Il nonno attaccò discorso col padrone, mentre Matteo incrociò lo sguardo della ragazza uscita in cortile. Beatrice. Capelli scuri, occhi nocciola e un sorriso leggero, sincero. Dimenticò persino perché era lì.

Parlarono a lungo. Poi camminarono insieme fino al lago, poi lei lo invitò ad aiutarla a montare una nuova pergola per l’uva. Il metal detector restò nella scatola. Ogni sera, Matteo tornava dal nonno solo per dormire. Non parlò più né d’oro né del congegno. Aveva altro a cui pensare.

Una settimana dopo, era pronto a partire. Il nonno, seduto sulla panchina con la pipa, sogghignò:

— Allora, hai trovato il tesoro?

Matteo alzò gli occhi al cielo, dove il crepuscolo si addensava, e sorrise:

— L’ho trovato, nonno. Solo non quello che cercavo.

— Te l’avevo detto… L’oro vero non è sotto terra. È nelle persone.

Il metal detector rimase in paese, coperto da un telo in cantina. E Beatrice nel cuore di Matteo.

Rate article
Add a comment

;-) :| :x :twisted: :smile: :shock: :sad: :roll: :razz: :oops: :o :mrgreen: :lol: :idea: :grin: :evil: :cry: :cool: :arrow: :???: :?: :!:

fourteen − seven =

Tesoro sotto un altro tetto: una storia di oro, astuzia e… sentimenti.