Ti sbagli, questo appartamento lo affittiamo noi, sorrise confusa la ragazza.

– Ti sbagli, questo appartamento lo affittiamo noi, – sorrise con imbarazzo la ragazza.

– Lui non è adatto a te! – ripeté per la centesima volta Antonella Morandi. – Un giorno te ne renderai conto da sola!

– Mamma, allora non preoccuparti, se credi che quel momento arriverà di sicuro, – ridacchiò in risposta Vera.

Ovviamente, la ragazza era molto irritata dal fatto che sua madre fosse contraria alla sua relazione con Pietro, ma non aveva intenzione di lasciarlo solo perché lo voleva lei.

Al contrario, a Vera dava piacere far arrabbiare Antonella e sottolineare che tra lei e Pietro andava tutto bene.

– Dove stai andando? – chiese severamente la donna, vedendo la figlia raccogliere le sue cose.

– Io e Pietro abbiamo deciso di affittare un appartamento, – annunciò con gioia Vera.

– Con quali soldi? Non è solo un fannullone, ma anche un poveraccio, – sbuffò Antonella.

– Mamma, io e Pietro divideremo l’affitto. Se non lo ricordi, lavoriamo entrambi!

– Dove lavora, ricordamelo, eh? – ghignò con sfiducia la donna. – In quale fabbrica?

– Perché si dovrebbe lavorare per forza in fabbrica per guadagnare?! Hai idee sbagliate sulla vita moderna. Pietro lavora da casa.

– Pietro racconta solo frottole! – gridò indignata Antonella. – Sei tu a lavorare. Si vede dalla sua faccia che è un truffatore!

– Mamma, smettila di sporcarlo! – disse Vera arrabbiata. – Basta, ti chiamo più tardi.

La ragazza si portò le sue cose fuori di casa, non volendo più discutere con la madre e i suoi sospetti.

Quella stessa sera, Vera e Pietro affittarono un monolocale che il ragazzo aveva trovato tramite conoscenti e iniziarono a convivere.

Di giorno, la ragazza frequentava l’istituto pedagogico e di sera lavorava come addetta alle pulizie in due negozi.

Pietro lavorava esclusivamente da casa. Vera non si interessava particolarmente a cosa facesse esattamente.

L’importante era che il ragazzo guadagnasse soldi e insieme dividevano l’affitto e la spesa per il cibo.

Sembra che la loro relazione andasse bene. L’unica cosa che infastidiva Vera era che Pietro non la presentava mai ai suoi amici.

Vera aveva provato a parlarne un paio di volte, ma Pietro cambiava sempre argomento, incoraggiandola invece a invitare le sue amiche a casa loro.

– Come festeggeremo il tuo compleanno? – chiese dopo tre mesi la ragazza.

– Non voglio festeggiare per niente, – fece una smorfia il ragazzo.

– Pietro, compi venticinque anni! È un traguardo importante! Dobbiamo celebrarlo, – insisteva la ragazza.

– Non ci sono soldi per un ristorante…

– Invita i tuoi amici da noi! Preparerò tutto io, costerà meno. Dai, Pietro, – supplicò Vera, e il ragazzo alla fine cedette.

Quel giorno, la ragazza passò tutto il tempo ai fornelli e la sera non sentiva più le gambe.

Tagliava insalate, friggeva polpette, cuoceva il pollo al forno. Pietro non le aveva dato una mano.

Alle sette di sera iniziarono ad arrivare gli amici del festeggiato. Erano più di quanto previsto.

Erano molto rumorosi e Vera si stancò subito. Scusandosi con il lavoro, uscì in balcone.

Non riusciva a stare in pace però. Dopo qualche minuto si unì a lei Niko, un’amica del suo ragazzo.

– Sei fortunata, Vera, hai trovato un ragazzo con un appartamento, – disse con invidia l’amica. – Lo sapevi prima?

– Che appartamento? Pietro ha una casa? – rimase sorpresa la ragazza.

– Certo che sì, – fece Niko stupita. – Ci vivete voi.

– Come? – Vera sbatté nervosamente le palpebre. – Ti sbagli, lo affittiamo.

– Non potete affittarlo, perché quest’appartamento è stata ereditata da Pietro dalla nonna paterna. Ci sono stata cento volte e lui ci vive da cinque anni, – replicò l’amica.

Vera non distoglieva lo sguardo da Niko, cercando di mettere insieme le informazioni appena ricevute.

– Non lo sapevi? – esclamò l’amica. – Non te l’ha detto? Forse voleva vedere se eri attratta dai soldi.

Niko scoppiò in una risata fragorosa. Sembrava lo facesse apposta per deridere Vera.

– Pietro, – la ragazza si avvicinò al ragazzo, che stava bevendo birra con gli amici, – dobbiamo parlare!

– Parliamo dopo. I ragazzi stanno raccontando una barzelletta divertente, – Pietro fece cenno di andare via come se fosse una mosca fastidiosa.

– No, dobbiamo parlare adesso! – insistette la ragazza.

– Allora parla davanti a tutti, – borbottò il ragazzo facendo un sorso dalla lattina.

– Perché non mi hai detto che hai un appartamento? – Vera mise le mani sui fianchi in modo minaccioso.

– Non ho nulla, – sorrise Pietro in modo finto.

– E questo appartamento? Di chi è?

– Sì, di chi è? – sbucò Niko alle spalle di Vera. – Tuo! Tutti gli amici lo confermeranno!

– Sì, certo, – si misero a urlare gli amici uno sopra l’altro.

– Quindi mi hai mentito? Aspetta, allora a chi abbiamo pagato l’affitto? – balbettò la ragazza. – A te?

Pietro sorrise stupidamente e ridacchiò nervosamente. Capì che Vera l’aveva colto in flagrante.

In effetti, nei tre mesi in cui la coppia aveva vissuto nell’appartamento, i soldi per l’affitto finivano nelle tasche del ragazzo.

Pietro aveva affittato l’appartamento a se stesso. La ragazza non aveva mai inviato denaro al proprietario e non l’aveva mai visto in faccia.

Ora si svelò la meschina verità che le diecimila euro che Vera dava al ragazzo finivano nelle sue tasche.

– Sei un farabutto, Pietro! – disse la ragazza con le lacrime agli occhi e corse a raccogliere le sue cose.

Non voleva più vivere con un bugiardo. La sua menzogna e avidità avevano cancellato tutto il bene che c’era stato nella loro relazione. Quella stessa sera Vera tornò dalla madre.

– Mamma, avevi ragione, – disse con dolore la ragazza e raccontò alla madre come Pietro l’aveva ingannata per mesi.

Dopo quell’episodio, Vera e il suo ex ragazzo non si incontrarono mai più. Tuttavia, si sparse la voce che Pietro e Niko si fossero messi insieme.

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