Ti sbagli, questo appartamento lo affittiamo noi, sorrise confusa la ragazza

– Ti sbagli, questo appartamento lo affittiamo, – sorrise timidamente la ragazza.

– Non è adatto a te! – ripeté per la centesima volta Carla Venturi. – Un giorno te ne accorgerai da sola!

– Mamma, allora non preoccuparti, visto che sei sicura che quel momento arriverà, – rispose ridendo Vera.

Naturalmente, la ragazza era molto irritata dal fatto che sua madre fosse contraria alla sua relazione con Pietro, ma non aveva intenzione di rinunciare al ragazzo solo perché così voleva sua madre.

Al contrario, Vera trovava piacere nel far arrabbiare Carla Venturi e nel sottolineare che con Pietro andava tutto bene.

– Dove stai andando? – chiese severamente la donna, vedendo la figlia preparare le valigie.

– Io e Pietro abbiamo deciso di affittare un appartamento, – annunciò felice Vera.

– Con che soldi? Non è solo un fannullone, ma anche un poveraccio, – borbottò Carla Venturi.

– Mamma, io e Pietro pagheremo la metà ciascuno. Se non ricordi, lavoriamo entrambi!

– Ricordamelo, dove lavora? – sorrise con sospetto la donna. – In quale fabbrica?

– Perché bisogna lavorare in fabbrica per guadagnare soldi?! Hai un’idea sbagliata della vita moderna. Pietro lavora da casa.

– Ti sta mentendo quel tuo Pietrino! – esclamò indignata Carla Venturi. – Solo tu lavori come un mulo. Si vede dalla sua faccia che è un truffatore!

– Mamma, smettila di infangarlo! – rispose arrabbiata Vera. – Basta, ciao, ti chiamerò.

La ragazza prese le sue cose per uscire, non voleva più parlare con la madre che la assillava con i suoi sospetti.

Quella stessa sera Vera e Pietro affittarono un bilocale, che il ragazzo aveva trovato tramite conoscenti, e andarono a vivere insieme.

Durante il giorno, la ragazza studiava al collegio pedagogico e la sera lavorava come addetta alle pulizie in due negozi.

Pietro lavorava esclusivamente da casa. Vera non investigava più di tanto su cosa facesse esattamente.

L’importante era che il ragazzo guadagnasse, e insieme dividevano le spese per l’affitto e il cibo.

Sembrava che tutto nella loro relazione andasse a gonfie vele. L’unica cosa che infastidiva la ragazza era che lui non la presentasse ai suoi amici.

Vera aveva sollevato la questione un paio di volte, ma Pietro ogni volta scherzava, proponendo invece di invitare le sue amiche.

– Come festeggeremo il tuo compleanno? – chiese tre mesi dopo la ragazza.

– Non ho voglia di festeggiare, – rispose il ragazzo con una smorfia.

– Pietro, compi venticinque anni! È un compleanno speciale! Dobbiamo festeggiare, – insisteva la ragazza.

– Non abbiamo soldi per un locale…

– Invitiamo i tuoi amici qui! Preparerò tutto io, ci costerà meno. Dai, Pietro, – supplicò Vera, e alla fine il ragazzo acconsentì.

Quel giorno la ragazza lo trascorse ai fornelli, tanto che la sera non sentiva più le gambe.

Tagliava insalate, friggeva polpette, cucinava pollo al forno. Pietro non l’aiutava in nulla.

Alle sette di sera arrivarono gli amici del festeggiato. Erano più numerosi di quanto previsto.

Erano molto rumorosi, e Vera si stancò subito di loro. Scusandosi dicendo di essere occupata, uscì sul balcone.

Tuttavia, non riuscì a trovare pace. Dopo pochi minuti, si unì a lei Nico, un’amica del suo ragazzo.

– Sei stata fortunata, Vera, ti sei presa un ragazzo con un appartamento, – sospirò invidiosa l’amica. – Lo sapevi in anticipo?

– Con quale appartamento? Pietro ha un appartamento? – si stupì la ragazza.

– Certo che sì, – rise Nico. – Ci vivete proprio voi.

– Come? – Vera sbatté nervosamente gli occhi. – Ti sbagli, lo affittiamo.

– Non potete affittarlo, perché quest’appartamento è eredità di Pietro dalla parte del padre, ci sono stata centinaia di volte e ci vive da cinque anni, – obiettò la ragazza.

Vera fissò Nico, cercando di mettere in ordine le informazioni ricevute.

– Non lo sapevi? – esclamò l’amica. – Non ti ha detto niente? Avrà voluto vedere se eri interessata ai suoi soldi.

Nico scoppiò in una risata fragorosa. Sembrava lo facesse apposta per deridere Vera.

– Pietro, – la ragazza si avvicinò al ragazzo che beveva birra con gli amici, – dobbiamo parlare!

– Lo faremo dopo. I ragazzi raccontano una barzelletta esilarante, – Pietro la salutò con un gesto, come per scacciare una mosca.

– No, parleremo adesso! – insisté la ragazza.

– Allora, parla davanti a tutti, – borbottò il ragazzo, prendendo un sorso dalla lattina.

– Perché non mi hai detto che avevi un appartamento? – Vera mise le mani sui fianchi con un tono minaccioso.

– Non ho niente, – sorrise forzatamente Pietro.

– E questo appartamento? Di chi è?

– Già, di chi? – emerse Nico alle spalle di Vera. – È tuo! Tutti i tuoi amici lo possono confermare!

– Certo! – gridarono gli amici.

– Allora tu mi hai mentito? Aspetta, allora a chi davamo gli affitti? – si fermò sorpresa la ragazza. – A te?

Pietro fece un sorriso ebete e risatina nervosa. Si rese conto che Vera lo aveva scoperto.

Infatti, nei tre mesi in cui la coppia aveva vissuto nell’appartamento, i soldi per l’affitto finivano in tasca al ragazzo.

Pietro aveva sistemato l’affare dell’appartamento da solo. La ragazza non aveva mai inviato soldi al proprietario e non lo aveva mai visto.

Ora la cruda verità era che i diecimila euro che Vera aveva dato al ragazzo finivano nelle sue tasche.

– Pietro, sei proprio un mascalzone! – disse la ragazza con le lacrime agli occhi e corse a raccogliere le sue cose.

Non intendeva più vivere con un bugiardo. La sua menzogna e l’avidità avevano annullato tutto il buono che c’era stato nella loro relazione. Quella stessa sera Vera tornò dalla madre.

– Mamma, avevi ragione, – disse con disperazione la ragazza e raccontò alla madre come Pietro l’aveva ingannata per mesi.

Dopo quell’episodio, Vera e il suo ex ragazzo non si incontrarono più. Tuttavia, arrivarono voci alla ragazza che Pietro e Nico si erano messi insieme.

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