Tornata a casa – né marito, né le sue cose

Tornò a casa e non trovò né suo marito né le sue cose.
“Perché mi guardi così?” sorrise ammiccante Zoe. “Stasio voleva solo dimostrarmi che è un uomo da invidiare. Nientaltro.”
“Cosa dici mai?”
“La pura verità, cara,” rispose lex moglie di Stasio con tono distaccato.
“Non capisco” si confuse Alina.
“Ah! Ecco Stasiolui ti spiegherà tutto,” annuì Zoe verso un punto indistinto.

La madre aveva cresciuto Alina come un fiore prezioso e delicato.

Anna Evelina era una donna severa, che gestiva la sua segheria con pugno di ferro.

Ma con lunica figlia diventava unaltra personala sua voce si faceva dolce e cullante, gli occhi pieni di tenerezza.

Così Alina crebbe fragile, gentile, ingenua.

Non conobbe mai il dolore, frequentò una scuola normale e il conservatorio, dove imparò a suonare il pianoforte con passione.

Non divenne una grande musicista, ma uneccellente insegnante.

Le mancava solo un buon matrimonio, e presto arrivò il pretendente: il giovane e affascinante Valerio.

La corteggiava con slancio, spendendo il suo modesto stipendio di autista.

Le diceva parole dolci, la guardava con occhi innamorati

Ma a sua madre non piacque.

“Uno sfaticato e un buono a nulla!” sentenziò Anna Evelina.

“Mamma, ma io lo amo,” gli occhi azzurri di Alina si riempirono di lacrime.

“Va bene, va bene,” la madre cedette. “Ma vivrete con me!”

Nel loro ampio trilocale cera spazio per tutti, e il nuovo marito non oppose resistenza a vivere con la suocera, sempre al lavoro.

Lui non aveva un soldo.

Laffettuoso Valerio, però, presto mostrò il suo vero volto: beveva, spariva, cominciò a sgridare la giovane moglie.

Con la suocera cercava di controllarsi, ma non troppo.

Alina rifiutava di vedere i difetti del marito.

Nove mesi dopo il matrimonio, nacque il piccolo Leoluca, e lei si rallegrava della loro famiglia.

Il bimbo era cagionevole, richiedeva molte cure, e Valerio divenne ancora più irascibile.

Lei sopportava, sperando in meglio.

Ma quando sua madre morì improvvisamente, dopo appena un anno di gioia con il nipote, la pazienza finì.

Ad occuparsi del funerale fu il vecchio amico di Anna Evelina, Giorgio Sergio.

Valerio sparì per giorni, e al suo ritorno trovò i bagagli pronti nellingresso.

Protestò, minacciò cause e divisioni.

Alina non reagì.

Grazie a Giorgio Sergio, che lo cacciò via senza mezzi termini.

Avvocato esperto, evitò ogni divisione patrimoniale.

Di Valerio non si seppe più nulla.

Alina non poteva gestire la segheriaci pensarono professionisti assunti da Giorgio Sergio.

Così, la famiglia ridotta non patì bisogno.

Superare la perdita della madre e il divorzio fu difficilenon aveva amiche né parenti.

Ma cera il piccolo Leoluca, bisognoso del suo amore, e su di lui si concentrò.

Di uomini (Giorgio Sergio non contava) non voleva sentir parlare.

Quel giorno, uscirono dallambulatorio pediatrico sotto la pioggia battente, riparandosi a malapena con un ombrello.

Aspettare lì dentro era inutilela pioggia non accennava a smettereAlina non guidava, e i taxi erano introvabili.

Decisero di rischiare.

“Salite, presto!” Non avevano fatto venti passi che unauto si fermò accanto a loro, il conducente spalancò lo sportello. “Forza, qui non si può sostare!”

Alina non pensò al pericoloriconobbe quelluomo, lo aveva visto in ambulatorio con un bimbo delletà di Leo.

“Grazie!” esclamò dopo il tragitto (durante il quale si presentarono).

“Figurati!” Stasio sorrise. “Mi dai il tuo numero?”

Lei si irrigidì.

“Scusi, ma non esco con uomini sposati,” e, senza ascoltare altro, si diresse verso casa.

Non immaginava di rivederlo presto, ma il giorno dopo Stasio li aspettava nel cortile.

“Non sono sposato,” le porse il certificato di divorzio, avvenuto un mese prima.

Era stanca della solitudine? Stasio era così allegro e premuroso? O era perché Leo lo adorava?

Non capì mai perché accettò di farlo unire a loro per una passeggiata, poi a cena.

Da quel giorno si videro quasi ogni giorno, e lei si innamorò sempre più.

Tanto che non si stupì quando, un mese dopo, lui la chiese in sposa.

Aveva senso. Lui la amava, e adorava Leo.

Il rapporto tra il bambino e Stasio fu decisivoil piccolo lo chiamava già “papà”.

“Papà” non si oppose, e lei ne gioiva.

Dopo le nozze, Stasio propose di adottare Leo.

“Ho sempre sognato due figli,” disse, poi si oscurò.

Alina lo confortòsapeva che lex moglie, trovato un uomo ricco, gli impediva di vedere il figlio, e lui ne soffriva.

Così, dopo soli tre mesi, erano una famiglia.

Lunica cosa che Alina nascose fu la sua reale situazione finanziaria.

La segheria, pur modesta, dava un buon reddito, diviso in tre (come pattuito con i soci).

Quei soldi li mise da parte per listruzione e la casa di Leo.

Giorgio Sergio, prima di trasferirsi al mare, le aveva insegnato a non parlarne.

Se Stasio sospettava, non lo mostrava.

Ma quellidillio durò meno di un anno.

Stasio divenne sempre più distante, tornava dal lavoro scontroso.

“È solo il capo che mi stressa,” diceva allinizio.

“Non puoi cambiare cantiere?” chiedeva lei. “Sei un ottimo elettricista.”

“Risolvo io.”

Poi smise di giustificarsitaceva, o peggio, le urlava contro.

Leo lo irritava, pur non toccandolo.

Alina non sapeva cosa pensare, finché tutto si chiarì.

Quel giorno erano al parco con LeoStasio era in ritardo, ma aveva promesso di raggiungerli per un gelato.

“Avresti fatto meglio a non fartelo adottare,” una voce femminile, beffarda, le sussurrò allorecchio. “Il bambino soffrirà.”

Alina si voltò. Su una panchina sedeva una donna elegante, con un cappotto arancione.

“Ci conosciamo?”

“No. Ma possiamo rimediare,” rispose la donna. “Sono Zoe. Lex moglie di Stasio. Ex temporanea”

Alina la fissò. Per fortuna Leo giocava lontano.

“Perché mi guardi così?” rise Zoe. “Stasio voleva solo dimostrarmi quanto vale. Tutto qui.”

“Cosa sta dicendo?”

“La verità, cara.”

Zoe, più grande di cinque anni, la guardava con sufficienza.

“Non capisco”

“Ecco Stasiolui ti spiegherà,” indicò verso di lui.

Stasio si avvicinava, preoccupato.

“Spiegale, Stasio,” Zoe si alzò, gli accarezzò i capelli e si allontanò. “Ti aspettiamo!”

“Perché mi guardi così?” le chiese lui, dopo che lei se ne fu andata. “Non so cosa ti abbia detto Zoe, ma sì, ti ho sposata per dispetto.”

Fece una pausa.

“Mi

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